giovedì 27 agosto 2020

L'uomo che si isola...

 


"L'uomo che si isola rinuncia al suo destino, si disinteressa del progresso morale. Parlando in termini morali, pensare solo a sé è la stessa cosa che non pensarci affatto, perché il fiore assoluto dell'individuo non è dentro di lui; è nell'umanità intera. Non si adempie il dovere, come spesso si è portati a credere e come ci si vanta di fare, confidandosi tra le vette dell'astrazione e della speculazione pura, vivendo una vita da anacoreta; non vi si adempie con i sogni ma con gli atti, atti compiuti nella società e per essa."

Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Tratto da | Scienza della logica di Georg Wilhelm Friedrich Hegel



6 commenti:

  1. L'astrazione dalla realtà e l'ascetismo sono condizioni meditative che per definizione allontanano dalla società e spesso chi le compie le mette in atto per una forma di meditazione legata di solito al trascendente e pertanto priva di ogni legame con la vita sociale e terrena, È un modo per trovare se stessi differente secondo me ma non certo in relazione con quanto succede qui sulla Terra. Hegel fa invece riferimento ad un trovare se stessi insieme con gli altri ed è vero se si sceglie una strada da anacoreta automaticamente si abbandona più che il proprio destino, il desiderio di progresso morale della società, si rinuncia cioè anche, secondo me, a dare il proprio apporto etico per poterla cambiare o anche solo migliorare. In questo concordo con Hegel, è una rinuncia che non aiuta il mondo ma forse, egoisticamente, solo se stessi.

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  2. Schopenhauer a me è simpatico assai, soprattutto per come tratta Hegel, che non sopporto.
    Egli scrive:
    "Quando ci si accorge che l’avversario è superiore e si finirà per aver torto, si diventa offensivi, oltraggiosi, grossolani, cioè si passa dall’oggetto della contesa (dato che lì si ha partita persa) al contendente e si attacca in qualche modo la sua persona.”
    Il Nostro aggiunge due maniere per evitare questa deriva:
    a) Far finta di niente;
    b) Evitare di mettersi a discutere con chiunque capiti.
    (Alla prescrizione b, aggiungerei una postilla personalissima: non c’è alcun motivo di discutere con chi ha torto.)
    Eppure il Nostro, avvertendo la possibilità che si possa, nonostante ogni buona volontà, finire nel gorgo delle offese e della trivialità, suggerisce alcuni insulti che potrebbero essere utili all’abbisogna.
    Per esempio:
    " Vi sono certi individui sul cui viso è impressa una tale ingenua volgarità ed una tale bassezza del modo di pensare, nonché una tale limitatezza bestiale dell’intelletto, che ci si stupisce come mai siffatti individui abbiano il coraggio di uscire con un simile viso e non preferiscano portare una maschera."

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  3. L'isolamento funziona ma solo a piccole dosi.
    Ecco, forse è giusto disinteressarsi del "regresso morale", continuando invece a comportarsi in maniera virtuosa.

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    1. Molte volte l'isolamento può essere utile per riflettere, ma per poco tempo.

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