martedì 27 agosto 2019

Ambiente: non c'è più tempo per le parole


Articolo da Comune-info

Amazzonia, Siberia, Groenlandia, Artico e Antartico, India…Gli effetti devastanti dei cambiamenti del clima si scatenano ovunque. Perfino da queste parti, a scala certo minore, non mancano, è soprattutto l’agricoltura che comincia a risentirne: 14 miliardi di danni, secondo la Coldiretti, negli ultimi dieci anni. Certo, in queste “drammatiche” settimane d’agosto, media e parlamento italiano avevano ben altro a cui pensare. Eppure, piuttosto lontano dai riflettori, c’è un gran numero di persone che ha compreso bene la gravità della minaccia e si muove di conseguenza. Sono quelli della rete Extinction Rebellion, ad esempio, e poi i ragazzi di Fridays for future, i movimenti contadini e, naturalmente, i popoli indigeni dell’Amazzonia e di quasi ogni altra zona del pianeta. Dovranno rafforzare i legami con chi è già impegnato, da diverse prospettive, a cambiare in profondità la rotta autodistruttiva del sistema dominante: chi si batte contro il patriarcato, per la libertà di migrare, la difesa dei beni comuni e dei territori, l’affermazione della dignità di ogni persona ed essere vivente. Dalla capacità di affrontare qui e ora la questione della crisi climatica dipende, in fondo, anche la possibilità di ricondurre la politica al suo significato originario, che è quello di autogoverno. Cosa che non potrà mai realizzare una manovra chiusa nel quadro dell’attuale sistema politico, tutto legato al mito fasullo e ormai palesemente devastante della “crescita”, magari con qualche ipocrita postilla sullo sviluppo “sostenibile”. Il tempo per agire è ora, quello delle promesse è scaduto.

L'Amazzonia brucia, liberando milioni di tonnellate di CO2. La Siberia brucia, emettendo altro CO2 e immense quantità di metano. I ghiacci della Groenlandia si sciolgono a ritmo vertiginoso e così anche la banchisa polare, le calotte glaciali dell’Artico e dell’Antartico e tutti i ghiacciai del mondo. In India, in preda alla siccità, muoiono di sete migliaia di persone e in tutto il mondo, Mediterraneo e Italia compresi, si moltiplicano i fenomeni metereologici estremi: ondate di calore, tempeste tropicali, gelate fuori stagione. Sono tutti effetti della crisi climatica in corso e al tempo stesso cause del suo rapido aggravamento.

Di tutto questo non c’é alcun riflesso nel Parlamento italiano né nelle manovre per formare un nuovo governo. Le istituzioni del nostro paese non si sono solo allontanate dai cittadini (e viceversa). Sono ormai lontane mille miglia dalla realtà (come lo sono i media che si occupano delle loro vicende). Ma è così anche in quasi tutto il resto del mondo.

C’è però in Italia e in tutto il mondo un “popolo” che quei fatti li ha messi al centro dell’attenzione, delle sue preoccupazioni e della sua iniziativa: i giovani di Fridays for future, che è un movimento mondiale la cui crescita non si fermerà più; la rete di Extinction Rebellion; i tanti movimenti contadini che difendono un’agricoltura sostenibile come Via campesina che riunisce 400 milioni di agricoltori; i popoli indigeni in lotta contro la devastazione dei loro habitat, in particolare l’Amazzonia, oggi sotto attacco, ma che sarà al centro di un sinodo voluto da Papa Francesco.
È statisticamente quasi impossibile che tra i mille parlamentari italiani non ce ne sia nemmeno uno che non si renda conto di quanto sia criminale ignorare la crisi climatica. Se anche in pochi, approfittando della visibilità che avrebbero in questo momento, formassero un raggruppamento interpartitico, non per “mettersi alla testa” dei movimenti già attivi in questo campo, magari con mire egemoniche (non ne avrebbero alcun titolo), ma per porre la crisi climatica e ambientale al centro delle loro preoccupazioni, potrebbero gettare un pesante masso nello stagno delle trattative per la formazione del nuovo governo e tutto il quadro politico potrebbe venirne scompaginato anche nel caso di eventuali elezioni.

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Fonte: Comune-info  


Autore: 
Guido Viale

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Articolo tratto interamente da 
Comune-info



8 commenti:

  1. Be si bella trasposizione "possibile che non c'è un parlamentare italiano" interessato all'ambiente ahimè no

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  2. La situazione si fa sempre più preoccupante.

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  3. Una politica che pensa alla TAV, alle trivellazioni in mare per cercare petrolio, all'usare la mano morbida con l'ILVA... che vuoi che gliene freghi dell'ambiente?

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  4. Se andremo avanti così presto non ci sarà più tempo per nulla, neanche per agire costruttivamente per evitare il peggio.

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