mercoledì 14 agosto 2019

Ponte Morandi, un anno dopo

Ponte Morandi Genova Campi 014

Articolo da Fanpage.it

Un anno esatto è passato dal crollo del Ponte Morandi di Genova. Trecentosessantacinque giorni in cui la storia di una città, di una regione e dell'Italia intera è cambiata. Nessuno può dimenticare quelle immagini che in pochi minuti hanno fatto il giro del mondo: erano le 11.36 del 14 agosto 2018 quando la struttura che regge il pilone numero 9 del viadotto Polcevera è collassato improvvisamente, provocando la morte di 43 persone e una nube di fumo e detriti che ha inghiottito la sottostante via Walter Fillak, nella zona di Sanpierdarena. Tra le vittime, famiglie e gruppi di amici diretti in località di vacanza, che stavano transitando sul ponte, e operai al lavoro nella sottostante isola ecologica dell'Amiu, l'azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti. Per non parlare degli oltre 500 cittadini che hanno dovuto abbandonare le proprie case per motivi di sicurezza. Oggi, quel ponte non c'è più, è stato demolito poco più di un mese fa, ma il peso e il ricordo di quanto successo e delle vite di innocenti spezzate così tragicamente resterà per sempre.

Ponte Morandi un anno dopo: il racconto del 14 agosto 2018


Il 14 agosto 2018 è una giornata come tante. Nulla di eclatante se non per il rischio di trovare traffico per strada dal momento che molti vacanzieri si mettono in viaggio di buon mattino per raggiungere le località di mare dove trascorrere il Ferragosto. Nessuno avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe successo poco dopo. Alle 11:36 un boato squarcia il cielo di Genova, dove è in corso un violento temporale. Arrivano notizie frammentarie, c'è chi parla di terremoto, altri di un incidente spaventoso sull'autostrada A10 che collega il capoluogo ligure e Ventimiglia. Invece si scopre che è crollata una parte del Ponte Morandi, conosciuto anche come viadotto Polcevera, nel tratto che sovrasta via Walter Fillak, nella zona di Sanpierdarena. Nessuno avrebbe mai immaginato una cosa simile: il Morandi, ribattezzato ponte di Brooklyn, è stato costruito tra il 1963 e il 1966. Da tempo al centro di polemiche sulla sicurezza, si compone di 3 piloni in cemento armato che raggiungono i 90 metri di altezza. Come potrebbe mai cedere? Eppure, la conferma arriva dalle immagini che cominciano ad essere condivise sui social network e in cui si vede la struttura collassare su se stessa. Una nube di detriti inghiottisce l'area circostante e una parte delle macchine che stanno attraversando il ponte. In pochi minuti il ponte non c'è più. Vigili del fuoco e forze dell'ordine si precipitano immediatamente sul luogo del disastro. La città è bloccata: su tutte le arterie principali la circolazione è paralizzata. Anche senza avere stime definitive, si capisce subito che ci sono vittime. È l'inizio del disastro.

Le 43 vittime del crollo del Ponte Morandi


Ci vorranno quattro giorni per recuperare i corpi di tutte le vittime del crollo del Ponte Morandi di Genova. Ne sono 43, le ultime 4 che mancavano all'appello sono state trovate al quinto giorno di ricerche. Tra di loro, ci sono 3 bambini. I primi ad essere rintracciati sono Roberto Robbiano, 45 anni, che insieme a sua moglie Ersilia Piccinino e al loro figlio Samuele, di Campomorone, Genova, transitavano sul ponte per andare a prendere il traghetto che li avrebbe portati in Sardegna: sono tutti deceduti sul colpo. Stesso tragico destino per un'altra famiglia, che è stata completamente sterminata dal crollo del viadotto. Si tratta di Andrea Vittone e della moglie Claudia Possetti, morti insieme ai figli di lei, Manuele e Camilla, di 16 e 12 anni. Stella Boccia, 24 anni, arrivava da Monte San Savino, in provincia di Arezzo: per lei e per il suo fidanzato Carlos Jesus Truillo non c'è stato nulla da fare, sono morti tornando dalla loro vacanze. Non ci sono neppure arrivati nella località scelta per trascorrere il Ferragosto il gruppo di amici di origine campana Matteo Bentornati, Giovanni Battiloro, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione: volevano partire in aereo per Barcellona, ma all'ultimo minuto avevano cambiato idea e preferito l'automobile.


Marta Danisi, 29 anni, infermiera dell'ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria, e Alberto Fanfani, anestesista all’ospedale Cisanello di Pisa, si sarebbero dovuti sposare quest'anno, ma la loro auto è precipitata dal viadotto Polcevera, così come quella su cui viaggiavano Juan Carlos Pastenes, 64 anni, originario del Cile, da trent’anni in Italia, insieme alla moglie, la connazionale Nora Rivera. Un terzo cileno, Juan Figueroa, 60, risulta tra le vittime. E poi ancora, i francesi Axelle Place, 20 anni, Nathan Gusman, 20 anni, Melissa Artus, 22 anni, William Pouza, 22 anni, e i cittadini albanesi Admir Bokrina 32 anni, Marius Djerri 22 anni. Per Elisa Bozzo, 34 anni, di Busalla, gli amici preoccupati per la sua sorte avevano lanciato un appello sul web, poi anche il suo cadavere è stato recuperato tra le macerie del ponte e della sua Opel Nera. A perdere la vita quella mattina del 14 agosto 2018  sono stati anche dei lavoratori: Luigi Matti Altadonna, 35 anni, originario di Curinga, in provincia di Catanzaro, era sposato a padre di quattro figli e stava andando al lavoro su un furgone insieme al collega Gianluca Ardini, 29 anni. Il primo non ce l'ha fatta, il secondo è sopravvissuto e ha potuto conoscere suo figlio nato pochi mesi dopo la tragedia. Infine, Mirko Vicini e Bruno Casagrande erano operai dell'Amiu, azienda comunale dell’ambiente: lavoravano su un furgoncino nell’isola ecologica sotto al ponte quando è collassato. Anche per Alessandro Campora, 46 anni, che stava lavorando ad opere di manutenzione in cima al Polcevera, non c'è stato nulla da fare. "Il crollo del ponte Morandi ha provocato uno squarcio nel cuore di Genova. Ferita profonda, fatta dal dolore per coloro che hanno perso la vita e per i dispersi, i feriti e gli sfollati. Genova è nello sguardo del mondo, in un  abbraccio di affetto, commozione e attesa. Ci affidiamo alla misericordia che solo Dio può dare", dirà l'arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, nell'omelia della celebrazione dei funerali di Stato di 19 delle vittime tenutasi il 15 agosto 2018 alla Fiera di Genova.

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Fonte: Fanpage.it


Autore: 
Ida Artiaco

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Articolo tratto interamente da Fanpage.it 


Photo credit Alessio Sbarbaro [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons


10 commenti:

  1. Ricordo doveroso.
    Siamo tutti accanto ai Genovesi col cuore.

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  2. Mi si stringe il cuore..Una grande tristezza e rabbia di fronte a queste tragedia. Ma attenzione: il cemento armato non è eterno, putroppo.

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  3. Un anno è passato e le cose stanno progredendo ivi compresa la partenza della costruzione del nuovo ponte. Restano però ancora lo sgomento, il dolore e la rabbia per quanto accaduto e che non sarebbe dovuto succedere.

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  4. Io , un anno fa, stavo partendo per la montagna, quando la televisione ha dato le prime notizie ancora confuse del crollo. Appena arrivata in montagna, ho acceso subito la tele per sapere meglio cosa era successo. Ricordo lo sbigottimento , davanti a quelle immagini.. il ponte sarà ricostruito ma chi ha perso la vita non tornerà più e questo è ciò che fa male. Saluti e buon Ferragosto.

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  5. Ce la speranza che non succeda mai più di queste cose!!!
    Questo può avvenire solo se ci saranno della vere manutenzioni!!!
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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