Articolo da Fanpage.it
Un anno esatto è passato dal crollo del Ponte Morandi di Genova. Trecentosessantacinque giorni in cui la storia di una città, di una regione e dell'Italia intera è cambiata. Nessuno può dimenticare quelle immagini che in pochi minuti hanno fatto il giro del mondo: erano le 11.36 del 14 agosto 2018 quando la struttura che regge il pilone numero 9 del viadotto Polcevera è collassato improvvisamente, provocando la morte di 43 persone e una nube di fumo e detriti che ha inghiottito la sottostante via Walter Fillak, nella zona di Sanpierdarena. Tra le vittime, famiglie e gruppi di amici diretti in località di vacanza, che stavano transitando sul ponte, e operai al lavoro nella sottostante isola ecologica dell'Amiu, l'azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti. Per non parlare degli oltre 500 cittadini che hanno dovuto abbandonare le proprie case per motivi di sicurezza. Oggi, quel ponte non c'è più, è stato demolito poco più di un mese fa, ma il peso e il ricordo di quanto successo e delle vite di innocenti spezzate così tragicamente resterà per sempre.
Ponte Morandi un anno dopo: il racconto del 14 agosto 2018
Le 43 vittime del crollo del Ponte Morandi
Marta Danisi, 29 anni, infermiera dell'ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria, e Alberto Fanfani, anestesista all’ospedale Cisanello di Pisa, si sarebbero dovuti sposare quest'anno, ma la loro auto è precipitata dal viadotto Polcevera, così come quella su cui viaggiavano Juan Carlos Pastenes, 64 anni, originario del Cile, da trent’anni in Italia, insieme alla moglie, la connazionale Nora Rivera. Un terzo cileno, Juan Figueroa, 60, risulta tra le vittime. E poi ancora, i francesi Axelle Place, 20 anni, Nathan Gusman, 20 anni, Melissa Artus, 22 anni, William Pouza, 22 anni, e i cittadini albanesi Admir Bokrina 32 anni, Marius Djerri 22 anni. Per Elisa Bozzo, 34 anni, di Busalla, gli amici preoccupati per la sua sorte avevano lanciato un appello sul web, poi anche il suo cadavere è stato recuperato tra le macerie del ponte e della sua Opel Nera. A perdere la vita quella mattina del 14 agosto 2018 sono stati anche dei lavoratori: Luigi Matti Altadonna, 35 anni, originario di Curinga, in provincia di Catanzaro, era sposato a padre di quattro figli e stava andando al lavoro su un furgone insieme al collega Gianluca Ardini, 29 anni. Il primo non ce l'ha fatta, il secondo è sopravvissuto e ha potuto conoscere suo figlio nato pochi mesi dopo la tragedia. Infine, Mirko Vicini e Bruno Casagrande erano operai dell'Amiu, azienda comunale dell’ambiente: lavoravano su un furgoncino nell’isola ecologica sotto al ponte quando è collassato. Anche per Alessandro Campora, 46 anni, che stava lavorando ad opere di manutenzione in cima al Polcevera, non c'è stato nulla da fare. "Il crollo del ponte Morandi ha provocato uno squarcio nel cuore di Genova. Ferita profonda, fatta dal dolore per coloro che hanno perso la vita e per i dispersi, i feriti e gli sfollati. Genova è nello sguardo del mondo, in un abbraccio di affetto, commozione e attesa. Ci affidiamo alla misericordia che solo Dio può dare", dirà l'arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, nell'omelia della celebrazione dei funerali di Stato di 19 delle vittime tenutasi il 15 agosto 2018 alla Fiera di Genova.
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Fonte: Fanpage.it
Autore: Ida Artiaco
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Articolo tratto interamente da Fanpage.it
Photo credit Alessio Sbarbaro [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons
Ricordo doveroso.
RispondiEliminaSiamo tutti accanto ai Genovesi col cuore.
In simili tragedie, bisogna essere sempre uniti.
EliminaMi si stringe il cuore..Una grande tristezza e rabbia di fronte a queste tragedia. Ma attenzione: il cemento armato non è eterno, putroppo.
RispondiEliminaUna tragedia evitabile.
EliminaUn anno è passato e le cose stanno progredendo ivi compresa la partenza della costruzione del nuovo ponte. Restano però ancora lo sgomento, il dolore e la rabbia per quanto accaduto e che non sarebbe dovuto succedere.
RispondiEliminaIl dolore resterà in eterno.
EliminaIo , un anno fa, stavo partendo per la montagna, quando la televisione ha dato le prime notizie ancora confuse del crollo. Appena arrivata in montagna, ho acceso subito la tele per sapere meglio cosa era successo. Ricordo lo sbigottimento , davanti a quelle immagini.. il ponte sarà ricostruito ma chi ha perso la vita non tornerà più e questo è ciò che fa male. Saluti e buon Ferragosto.
RispondiEliminaImmagini molto dolorose, non si può morire così.
EliminaCe la speranza che non succeda mai più di queste cose!!!
RispondiEliminaQuesto può avvenire solo se ci saranno della vere manutenzioni!!!
Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
La manutenzione è molto importante.
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