sabato 24 agosto 2019

Terremoto Centro Italia: la lenta ricostruzione

Terremoto centro Italia 2016 - Amatrice - cartello benvenuto (28700686223)

Articolo da NewsTown

"A tre anni dal primo evento sismico del 2016, la macchina della ricostruzione procede a singhiozzi e cammina troppo lentamente. Tanta, inoltre, la confusione".

La denuncia è di Fillea e Legambiente, nel terzo anniversario del terremoto che, il 24 agosto 2016, rase al suolo Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. 

Oltre a continue polemiche, rimpalli di responsabilità e inefficienze tra livelli istituzionali, strutture commissariali e professioni tecniche, "il numero dei progetti presentati dai cittadini per ricevere il contributo testimonia che il cambio di passo promesso dal governo giallo-verde non c’è stato. Dati impietosi, che riflettono più la scarsa fiducia delle popolazioni nella ricostruzione che la lentezza della burocrazia: su circa 73 mila edifici dichiarati inagibili, le domande dei cittadini per il contributo sono circa 10 mila (poco più del 13%) e presso le Casse Edili i cantieri avviati negli ultimi mesi sono poche centinaia".

D'altra parte, le Regioni non hanno provveduto a elaborare il provvedimento per disciplinare la partecipazione delle popolazioni al processo di ricostruzione come previsto dal DL 189/2016 e dall’Ordinanza n.36 del 2017. "Per fortuna qualche Comune volenteroso ha provveduto a dotarsi di un Regolamento. Tanta responsabilità - le parole del presidente di Legambiente Stefano Ciafani - non è della burocrazia ma della volontà politica; e con la crisi di governo si rischia un ulteriore stallo. È necessario che il prossimo esecutivo abbia in agenda l’accelerazione di una ricostruzione di qualità, innovativa, trasparente, rispettosa dell’ambiente, del territorio e del lavoro".

Non esiste ancora un monitoraggio complessivo della ricostruzione né della raccolta e gestione delle macerie. "Per avere le informazioni bisogna contare sulla disponibilità dei funzionari regionali e ogni Regione usa metodi di elaborazione diversi", sottolineano Fillea e Legambiente. "Nonostante la sovrabbondanza di decreti e ordinanze, alcuni sacrosanti altri contraddittori o fatti per sanare situazioni alla meno peggio, il quadro normativo viene ritenuto ancora insufficiente. Siamo caduti in un circolo vizioso: la ricostruzione fa fatica a partire, i progetti presentati sono pochi, quindi si concedono le proroghe - dell’emergenza, dei termini di presentazione delle domande di contributo - che non fanno che alimentare la richiesta e l’attesa di un’altra proroga o di un altro intervento normativo. Da qui lo stallo e la confusione, a cui fanno seguito polemiche e rimpallo delle responsabilità tra le diverse istituzioni".

Si compensa con l’assistenza e le proroghe il mancato avvio della ricostruzione. "Il ritardo rischia di alimentare lo spopolamento di tanti piccoli comuni dell’Appennino centrale oltre a far lievitare enormemente il costo per l’assistenza della popolazione priva di casa, si pensi alle centinaia di milioni spesi per pagare l’affitto a migliaia di famiglie con la casa inagibile (Contributo di Autonoma Sistemazione). Senza una visione di futuro, è probabile che fra due o tre decenni le case siano di nuovo in piedi ma nella desertificazione sociale ed economica. Servono pianificazione e programmazione, finora grandi assenti".

Insomma, continua a mancare un’idea di futuro di quelle aree interne, accompagnata da un progetto di sviluppo di economia locale che sappia coniugare le tante risorse naturali e culturali con la necessaria innovazione per rendere quelle terre attrattive per i giovani, offrendo loro opportunità di lavoro e di studio.

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Fonte: NewsTown


Autore: redazione News Town


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Articolo tratto interamente da NewsTown


Photo credit terremocentroitalia terremocentroitalia from Italia [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons


2 commenti:

  1. Ho visto un servizio al tg sul tema e mi è venuta la pelle d'oca a guardare le immagini di quella Terra devastata proprio come tre anni fa, come se il tempo si fosse fermato.
    Non vorrei essere nei panni degli abitanti della zona..

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    1. Ancora una volta si è fatta propaganda sulla pelle delle persone, la ricostruzione procede molto lentamente.

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