domenica 8 ottobre 2017
Ischia: la città sommersa di Aenaria
Articolo da Grande Napoli
È una vera e propria miniera quella che i movimenti tellurici stanno facendo riemergere a Cartaromana, la celebre baia di Ischia.
Si tratta di Aenaria, l’antica città sommersa che a poco a poco si sta svelando agli occhi di archeologi e sub. Il nome viene da “aenum” che in latino significa “metallo”.
Dai suoi fondali riemergono reperti che coprono dieci secoli, dal II secolo avanti Cristo all’VIII dopo Cristo.
“Il sito è di notevole importanza – ha dichiarato al Mattino l’archeologa Alessandra Benini, della Soprintendenza – e testimonia la presenza ormai certa di insediamenti romani nella baia. Il ritrovamento di numerosi oggetti in ceramica da commercio e da mensa lascia pensare all’esistenza non solo di un sito portuale ma addirittura di un sito abitativo.”
Ma non è solo la ceramica ad essere estratta; dal 2011, anno dei primi ritrovamenti, Aenaria ha restituito tessere di mosaico e resti di imbarcazioni, residui di lavorazione del piombo e lingotti.
Aenaria è solo uno dei tanti tesori sommersi che costellano il golfo di Napoli e le coste campane. Non a caso l’associazione italiana guide ambientali escursionistiche darà luogo, dal 9 al 13 ottobre, ad un tour per la stampa nelle quattro aree marine protette della Campania. Oltre ad Aenaria saranno toccate la villa romana di Licosa nel Cilento, Villa Pausilypon alla Gaiola, il parco archeologico di Baia, i fondali di Punta Campanella e la celebre Madonnina dei Sub.
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Fonte: Grande Napoli
Autore: Fabio Avallone
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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Italia.
Articolo tratto interamente da GrandeNapoli.it
4 commenti:
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Notizia interessante, non avevo mai sentito parlare di questa antica città sommersa.
RispondiEliminaCiao felice settimana
enrico
Ci sono anche altre città sommerse nei dintorni.
EliminaNon che questo faccia apparire meno allarmanti i movimenti tellurici ma... che belle sorprese!
RispondiEliminaSono scoperte interessanti.
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