"Oggi le persone benpensanti, questa classe intelligente così sprovvista di intelligenza, cambiano discorso infastidite quando sentono parlar di antifascismo. [...] Finita e dimenticata la resistenza, tornano di moda gli «scrittori della desistenza»: e tra poco reclameranno a buon diritto cattedre ed accademie.
Sono questi i segni dell'antica malattia. E nei migliori, di fronte a questo rigurgito, rinasce il disgusto: la sfiducia nella libertà, il desiderio di appartarsi, di lasciare la politica ai politicanti. Questo il pericoloso stato d'animo che ognuno di noi deve sorvegliare e combattere, prima che negli altri, in se stesso: se io mi sorprendo a dubitare che i morti siano morti invano, che gli ideali per cui son morti fossero stolte illusioni, io porto con questo dubbio il mio contributo alla rinascita del fascismo.
Dopo la breve epopea della resistenza eroica, sono ora cominciati, per chi non vuole che il mondo si sprofondi nella palude, i lunghi decenni penosi ed ingloriosi della resistenza in prosa. Ognuno di noi può, colla sua oscura resistenza individuale, portare un contributo alla salvezza del mondo: oppure, colla sua sconfortata desistenza, esser complice di una ricaduta che, questa volta, non potrebbe non esser mortale."
Piero Calamandrei
A volte si fa fatica a capire dove ci porterà questo intrecciarsi di idealismi.
RispondiEliminaciao buona serata
Caro Vincenzo, passo per augurarti un buon inizio della settimana.
RispondiEliminaCiao e buona domenica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Condivido parola per parola i pensieri di Calamandrei
RispondiEliminadA RICORDARE!
RispondiEliminaAhimè, trovo che questo stralcio di Calamandrei sia di una attualità preoccupante -_-
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