martedì 13 dicembre 2016
Le 10 linee peggiori per il pendolare
Articolo da Greenreport.it
Entra in vigore l’orario invernale dei treni e, come ogni anno, Legambiente lancia la campagna Pendolaria, con una prima analisi della situazione del trasporto ferroviario pendolare in Italia e la lista delle 10 peggiori linee, mentre l’analisi puntuale dei finanziamenti e dei processi organizzativi verranno presentati nel rapporto previsto a gennaio 2017.
La situazione non sembra essere molto migliorata: «Guasti tecnici, ritardi imprecisati, sovraffollamento mettono alla prova ogni giorno quei milioni di cittadini che utilizzano il treno per raggiungere il luogo di lavoro o studio – dicono gli ambientalisti – E mentre cresce ancora l’offerta del servizio ad alta velocità (+276% dal 2007 sulla Roma-Milano), le condizioni in molti casi continuano a peggiorare per chi si muove sulla rete secondaria, sugli intercity e sui regionali dove invece si sono ridotti i treni (in 15 Regioni) o sono state aumentate le tariffe (in 16 Regioni). Complessivamente dal 2010 a oggi, a seguito della riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, si possono stimare tagli nel servizio ferroviario regionale pari al 6,5% e negli intercity del 19,7%. Solo in pochissime regioni è aumentato il servizio (il caso migliore è la Provincia di Bolzano), in tutte le altre è stato ridotto o è numericamente rimasto uguale ma con tagli su alcune linee, mentre sono cresciute le tariffe».
Quindi non tutti pendolari sono uguali e i più sfortunati sono tutto quelli delle grandi città, dove i numeri di chi si muove ogni giorno sono enormi, e quelli che tentano di muoversi su linee cosiddette secondarie.
Il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, sottolinea che «Il trasporto ferroviario pendolare deve diventare una priorità nazionale negli investimenti e nelle attenzioni. Oggi non è così, e su troppe linee la situazione in questi anni è addirittura peggiorata, con meno treni, convogli vetusti, ulteriori tagli ad interi collegamenti. Emblematica è la situazione della Roma-Ostia Lido e della Circumvesuviana dove ogni giorno oltre 300mila persone subiscono le conseguenze di una gestione indegna per un paese civile. Ma questo non è più accettabile. Il nuovo Governo deve individuare le risorse per il rilancio del trasporto pendolare e procedere al commissariamento dove le Regioni non sono in grado di garantire il servizio».
Le 10 linee peggiori indicate da Pendolaria 2016 sono state scelte in base a criteri relativi alla qualità del servizio, alle proteste degli utenti per i problemi di ritardi e tagli dei treni, alla tipologia dei treni utilizzati sia per capienza sia per età, alla disponibilità di orari adatti all’utenza pendolare, alla frequenza dei convogli, alla condizione delle stazioni.
A guidare la poco onorevole classifica delle tratte peggiori del 2016 sono ancora una volta la Roma –Ostia Lido e la Circumvesuviana. Legambiente spiega che «Nella prima il servizio della linea suburbana gestita da Atac appare totalmente inadeguato alla domanda di spostamento dei circa 100.000 studenti e lavoratori quotidiani. Guasti e problemi tecnici si ripercuotono sugli utenti tra corse che saltano senza che venga fornita un’adeguata informazione e continui ritardi. I circa 28 km che separano la stazione di Porta San Paolo a Ostia Lido vengono coperti con lentezza esasperante da treni vecchi (spesso di oltre 20 anni), sovraffollati, privi di aria condizionata d’estate o riscaldamento d’inverno. Stessa situazione nelle stazioni: le biglietterie solo nel 21,4% dei casi, nel 78,6% non vi è la presenza di personale ferroviario, o è saltuaria, nell’85,7% dei casi i tabelloni elettronici degli orari sono guasti. La Circumvesuviana invece, collega un’area metropolitana di circa due milioni di abitanti e si estende per 142 km distribuiti su 6 linee e 96 stazioni. Qui il pendolare non fa più caso ai ritardi. La speranza, semmai, è che la corsa non venga cancellata e che si arrivi a destinazione senza gravi intoppi perché il peggio non sarebbe il probabile guasto ma l’incidente o il principio di incendio, oppure il finestrino preso a sassate. Fino al 2003 la Circumvesuviana assicurava più di 500 corse al giorno ma oggi i numeri sono dimezzati. Salvo guasti, oggi viaggiano 56 treni, ma ne occorrerebbero almeno 70 per garantire un servizio dignitoso. Ma la débâcle riguarda tutta l’Eav, l’holding (Circumvesuviana, Cumana, Circumflegrea e Metrocampania NordEst) con deciso crollo di utenti su tutte le tratte: da 40 milioni (nel 2010) a 27 milioni sulla Circumvesuviana, da 20 a 11 milioni quelli della Sepsa (Cumana e Circumflegrea); da 67 milioni a 40 quelli di MetroCampania Nordest».
Al terzo posto di questa non certo esaltante classifica c’è la Reggio Calabria-Taranto: «La linea che dovrebbe unire le regioni del Sud, i centri turistici e i porti, garantendo un servizio di qualità per studenti, turisti, lavoratori, attualmente in uno stato di grave degrado. Solo 4 collegamenti al giorno da Reggio a Taranto, per una durata minima di 6 ore e 15 minuti, ma con tre cambi e un tratto in pullman. Molti i tagli: 20% dal 2010, e le cancellazioni: 2 intercity, 4 intercity notte, 5 treni espresso, 7 treni espresso cuccetta, 2 treni interregionali.
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Fonte: Greenreport.it
Autore: redazione Greenreport
Licenza: Copyleft
Articolo tratto interamente da Greenreport.it
Photo credit Van Loon (Own work) [CC BY 3.0], via Wikimedia Commons
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