sabato 31 dicembre 2016

L'anno che verrà


Articolo da Unimondo

Manca pochissimo ormai al countdown di fine anno. Spumante e panettone troneggiano a fianco dell’albero di Natale illuminato a intermittenza ma privo di regali, già portati in dono a familiari e amici. E se il bilancio di questo 2016 poggia ormai quasi esclusivamente sul vissuto personale, per il 2017 ci si affida ancora a quegli appuntamenti, anniversari, impegni fissati a livello nazionale e globale di cui si fornirà di seguito un rapido riepilogo.

Forte attesa c’è senz’altro per il 20 gennaio quando si terrà la cerimonia di avvio della presidenza di Donald Trump, eletto 45° presidente degli Stati Uniti d’America. La cosiddetta “inauguration” si preannuncia di tenore ben diverso rispetto a quella grandiosa di Barack Obama del 2009 e sta già dando alcune grane al neo-eletto presidente, non solo alle prese con uno scarso appoggio da parte delle stelle del panorama musicale e di Hollywood da coinvolgere nei consueti festeggiamenti di inizio mandato ma anche con numerosi manifestanti che si stanno dando appuntamento a Washington per continuare le proteste contro il magnate avviate già all’indomani dei risultati del voto.

Di scontri elettorali alla ricerca di consenso popolare sarà ricca anche l’Europa. Il 23 aprile si terrà il primo turno delle elezioni presidenziali francesi in un confronto tra Marine Le Pen del Fronte Nazionale, François Fillon per i Repubblicani e, probabilmente, Manuel Manuel Valls per i Socialisti; François Hollande, che non ha convinto affatto nel suo mandato, ha deciso di non ricandidarsi visto che i sondaggi lo accreditano come il presidente meno amato dai francesi. A settembre saranno invece i cittadini tedeschi a essere chiamati alle urne per eleggere il nuovo Cancelliere: Angela Merkel si candida al suo quarto mandato ma la proposta alternativa dei socialdemocratici con la candidatura dell’attuale presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz potrebbe rendere ben più difficile che in passato il suo rinnovo nella carica. Seppur non è stata ancora determinata una chiara road map dopo la crisi di governo italiana a seguito delle dimissioni del premier Renzi rassegnate a fronte del netto risultato referendario del 4 dicembre, nel corso del 2017 si andrà senz’altro a votare per il nuovo parlamento: la riformulazione della legge elettorale resta il nodo cruciale delle decisioni che saranno prese in queste settimane da parte del nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni.

Fuor da elezioni saranno inoltre determinanti alcuni processi innescati nel corso del 2016: in primis la Brexit, ossia il processo di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea che dovrebbe concludersi in massimo 2 anni dalla manifestata dichiarazione popolare di secessione dall’UE. Le contraddizioni emerse nel fronte dell’“Exit” all’indomani del referendum del 24 giugno, l’intervento della Corte Costituzionale sulla consultazione popolare e le effettive difficoltà che incontrerebbe la Gran Bretagna sul piano finanziario, commerciale e anche demografico restano elementi di attenta valutazione ma sinora di nessun soluzione; tuttavia, nel corso del 2017, questi dovranno essere obiettivamente sciolti. Circostanza vuole che il 25 marzo di quest’anno ricorra il 60esimo anniversario dei Trattati di Roma, attraverso i quali nel 1957 sono state istituite la Comunità Economica Europea (CEE) e la Comunità Europea dell’Energia Atomica (CEEA), i primi mattoni dell’architettura che avrebbe condotto alla costruzione dell’Unione. A 60 anni dall’Europa unita lo scricchiolio che la Brexit conferisce così come gli agitati venti dell’euroscetticismo indurrebbero un severo piano di azione e di rinnovamento: purtroppo, come già detto, proprio i Paesi fondatori dell’UE nel corso del 2017 saranno più impegnati a guardare al voto nazionale che alle istanze di rinnovamento della vision europea, assenti da troppo tempo. L’accordo internazionale sul clima resta un tema di confronto e discussione mondiale: la coincidenza temporale della Conferenza mondiale sul clima di Marrakesh (COP22) e dell’elezione del presidente Trump, in campagna elettorale fautore di tesi negazioniste dell’esistenza di cambiamenti climatici mondiali, induce a prevedere un dietrofront dell’impegno preso dalla presidenza Obama a Parigi nel dicembre 2015 di una riduzione delle emissioni statunitensi di anidride carbonica. La 23° Conferenza ONU sul Clima si terrà a fine 2017 nelle Isole Fiji: per allora un chiarimento degli impegni presi dai principali Paesi industriali al mondo è d’obbligo.

Continua la lettura su Unimondo


Fonte: Unimondo

Autore: 
Miriam Rossi 

Licenza: Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 2.5 Italia License.

Articolo tratto interamente da 
Unimondo.org



2 commenti:

  1. In attesa di ciò che sarà...
    Con le parole di un altro Schulz, Charles Monroe, "Nella vita non raccogli ciò che semini, raccogli ciò che curi."
    Felice Anno Nuovo!

    RispondiElimina
  2. Quante cose in programma... Ma sinceramente me ne disinteresso sempre di più, non so perché.
    Ne approfitto per mandarti un abbraccio e farti gli auguri di una buona fine 2016 e un grande inizio 2017 :)

    Moz-

    RispondiElimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.