Articolo da Salva le Foreste
Dopo anni di deforestazione, sembrava quasi che l’industria della
carta in Indonesia fosse pronta a cambiare registro. E invece no, le
cose non vanno affatto nella direzione giusta. Pochi giorni fa,
Greenpeace e WWF si sono sganciati dal tavolo con la Asia Pacific
Resources Limited (APRIL) a causa delle informazioni fuorvianti, della
mancanza di trasparenza e della scarsa attuazione degli impegni assunti,
aggravati dalle ripetute violazioni delle leggi e dei regolamenti sulla
tutela delle torbiere. In poche parole, la APRIL non è più affidabile.
Il principale concorrente della APRIL, la Asia Pulp & Paper (APP) non è in una situazione migliore. Così come APRIL, anche la APP è stato sanzionata per una gestione illegale gestione delle torbiere, e questa impresa ha un numero molto più alto di conflitti locali, che si contano a centinaia, e il triplo delle piantagioni su torba gestite in modo irresponsabile.
Infatti per piantare l’acacia la torba viene drenata, la torba
rilascia quantitativi immensi di carbonio, fino a 80 tonnellate per
ettaro ogni anno. Dissolvendosi nell’atmosfera, il suolo si abbassa,
condannando vaste aree a inondazioni (o a infiltrazioni marine) nel
periodo delle piogge. Nella stagione secca invece, a torba degnata
rappresenta una immensa estensione di combustibile per la diffusione di
incendi come quelli che nell’ autunno delle scorso anno hanno causato
100,000 ricoverati, diverse vittime e causato un miliardo di dollari di
danni.
Di fatto, la APP mostra di avere gli stessi problemi della APRIL,
ma su scala più ampia. Inoltre, la APP non ha ancora spiegato come
rifornirà la gigantesca cartiera che sta per iniziare le sue operazioni
Sumatra meridionale.
Tra il 2013 e il 2015, APP e la APRIL, dopo aver spazzato via
milioni di ettari di foreste pluviali, si sono impegnate a fermare la
deforestazione e la distruzione delle torbiere, e a compensare per il
furto di terre. Le associazioni ambientaliste hanno salutato questi
impegni come una nuova speranza di foreste indonesiane e delle comunità
locali. Ma l'attuazione degli impegni ancora non si vede.
Se la il grosso della deforestazione si è fermato, anche perché la maggior parte della foreste era stata già convertita in piantagione, le foreste vengono ancora distrutte nelle aree delle concessioni protette dalla legge. La soluzione dei conflitti sociali va ancora peggio, con un paio di casi risolti contro centinaia che languono. E il vero scandalo resta la torba: entrambe le aziende impegnate a proteggere le torbiere, hanno avviato ambiziosi progetti di monitoraggio, e in qualche caso perfino rinunciato a qualche frazione di piantagione, ma la gran parte delle piantagioni continuano a drenare e erodere la torba, perpetrando ancora una volta massiccio crimine climatico.
Se la il grosso della deforestazione si è fermato, anche perché la maggior parte della foreste era stata già convertita in piantagione, le foreste vengono ancora distrutte nelle aree delle concessioni protette dalla legge. La soluzione dei conflitti sociali va ancora peggio, con un paio di casi risolti contro centinaia che languono. E il vero scandalo resta la torba: entrambe le aziende impegnate a proteggere le torbiere, hanno avviato ambiziosi progetti di monitoraggio, e in qualche caso perfino rinunciato a qualche frazione di piantagione, ma la gran parte delle piantagioni continuano a drenare e erodere la torba, perpetrando ancora una volta massiccio crimine climatico.
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Fonte: Salva le Foreste
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Articolo tratto interamente da Salva le Foreste
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