giovedì 15 maggio 2014

La morte nei cunicoli del profitto

SOMA

Articolo da Il Simplicissimus

Sono sempre più esili le speranze di trovare ancora in vita i minatori rimasti intrappolati a duemila metri di profondità, dopo un’esplosione che ha provocato un incendio e il crollo di parte della miniera di carbone di Soma, nella provincia di Manisa della Turchia nord-occidentale, e che con tutta probabilità si aggiungeranno ai 271 morti in quello che il premier ha definito sfrontatamente un “incidente”.
Non bastassero le statistiche c’è una letteratura sul lavoro nelle miniere, che parla del pericolo, della malattia e della morte come dell’eventualità più certa, come dell’unica garanzia sicura, salvo eccezioni che dimostrano la regola di una attività condotta in condizioni estreme, poco protetta e tutelata, una mansione per disperati.
Ma ci sono anche cantori che hanno alimentato la leggenda epica, a cominciare da Lawrence, raccontando di un attaccamento dei minatori a quei cunicoli, a quelle grotte, a quel pericolo quotidiano, a quel cimento, come una sfida eroica, condotta ogni giorno da spericolati superuomini, da combattenti, che si tramandavano di padre in figlio la scommessa con la morte, col gas insinuante e infido, con le fiammate improvvise, coi crolli rovinosi.
Le cronache di ieri riportano infatti di morti ragazzini, come è tradizione. Come venne taciuto a Marcinelle, come si è sospettato in quell’inanellarsi di “incidenti”, tutti prodotti da incuria, tutti frutto di avidità crudele, tutti figli di un profitto infame che in questa nostra contemporaneità fa morire naufraghi e minatori a centinaia, come fosse un connotato ineliminabile della civiltà. Tanto che oggi sono i Paesei emergenti, che si affacciano prepotentemente sullo scenario mondiale, teatro di tremende tragedie e inumane sopraffazioni: almeno 1.049 lavoratori delle miniere di carbone cinesi sono rimasti uccisi o dispersi nel 2013 a causa delle scarse misure di sicurezza adottate. La stima, riferiscono incoraggianti le autorita’ locali, e’ comunque in calo del 24 per cento rispetto al 2012, quando i decessi furono 1.384; 1.973 nel 2011. E in Sudafrica sta per finire per esaurimento lo sciopero nelle miniere di platino, indetto per esigere misure di sicurezza e un esiguo aumento salariale: due terzi dei lavoratori, stremati da 14 settimane si astensione dal lavoro si sono arresi.

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Fonte: Il Simplicissimus

Autore: Anna Lombroso


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Articolo tratto interamente da Il Simplicissimus


Photo credit Bünyamin Salman caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons


2 commenti:

  1. Poveri minatori, quando sento queste notizie rimango esterrefatta...penso a quanti fanno una vita così terribile e sacrificata, almeno dovrebbero avere delle condizioni di sicurezza..Non è possibile che accadano ancora cose del genere nell'indifferenza generale!!

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  2. Non è stata data particolare importanza alla drammatica notizia, quasi non fosse rilevante, rilevanti sono altre storie, quelle dei politici per esempio, ripetute allo sfinimento. E la disperazione? Disperazione delle famiglie, il lutto, l'orrore per una grande tragedia..meglio far finta di nulla, ascoltiamo pagliacci che sul palco gridano per un cadrega che sia garante per il loro bel "vivre" .

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