Articolo da China Files
Sveglia presto per andare a lavoro, uno sguardo fuori dalla finestra. Oggi non tira il vento e il cielo di Pechino è nuovamente pallido e nebbioso. Una rapida occhiata all’Indice di Qualità dell’Aria (AQI) giusto per aver conferma di quanto i nostri occhi e polmoni constatano naturalmente: anche oggi serve la mascherina, l’indice è nuovamente sopra i 300.
Sulla strada gran parte delle persone pare non curarsi di tutto ciò, corre e fa attività fisica normalmente. Un camion scarica quintali di pannelli polverosi sul marciapiede accanto a dei bambini che giocano a rincorrersi. Penso di aver già visto quei pannelli, quando li smaltirono nel panificio di famiglia, e poi subito realizzo e premo la mascherina con la mano trattenendo il respiro mentre passo in mezzo a quella nube polverosa ed estremamente cancerogena composta da fibre di amianto.
Sapevo che chi respira l’amianto (shímián lett. “cotone di pietra”) ha grandi possibilità di imbattersi in gravi forme di cancro anche dopo 40 anni. Sapevo anche che la Cina era la più grande consumatrice di amianto al mondo (circa 600mila ton/anno), e che anche gli USA permettono ancora il suo utilizzo anche se con restrizioni. Eppure vedere degli operai, dei ragazzini, che si suicidano con le loro stesse mani mettendo al repentaglio inconsapevolmente la vita di tutti coloro che li circondano mentre lavorano, e persino la vita di chi gli lava i vestiti, è come un pugno allo stomaco, una brutta indigestione di consapevolezza.
Li Qiang, direttore esecutivo di China Labor Watch, che monitora le violazioni sul posto di lavoro, ha dichiarato che le linee guida del Governo cinese offrono protezioni e tutele per i lavoratori. Tuttavia, nonostante Pechino nel 2004 abbia consentito l’utilizzo di materiali privi di asbesto in campo edile e proibito nuove costruzioni in amianto, nel resto della Cina l’utilizzo del crisotilo è in ampio sviluppo. Nel 2010, la più grande lobby cinese della produzione industriale di asbesto ha nuovamente ribadito che l’amianto è un materiale sicuro di cui gli effetti dannosi vengono esagerati in maniera del tutto infondata.
Jukka Takala, direttore dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul posto di Lavoro (OSHA) afferma che entro l’anno 2035 sono previsti più di 15mila decessi legati al mesotelioma, al cancro ai polmoni e ad altre malattie correlate all’utilizzo dell’amianto. Del resto, in Cina vi sono oggi più di 30 miniere di amianto che danno lavoro a circa 120 mila persone.
Più di un milione di operai si occupano della lavorazione dell’asbesto, mentre altri 800 mila smantellano navi costruite con parti in amianto per poi riciclarle. Ogni giorno 80 milioni di persone entrano in contatto con questo materiale nelle loro abitazioni. Nella sola provincia dello Zhejiang, nel 2008, gran parte delle supervisioni delle officine che lavorano il crisotile danno esiti insufficienti. Le precauzioni e le mascherine utilizzate non proteggono adeguatamente, a tal punto che ben 5 lavoratori su 8 presentano gravi problemi ai polmoni.
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Fonte: China Files
Autore: Gian Luca Atzori
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Articolo tratto interamente da China Files
accipicchia non lo sapevo, praticamente un disastro per la salute umana, un abbraccio SILVIA
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