Articolo da Sbilanciamoci.info
Si parla spesso oggi della crescente divergenza tra i redditi dell'1 per cento e quelli del restante 99 per cento della società. Ma pochi sanno che ancora maggiore è la forbice è la forbice che si è creata tra i redditi dell'1 per cento e quelli dello 0,1 e 0,01 per cento, gli iper ricchi della società
Si parla tanto della crescente divergenza, iniziata negli anni ottanta e oggi arrivata ai massimi storici, tra i redditi del famoso 1% e quelli del restante 99% della società. Ma pochi sanno che ancora maggiore è la forbice che si è venuta a creare tra i redditi dell’1% e quelli dello 0.1 e 0.01% – ovvero di quelli che potremmo chiamare gli “iper-ricchi”. Le disuguaglianze interne all’1% – ovvero tra lo 0.01% al top della piramide e il restante 1% –, sono infatti così estreme da annullare praticamente, in termini relativi, le differenze di reddito tra l’1% e il restante 90% della società (che rimangono comunque enormi e socialmente più rilevanti considerata la fetta di ricchezza “catturata” dall’1%), come mostra il seguente grafico, relativo agli Usa.
I dati raccolti del World Top Incomes Database mostrano che nel 2012 l’1% delle famiglie statunitensi più ricche ha guadagnato “solo” 41 volte di più di quello che hanno guadagnato in media il 90% delle restanti famiglie. Nel caso dello 0.1% la proporzione era di un incredibile 206 a 1. Nel 1990 il moltiplicatore dell’1% e dello 0.01% era rispettivamente di 87 e 21, e nel 1980 di 47 e 14. I ricercatori chiamano questo fenomeno, in cui si osserva lo stesso profilo di concentrazione indipendentemente dalla scala di osservazione, “disuguaglianza frattale”. Ma chi sono questi iper-ricchi? Come era intuibile, due su cinque sono manager e amministratori delegati, e uno su cinque lavora nella finanza. Queste figure professionali, ovviamente, sono sempre state in cima alla scala sociale; quello che è cambiato negli ultimi decenni è quello che si portano a casa a fine mese. Uno studio dell’Economic Policy Institute ha rivelato che le retribuzioni degli amministratori delegati, negli Stati Uniti, sono aumentati del 725% in termini reali tra il 1978 e il 2011 – un margine di cresciuta enormemente superiore alla crescita dei valori di borsa o degli utili societari (per chi fosse tentato di pensare che in fondo “se lo sono guadagnato”). Nello stesso periodo il salario medio è cresciuto solo del 5.7%. Se nel 1965 il rapporto tra la retribuzione del lavoratore medio e quello del top manager era di 18 a 1, nel 2011 era arrivato a 209 a 1. Ma la verità è che il grosso della crescente fetta della ricchezza nazionale che finisce nelle tasche degli iper-ricchi, negli Usa e altrove, non è neanche imputabile ai loro salari da capogiro, ma semplicemente… al fatto che sono ricchi. Nel caso dell’1%, dello 0.1% e dello 0.01% rappresentati nel grafico sopracitato, infatti, i capital gains – ovvero i redditi da capitale, quelli che ricevi per il semplice fatto di avere dei soldi da investire, magari perché ci sei nato – rappresentano rispettivamente il 22, il 33 il 42 del loro reddito medio. Nel caso dei 400 più ricchi d’America, la percentuale arriva addirittura al 50%. In pratica, più uno è ricco è più diventa sempre più ricco per il semplice fatto di essere ricco.
Continua la lettura su Sbilanciamoci.info
Autore: Thomas Fazi
Licenza: Copyleft
Articolo tratto interamente da Sbilanciamoci.info
I dati raccolti del World Top Incomes Database mostrano che nel 2012 l’1% delle famiglie statunitensi più ricche ha guadagnato “solo” 41 volte di più di quello che hanno guadagnato in media il 90% delle restanti famiglie. Nel caso dello 0.1% la proporzione era di un incredibile 206 a 1. Nel 1990 il moltiplicatore dell’1% e dello 0.01% era rispettivamente di 87 e 21, e nel 1980 di 47 e 14. I ricercatori chiamano questo fenomeno, in cui si osserva lo stesso profilo di concentrazione indipendentemente dalla scala di osservazione, “disuguaglianza frattale”. Ma chi sono questi iper-ricchi? Come era intuibile, due su cinque sono manager e amministratori delegati, e uno su cinque lavora nella finanza. Queste figure professionali, ovviamente, sono sempre state in cima alla scala sociale; quello che è cambiato negli ultimi decenni è quello che si portano a casa a fine mese. Uno studio dell’Economic Policy Institute ha rivelato che le retribuzioni degli amministratori delegati, negli Stati Uniti, sono aumentati del 725% in termini reali tra il 1978 e il 2011 – un margine di cresciuta enormemente superiore alla crescita dei valori di borsa o degli utili societari (per chi fosse tentato di pensare che in fondo “se lo sono guadagnato”). Nello stesso periodo il salario medio è cresciuto solo del 5.7%. Se nel 1965 il rapporto tra la retribuzione del lavoratore medio e quello del top manager era di 18 a 1, nel 2011 era arrivato a 209 a 1. Ma la verità è che il grosso della crescente fetta della ricchezza nazionale che finisce nelle tasche degli iper-ricchi, negli Usa e altrove, non è neanche imputabile ai loro salari da capogiro, ma semplicemente… al fatto che sono ricchi. Nel caso dell’1%, dello 0.1% e dello 0.01% rappresentati nel grafico sopracitato, infatti, i capital gains – ovvero i redditi da capitale, quelli che ricevi per il semplice fatto di avere dei soldi da investire, magari perché ci sei nato – rappresentano rispettivamente il 22, il 33 il 42 del loro reddito medio. Nel caso dei 400 più ricchi d’America, la percentuale arriva addirittura al 50%. In pratica, più uno è ricco è più diventa sempre più ricco per il semplice fatto di essere ricco.
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Fonte: Sbilanciamoci.info
Autore: Thomas Fazi
Licenza: Copyleft
Articolo tratto interamente da Sbilanciamoci.info
divergenze davvero incolmabili soprattutto per il fatto che nessuna politica economica cerca di risolverle
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