Articolo da Il FattoQuotidiano.it
Nemmeno il tempo di chiudere ufficialmente la vicenda relativa al deposito di stoccaggio gas a Rivara che nella ‘bassa’ modenese ritorna il fantasma delle trivellazioni. Anzi, delle fatturazioni idrauliche per la precisione. Questa volta al vaglio del ministero dell’Ambiente c’è una domanda presentata da una società milanese, la Exploenergy S.r.l, per individuare, nel sottosuolo compreso tra i comuni di Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Camposanto, Ravarino, Bomporto e San Felice sul Panaro, in pieno ‘cratere’, insomma, lo ‘shale gas’ o gas da argille. Un gas naturale ricavato da giacimenti non convenzionali di rocce sedimentarie, perlopiù argille parzialmente diagenizzate, che si sono formati in aree coperte da acqua superficiale. Gas estraibile attraverso perforazioni orizzontali e fatturazioni idrauliche, quindi, interventi di ‘fracking’ che però destano preoccupazione e paura in una terra terremotata.
Nemmeno il tempo di chiudere ufficialmente la vicenda relativa al deposito di stoccaggio gas a Rivara che nella ‘bassa’ modenese ritorna il fantasma delle trivellazioni. Anzi, delle fatturazioni idrauliche per la precisione. Questa volta al vaglio del ministero dell’Ambiente c’è una domanda presentata da una società milanese, la Exploenergy S.r.l, per individuare, nel sottosuolo compreso tra i comuni di Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Camposanto, Ravarino, Bomporto e San Felice sul Panaro, in pieno ‘cratere’, insomma, lo ‘shale gas’ o gas da argille. Un gas naturale ricavato da giacimenti non convenzionali di rocce sedimentarie, perlopiù argille parzialmente diagenizzate, che si sono formati in aree coperte da acqua superficiale. Gas estraibile attraverso perforazioni orizzontali e fatturazioni idrauliche, quindi, interventi di ‘fracking’ che però destano preoccupazione e paura in una terra terremotata.
Perché non è passato molto tempo da quando si parlò della possibilità di costruire un impianto di stoccaggio gas proprio in Emilia, vittima di una serie di fenomeni sismici violenti che, un anno fa, a maggio, provocarono 27 vittime, 350 feriti e 16 mila sfollati. Da quando, insomma, le istituzioni locali, la Regione capofila, dissero: “è pericoloso trivellare in una zona ad alto rischio sismico”. E nella ‘bassa’, sebbene l’iter per le trivellazioni sia ancora agli albori, “sappiamo solo che una società milanese ha messo a punto un progetto per la ricerca dello shale gas, ma non ci sono ancora autorizzazioni”, spiega il senatore democratico modenese Stefano Vaccari, sindaci, associazioni e cittadini sono già sul piede di guerra.
“Purtroppo – racconta Vaccari, che insieme alla deputata Pd Manuela Ghizzoni presenterà due interrogazioni, una al Senato e una alla Camera, per chiedere maggiore attenzione da parte del governo sulla questione – queste compagnie pensano che fenomeni naturali come i terremoti non debbano condizionare le scelte industriali o finanziarie, com’è accaduto per Rivara, e credono che si debba procedere nonostante tutto. Noi non siamo d’accordo”.
E non lo sono nemmeno i cittadini, che per anni hanno lottato contro Stato, Erg e Independent Resources allo scopo di ottenere lo stop definitivo a un progetto, quello per lo stoccaggio di gas, nei loro territori, riqualificati ad alto rischio sismico proprio in seguito al terremoto. E che oggi devono fare i conti con la richiesta di un “permesso di ricerca in terraferma” per un’area di 656 chilometri quadrati tra le provincie di Modena, Ferrara e Bologna.
Continua la lettura su Il Fatto Quotidiano
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia License.
Articolo tratto interamente da IlFattoQuotidiano.it
Articolo tratto interamente da IlFattoQuotidiano.it
ho letto il titolo del tuo post e gia mi dice che vogliono causare un disastro di non ugual misura!!!
RispondiEliminasinceramente non mi pare il caso di trivellare in zone così a rischio...
RispondiEliminaun abbraccio
Gli interessi economici prevalgono sul benessere del popolo, siamo sacrificabili di fronte al dio denaro.
RispondiEliminaQuale pazzia!
RispondiEliminaIl Terremoto in Oklahoma del 2011 potrebbe essere riconducibile alle pratiche di estrazione nel sottosuolo con iniezione di acque reflue http://yaleglobal.yale.edu/content/oklahoma-earthquake-linked-oil-extraction-wastewater
RispondiElimina