La Gioconda, nota anche come Monna Lisa, è un dipinto di Leonardo da Vinci che mostra una donna con un'espressione pensierosa e un leggero sorriso quasi enigmatico. È forse uno dei dipinti più famosi al mondo, essendo un'icona stessa della pittura, o delle arti visuali in generale.
Venne dipinto a Firenze tra il 1503 e il 1506. È proprietà dello Stato francese ed è esposta al Museo del Louvre di Parigi.
Si tratta di una pittura ad olio su legno di pioppo che misura 77x53 cm.
Il nome "la Joconda" compare per la prima volta in un documento del 1525 in cui vengono elencati alcuni dipinti che si trovano tra i beni di Gian Giacomo Caprotti detto "Salai", allievo di Leonardo che seguì il maestro in Francia. Un secolo dopo, nel 1625, il ritratto chiamato "la Gioconda" viene descritto da Cassiano dal Pozzo tra le opere delle collezioni reali francesi. In particolare il dipinto di Leonardo sarebbe stato esposto nella Salle de Bain del castello di Fontainebleau.
L'identità della donna ritratta nel dipinto non è del tutto certa, anche se recentemente lo studioso fiorentino Giuseppe Pallanti, avrebbe confermato le testimonianze del Vasari che riconosceva in Lisa Gherardini la modella del celebre quadro. Lisa sarebbe stata una esponente di un ramo secondario della famiglia Gherardini che venne in gran parte esiliata durante la guerra civile tra guelfi e ghibellini. Lisa, andata come seconda moglie in sposa a Francesco Bartolomeo del Giocondo (da cui il nome di "Gioconda"), fu secondo alcuni storici una amante di uno dei Medici. La stessa famiglia Gherardini, per bocca della Contessa Cinzia, discendente della casata, ha più volte confermato la tesi del Vasari. Vasari però ha lasciato una descrizione del quadro che non corrisponde alla realtà: Vasari esalta l'abilità straordinaria di Leonardo nel descrivere la peluria delle sopracciglia (che la Gioconda non ha), descrive anche la lunghezza arcuata delle ciglia (che sono invece corte), esalta le fossette sulle guance (fossette che non ci sono). Negli ultimi giorni è stato scoperto che tutto ciò che Vasari aveva detto corrisponde alla realtà: infatti si è verificato che fu molte volte modificata e prima aveva sopracciglia e ciglia lunghe.
A sostegno delle testimonianze del Vasari, nel 2005 il Professor Veit Probst, storico e direttore della Biblioteca di Heidelberg in Germania, ha annunciato il ritrovamento effettuato dallo studioso Armin Schlechter di un appunto datato 1503 che conferma inequivocabilmente l'identità di Lisa e la tesi del Vasari. Nell'appunto infatti il Cancelliere fiorentino Agostino Vespucci afferma che Leonardo sta lavorando al ritratto di Lisa del Giocondo: Apelles pictor. Ita Leonardus Vincius facit in omnibus suis picturis, ut enim caput Lise del Giocondo et Anne matris virginis. Videbimus, quid faciet de aula magni consilii, de qua re convenit iam cum vexillifero. 1503 octobris.
Precedenti ricerche affermavano già che si trattasse della benestante signora fiorentina, Madonna Lisa del Giocondo, da cui deriva l'altro nome con cui è conosciuto il ritratto, ma non ne avevano prove documentarie.
Un'altra ipotesi recente, avanzata dalla studiosa tedesca Magdalena Soest e presa in considerazione anche dagli esperti del Museo di San Pietroburgo, in Russia, si basa sulla scoperta di un fatto nuovo: la sovrapponibilità dei lineamenti del volto di Monna Lisa con quelli della dama del ritratto di Caterina Sforza di Lorenzo di Credi, conosciuto anche come ritratto della "Dama coi gelsomini". A questo punto, risulterebbe che il personaggio storico che ha ispirato Leonardo altri non sarebbe che Caterina Sforza, all'epoca personaggio di fama, perché già signora di Forlì e Imola negli ultimi anni del XV secolo. Il ritratto di Caterina Sforza è attualmente conservato nella pinacoteca della città di Forlì.
Secondo un'ulteriore ipotesi recente, la Gioconda potrebbe raffigurare invece Bianca Sforza, figlia primogenita di Ludovico il Moro, morta avvelenata nel 1496 o comunque una donna lombarda. Tale ipotesi è ritenuta possibile in base ad un foglio del Codice Atlantico dell'Ambrosiana di Milano, nel quale sono presenti alcuni studi di Leonardo riconducibili alla Gioconda e relativi ad un volto molto somigliante, ad un particolare decorativo presente nell'abito della donna, e al paesaggio che è almeno in parte legato al territorio lariano.
Il dipinto è stato restaurato varie volte: analisi ai raggi X hanno mostrato che ci sono tre versioni della Monna Lisa, nascoste sotto quella attuale. Secondo studi datati settembre 2006 effettuati dal Centro Nazionale di Ricerca e Restauro dei Musei di Francia sembrerebbe che la donna, identificata come Lisa Gherardini, fosse ricoperta da un fine velo di mussolina, che all'epoca era portato dalle donne in attesa o che avevano appena dato alla luce un figlio. La vernice aveva finora nascosto questo dettaglio, che può ora spiegare l'enigmatico sorriso con lo stato interessante della donna. Da questi sofisticati studi sull'immagine è emerso il particolare che dietro il dipinto vi è lo schizzo inciso sul legno da Leonardo, il quale prima di dipingere il quadro ne avrebbe abbozzato la struttura. Dove appare la figura di Monna Lisa con una cuffia, sarà stato di certo un ripensamento dello stesso artista, perché difatti è noto a noi che la Gioconda porta i capelli liberi.
A causa della sopraffacente statura del quadro, i dadaisti e i surrealisti ne hanno spesso prodotto modifiche e caricature, ad esempio aggiungendo dei baffi sul volto della donna. Il dipinto è stato riprodotto in serie, come poster, da Andy Warhol.
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Questo articolo è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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