Articolo da Lipu
Oggi la Commissione europea ha pubblicato il nuovo pacchetto “semplificazione (Omnibus V) che questa volta riguarda le normative ambientali. Questo testo conferma ciò che la società civile, gli scienziati e i cittadini preoccupati segnalano da mesi: la Commissione Von der Leyen sta smantellando decenni di protezioni della natura conquistate a fatica, mettendo a rischio l'aria, l'acqua e la salute pubblica in nome della competitività.
Insieme alla proposta Omnibus è stata emanata anche il pacchetto sulle reti energetiche, che include una proposta di direttiva sull'accelerazione delle energie rinnovabili, che nasconde di fatto un’ulteriore possibile deregulation sulle norme autorizzative per questi impianti.Queste proposte non sono adeguamenti isolati o tecnici: fanno parte di un più ampio schema di attacchi, dall'indebolimento del regolamento UE sulla deforestazione alla riduzione delle protezioni contro le sostanze chimiche e i pesticidi, aprendo la porta a un aumento dell'inquinamento. Questo smantellamento va oltre la politica ambientale, stanno minando il processo democratico Europeo.
Negli scorsi mesi 200mila cittadini hanno inviato nell’ambito delle procedure di consultazione europee, la richiesta di un rafforzamento della legislazione ambientale e non di deregolamentazione, supportando la campagna HandOffNature.
Questi appelli, che si uniscono alla voce degli esperti, sono stati finora ignorati, sollevando serie preoccupazioni sulla legittimità di questo modo di procedere della Commissione. Ciò è dimostrato dal parere emesso la scorsa settimana da parte del Mediatore europeo nella “semplificazione” della Pac 2024 definita “cattiva amministrazione”.
I presunti “risparmi economici e tagli burocratici” proclamati dalla Commissione non sono accompagnati da alcuna valutazione d'impatto e si concentrano solo sulla riduzione dei costi di conformità, ignorando il prezzo molto più elevato dell'inquinamento, del declino degli ecosistemi e dei disastri legati al clima. Le loro stesse stime mostrano che l'attuazione debole o mancante delle leggi ambientali costa già all'Europa circa 180 miliardi di euro all'anno in termini di impatto sulla salute e danni ambientali.
L'Omnibus ambientale rappresenta, dunque, una grave minaccia per gli ecosistemi europei e la salute pubblica:
• Maggiore inquinamento industriale e chimico: minando la direttiva sulle emissioni industriali ed eliminando la banca dati Scip (la banca dati contenente informazioni relative a sostanze che destano preoccupazione), e inoltre compromettendo l'ambizione dell'UE in materia di economia circolare, si permette all'inquinamento industriale di persistere più a lungo, esponendo le comunità a emissioni nocive prevenibili e aumentando l'esposizione umana a sostanze chimiche tossiche.
• Acqua non sicura: la revisione annunciata e l'indebolimento della direttiva quadro sulle acque sono altamente allarmanti. Gli ecosistemi di acqua dolce sono già in condizioni critiche e ulteriori danni aggraveranno i rischi per la salute, riducendo al contempo la loro capacità di proteggerci dai disastri climatici. In sostanza, un regalo alle industrie a un costo enorme per le persone e la natura.
• La salute dei cittadini europei è gravemente a rischio. Mentre alcune potenti industrie ne trarranno vantaggio, normative più deboli aumenteranno l'esposizione a sostanze chimiche tossiche, peggioreranno la qualità dell'aria e dell'acqua e aumenteranno i rischi a lungo termine per le comunità. Questi passi indietro smantellano le misure di protezione contro il cancro, le malattie respiratorie e i danni ambientali. L'UE dovrebbe invece rafforzare le protezioni per preservare la salute pubblica e garantire un ambiente pulito, sicuro e sano.
Un’ulteriore campanello d’allarme è il lancio di uno “stress test” per la direttiva Uccelli e Habitat. Questa richiesta è fuori dal contesto dell'attuale crisi della biodiversità. Ecosistemi sani sono fondamentali per combattere il cambiamento climatico, ma la Commissione sembra trascurare questo aspetto, ignorando gli avvertimenti scientifici.
"Le direttive Uccelli e Habitat - afferma Claudio Celada, direttore Conservazione natura Lipu-BirdLife Italia – sono la spina dorsale della protezione della natura in Europa. Indebolirle ora non solo cancellerebbe decenni di progressi conquistati con fatica, ma spingerebbe anche l'UE verso un futuro in cui gli ecosistemi e le comunità che da essi dipendono sarebbero esposti a pericoli. La Commissione dovrebbe sostenere un maggiore coinvolgimento e un'attuazione più rigorosa, in linea con quanto stabiliscono le direttive.
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Fonte: Lipu
Autore: Lipu
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Articolo tratto interamente da Lipu







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