Articolo da Pressenza
Macerata tre febbraio 2018. Un giovane di 28 anni
spara dalla sua auto in corsa contro i neri. Sei feriti gravi. Vari
negozi vengono colpiti dai suoi proiettili compresa una sede del PD. Poi
si fa arrestare davanti al monumento ai caduti mentre fa il saluto
romano avvolto nel tricolore e mentre grida “viva l’Italia”. Ha sul
petto un tatuaggio nazista. I carabinieri hanno sequestrato nella casa dove viveva una copia del Mein Kampf di Hitler, una bandiera con la croce celtica e altre pubblicazioni riconducibili all’estrema destra nazifascista.
Si chiama Luca Traini, ex candidato della Lega in una elezione comunale
di un paese del maceratese, e al quale CasaPound e Forza Nuova
pagheranno le spese legali. L’arma con cui ha sparato era legalmente
posseduta. Pur essendo un nazifascista aveva il porto d’armi.
Questo in estrema sintesi ciò che è avvenuto a
Macerata. È un fatto non nuovo. Non è la prima strage di immigrati che
viene eseguita nel nostro paese. L’elenco delle vittime è lungo.
Luca Traini è un nazifascista. È lui stesso che lo
sostiene sia con i gesti che ha compiuto, sia con i simboli che ha
ostentato, sia con i gruppi politici a cui ha appartenuto (Terza
Posizione da cui discendono Forza Nuova e Casa Pound) e che ora gli
esprimono solidarietà. Una solidarietà articolata, che va da quella
aperta e senza mezzi termini di Forza Nuova e Casa Pound, a quella della
Lega di Salvini che lo ha avuto come proprio candidato.
Per i fascio-leghisti, che si spalleggiano a vicenda,
il problema sono gli immigrati. Loro ce l’hanno particolarmente con i
neri e con quelli di religione islamica. Per chi uccide o tenta di
uccidere e semina terrore si cercano le giustificazioni. Parlano di
“scontro sociale” che sarebbe provocato dagli immigrati, rei di
“immigrazione incontrollata”. Per chi è ucciso o ferito nulla, neppure
una parola di solidarietà. È la vecchia storia di tutti i razzisti di
ogni tempo e di ogni latitudine. La colpa di ciò che fanno è sempre
delle vittime, non di chi li uccide o li perseguita.
Tutti i razzisti, quando sono presi con le mani nel
sacco dicono, sempre: “Io non sono razzista ma….”. Oppure dicono: “io
non sono razzista però…”. Oppure ancora: “Ciò che ha fatto chi ha ucciso
va condannato, dopodiché…”.
C’è sempre un “ma”, un “però”, un “dopodiché” per
tentare di giustificare la loro ignominia e confondere le carte.
Scaricano sempre il loro razzismo sulle vittime. Se un nero viene
aggredito o magari ucciso la colpa è sicuramente sua e non di chi lo ha
ucciso. È stato ed è ancora così per l’antisemitismo, la cui colpa è
stata da alcuni millenni sempre scaricata sugli stessi ebrei. I razzisti
si auto-assolvono e dichiarano di non avere alcuna responsabilità e
anzi accusano il governo, come stanno facendo in queste ora il “capo
politico “ della Lega Salvini e quella di Fratelli d’Italia Giorgia
Meloni. E se un nero viene accusato di aver commesso un reato, viene già
condannato prima ancora del processo e della verifica dei fatti. La sua
colpa è quella di essere un immigrato, peggio se senza permesso di
soggiorno. Giustificano la “giustizia fai da te” e le rappresaglie
contro chiunque appartenga allo stesso gruppo sociale di chi è accusato
di aver commesso un reato. Se un nero viene accusato di aver commesso un
reato, tutti i neri vengono accusati dello stesso reato e contro di
loro scatta la ritorsione immediata, anche senza alcun processo.
Il Salvini fa finta di dimenticare le condanne che
molti dirigenti del suo partito hanno subito per razzismo, a cominciare
da un certo Gentilini, già sindaco di Treviso. Il Salvini dimentica i
cori razzisti contro i napoletani a cui ha partecipato personalmente,
con tanto di video ricordo. Dimentica le iniziative razziste contro gli
immigrati di personaggi come Borghezio, quello che andava a disinfettare
i vagoni ferroviari dove sedevano i neri, o le continue dichiarazioni
razziste nei confronti dei meridionali contro cui, nei primi anni della
Lega Nord, si esercitava il razzismo padano. Il razzismo ed il fascismo
della Lega di Salvini è tutto documentato, porcata per porcata, non è
una nostra invenzione. Lo abbiamo già segnalato sul nostro giornale e lo
facciamo di nuovo. Ci riferiamo al libro dal titolo “Svastica verde –
Il lato oscuro del va’ pensiero leghista” di Walter Peruzzi e Gianluca
Paciucci, Editori Riuniti 2011.
Scrivono Peruzzi e Paciucci nel loro libro: «Grazie
anche alla tolleranza di alleati od oppositori, che si spingono talvolta
sullo stesso terreno nell’illusione di captare consensi, il leghismo è
riuscito a fare del razzismo un senso comune, sfociato, come oramai
molti studi documentano, nel moltiplicarsi delle violenze a sfondo
razziale»[1]. Chi semina vento raccoglie tempesta. Chi diffonde odio genera violenza.
Licenza:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.
Caro Vincenzo, r^sarebbe la soluzione ideale, ma molto difficile da fare.
RispondiEliminaQueste organizzazioni si scoprono sempre quando è troppo tardi.
Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
La legge n. 645/1952 sanziona chiunque promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche.
EliminaLa legge c'è, basta applicarla.
Ben detto!
RispondiEliminaIl post è molto chiaro.
EliminaNessuno dei partiti italiani è completamente innocente, ma ai miei occhi la Lega è responsabile del maggiore sfascio socio-culturale, prima per decenni ha messo contro gli italiani del Nord contro quelli del Sud, adesso fa la stessa cosa contro i non italiani. Inutile dire adesso che non c'entrano, a furia di soffiare sulle braci prima o poi il fuoco lo accendi per davvero.
RispondiEliminaLe parole devono essere sempre ben dosate e dalla Lega escono solo parole d'odio.
Elimina