Articolo da Media Inaf
La prima delle due missioni ExoMars, frutto di una collaborazione tra Agenzia Spaziale Europea e Roscosmos, ha intrapreso il lungo volo che tra sette mesi la porterà a Marte, dove inizierà le sue indagini alla ricerca di attività geologica o addirittura biologica – presente o passata – sul Pianeta rosso.
«L’Europa e l’Italia sono di nuovo in viaggio verso Marte, questa volta con l’ambizioso obiettivo di raccogliere informazioni fondamentali sulla sua atmosfera e sulla sua superficie, per capire se il pianeta ha ospitato o, magari, ancora ospita forme di vita» dice Nicolò D’Amico, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. «C’è molto INAF in questa missione, e sono convinto che le nostre ricercatrici e i nostri ricercatori saranno protagonisti e potranno svelare alcuni dei segreti che il Pianeta rosso ancora conserva».
Il razzo Proton che ha portato ExoMars nello spazio si è staccato alle 10 e 31, ora italiana, della mattina di lunedì 14 marzo dal cosmodromo di Baikonour, in Kazakistan. Le successive fasi di separazione dei vari stadi si sono completate con successo e i primi segnali captati dalla base ASI di Malindi in Kenia e ricevuti al centro di controllo ESA di Darmstadt in Germania hanno confermato che il veicolo spaziale è completamente funzionante e sulla giusta rotta verso Marte.
A bordo del Trace Gas Orbiter (TGO), il veicolo spaziale che rimarrà in orbita attorno a Marte, e di Schiaparelli, il lander che si poserà sulla sua superficie, sono presenti strumenti scientifici che vedono un fondamentale contributo italiano, sia dal punto di vista scientifico con l’Istituto Nazionale di Astrofisica e altri centri di ricerca e Università, sia dal punto di vista tecnologico e industriale, con Thales Alenia Space Italia alla guida della progettazione di entrambe le missioni ExoMars e il forte supporto fornito dall’Agenzia Spaziale Italiana.
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Fonte: Media Inaf
Autore: redazione Media Inaf
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