venerdì 24 aprile 2015
L'Agnese va a morire: recensione del film
L'Agnese va a morire è un film del 1976 diretto da Giuliano Montaldo.
Trama
Agnese è una donna di mezza età di Comacchio che vive con suo marito Palita, membro della Resistenza. Un giorno il marito viene deportato in un campo di concentramento, dove morirà; a causa della sua perdita ella vuole aiutare i compagni portando cibo, informazioni, armi e notizie da un paese all'altro. Agnese diventa quindi una staffetta partigiana: la sua vita prosegue così per sei mesi ma un giorno un soldato tedesco uccide per gioco la sua gatta nera e la notte stessa Agnese lo colpisce spaccandogli la testa con il calcio di un mitra e lasciandolo per morto.
Agnese deve scappare e, di conseguenza, entrare a far parte della vita clandestina della Resistenza, divenendo "mamma Agnese": prepara pasti per partigiani, controlla che ci siano provviste per tutti, esegue lavori casalinghi, per non farsi notare dai tedeschi e per non essere uccisa. Quando, nell'ultimo duro inverno, un gruppo di partigiani viene tradito e sterminato da tedeschi appostati lungo il percorso che dovrebbe portarli oltre le linee, Agnese disobbedisce al Capo nascondendo in casa i superstiti.
I partigiani non sono ben visti dalle persone e sottovalutati anche dalle truppe amiche e, dopo la disfatta della battaglia partigiana, Agnese ritorna ad operare come staffetta ma, durante un rastrellamento, viene riconosciuta dall'ufficiale del soldato che lei credeva di aver ucciso e che invece aveva solo ferito e viene da lui uccisa.
Curiosità sul film
Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Renata Viganò.
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2 commenti:
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Avevo visto il film tantissimi anni fa!
RispondiEliminaProfondo e profondamente emotivo. Avevo pianto vedendolo. Ricordavo i racconti dei miei sul periodo e mi pareva di viverli di persona.
Mi pare fosse Ingrid Thulinnn l'attrice protagonista. Una interpretazione notevole, vera. Realistica.
Grande film!
Non ho avuto l'occasione di vederlo questo film molto interessante per tutti.
RispondiEliminaSpero che mi capiti l'occasione di vederlo, caro Vincenzo.
Buona serata caro amico.
Tomaso