Articolo da LInfAlab
Irritazione, fastidio. Quando non addirittura ansia o al contrario
stanchezza e apatia. Si chiama annoyance ed è una delle conseguenze più
comuni da inquinamento acustico. L’orecchio umano, si usa dire, non
riposa mai. Reclama rispetto. Eppure vivere in città, spesso, non aiuta a
godere dei suoni del mondo che ci circonda, quanto piuttosto induce a
soffrire dei rumori “urbani”.
Prestare orecchio sin da piccoli
Un recente studio presentato dall’Associazione italiana acustica (Aia)
ha calcolato che nella città di Pisa sono 38 gli istituti scolastici a
presentare un grado di rumorosità ambientale superiore al valore diurno
del Piano comunale di classificazione acustica. Di questi, ben 18 hanno
condizioni di rumorosità superiori a quelli massimi consentiti
dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Le malattie da inquinamento acustico
Tutto questo cosa significa? Che le ripercussioni a livello sanitario possono sopraggiungere sin dalla tenera età. L’Istituto Superiore della Sanità
mostra il quadro delle problematiche legate all’eccessiva esposizione
allo smog acustico: innanzitutto, la sordità, causata dalla progressiva
perdita delle cellule uditive, processo irreversibile preceduto dalla
cosiddetta “fatica uditiva” (Aumentare progressivamente l’intensità
della stimolazione sonora per ottenere la stessa sensazione uditiva. Gli
insegnanti, ma soprattutto gli alunni, ne sanno qualcosa!)
I rischi vanno ben oltre le nostre orecchie e coinvolgono l’apparato
cardiocircolatorio (ipertensione, ischemia miocardica), l’apparato
digerente (ipercloridria gastrica, spasmi muscolari), l’apparato
endocrino (aumento della quota di ormoni di tipo corticosteroideo) fino a
“disturbare” il cervello (quadri neuropsichici a sfondo ansioso con
somatizzazioni, insonnia), affaticamento, diminuzione della vigilanza e
della risposta psicomotoria. Nel Vecchio continente è l’Organizzazione mondiale della Sanità/Europa
a essersi concentrata sui dati delle ripercussioni sulla salute causate
dall’inquinamento acustico: la stima è che siano oltre un milione gli
anni di vita persi per malattia, disabilità o mortalità prematura nei
Paesi occidentali dell’Oms/Europa dove l’inquinamento acustico
rappresenta, dopo quello atmosferico, il secondo problema da rischio
ambientale. Dati confermati da una ricerca dell’Agenzia europea evidenziano che il traffico espone la metà della popolazione urbana dell’Ue a livelli di rumore superiori ai 55 decibel.
La proposta dall’Europa: auto più “silenziose”
Cosa si muove, dunque, in Europa, per abbassare il volume delle nostre
città? Le macchine. Rafforzare i limiti sul rumore delle automobili per
salvaguardare la salute pubblica è l’obiettivo delle nuove norme
approvate dal Parlamento europeo. La normativa impone l’introduzione di
etichette che informino i consumatori dei livelli di rumore delle nuove
auto mentre per i veicoli ibridi ed elettrici, già considerati
“silenziosi”, si pensa all’introduzione di un cicalino discreto
attivabile in città per avvisare sonoramente ciclisti e pedoni del loro
arrivo.
Continua la lettura su LInfAlab
Fonte: LInfAlab
Autore: Rosy Matrangolo
Licenza:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Articolo tratto interamente da LInfAlab
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.