"Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga."
Primo Levi
Quanta verità ce un queste parole! Se pensiamo a quanto è successo. mi viene i brividi.
RispondiEliminaBuona serata caro Cavaliere.
Tomaso
Sono parole di una pacata tragicità, non traspare disperazione e neanche odio. E' la presa d'atto di una situazione, come si trattasse di un fatto di cronaca. E a noi che sappiamo, dice bene Tomaso, vengono i brividi.
RispondiEliminaCiao.
Da inorridire noi che conosciamo la storia o almeno tentiamo di conoscerla...
RispondiEliminaUn conto è viverla sulla propria pelle , un conto è esserne partecipi...ma sempre orrore si sente, si percepisce e ci pervade ed indegna.
Servirà da lezione?
Speriamolo tanto, ma i fatti degli ultimi anni non danno una vera speranza!
Non sono in grado di aggiungere nulla, mi unisco all'orrore degli altri.
RispondiEliminaUn caro saluto.
Antonella
Da quel poco che so del suo pensiero, Primo Levi é la personalità che con i suoi scritti fa, giustamente, più riflettere sull'Olocausto.
RispondiEliminaSperiamo che questi orrori non si ripetano!Buonanotte!Olga
RispondiElimina