sabato 14 maggio 2011
Pubblicato il Rapporto Annuale 2011 di Amnesty International
Articolo da Unimondo.org
“Le comunità più colpite dalle violazioni sono la vera forza motrice della lotta per i diritti umani. La loro determinazione e caparbietà hanno ispirato milioni di persone e reso difficile per gli stati ignorare la sempre più forte richiesta di un cambiamento, che sia finalmente sostanziale e irreversibile”. A queste persone e comunità è dedicato il Rapporto Annuale 2011 di Amnesty International presentato oggi, giornata del 50° anniversario della nascita dell'organizzazione per la tutela dei diritti umani. “Amnesty International fu fondata nel 1961 con la chiara missione di creare un movimento di solidarietà internazionale per combattere l’ingiustizia in ogni angolo del pianeta. Cinquanta anni dopo, il mondo è cambiato enormemente. Tuttavia, oggi più che mai l’imperativo è quello di unire le forze per difendere i diritti umani” – afferma l’organizzazione.
Il Rapporto sottolinea fin dalla nota introduttiva di Salil Shetty, il Segretario generale di Amnesty International, che “il 2010 potrà essere senz’altro ricordato come un anno di svolta in cui attivisti e giornalisti hanno utilizzato nuove tecnologie per mettere il potere di fronte alla verità e, nel farlo, hanno promosso un maggior rispetto dei diritti umani. È stato anche l’anno in cui governi repressivi si sono trovati davanti alla concreta possibilità di avere ormai i giorni contati”. “In quanto movimento creato per far confluire l’indignazione globale in azione in difesa degli oppressi, il nostro impegno è di sostenere quegli attivisti che immaginano un mondo in cui l’informazione sia veramente libera e in cui possano esercitare il diritto di esprimere pacificamente il loro dissenso, al di là del controllo delle autorità” – dichiara Amnesty International.
Il segretario generale dell’organizzazione ricorda che “l’esempio straordinario e al contempo tragico” di quanto può essere potente l’azione del singolo se amplificata dai nuovi strumenti del mondo virtuale è dato dalla vicenda di Mohamed Bouazizi. Nel dicembre 2010, Mohamed Bouazizi, un venditore ambulante di Sidi Bouzid, in Tunisia, si è dato fuoco davanti al municipio per protestare contro le vessazioni della polizia, l’umiliazione, le difficoltà economiche e il senso di impotenza sperimentato dai giovani come lui.
Le parole che descrivevano il suo gesto di disperazione e di sfiducia hanno viaggiato in tutta la Tunisia, tramite i cellulari e Internet e quelle parole sono riuscite a galvanizzare il dissenso covato per lungo tempo rispetto a un governo oppressivo, con conseguenze del tutto impreviste. A gennaio, a meno di un mese dal gesto disperato di Mohamed Bouazizi, il governo del presidente Zine El ‘Abidine Ben ‘Ali è caduto ed egli ha lasciato il paese, rifugiandosi a Jeddah, in Arabia Saudita. Il popolo tunisino ha celebrato la fine di oltre 20 anni di un regime impunito, aprendo la strada al ripristino di un governo eletto, partecipativo e rispettoso dei diritti.
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Fonte:Unimondo.org
Autore:Unimondo.org
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Articolo tratto interamente da Unimondo.org
Photo credit Olga Díez (Caliope) caricata su Flickr Licenza foto:Creative Commons
9 commenti:
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Avevo un amico che lavorava in Perù tra i campesinos
RispondiEliminaed ogni volta rischiava la vita per aiutare quei poveri contadini che spesso erano a favore della rivoluzione. Quando arrivavano i militari nei villaggi alla ricerca dei sandinisti se non ricevevano risposta passavano a fil di spada tutti, bambini, donne e uomini.
Amnesty International può anche pubblicare i suoi rapporti, ma soffre, alla stregua di Green Peace e di tutte le altre ONG, di ricambio.
All'epoca,più di 20 anni fa, il mio amico lamentava l'assenza di Amnesty..
Eppure il mondo, e l'umanita, devono andare avanti!
RispondiEliminacavaliere i tuoi post sono sempre toccanti, buona domenica
RispondiEliminaProprio il gesto di un solo uomo che può incidere sul potere ...una vita che si è spezzata e nel suo estremo gesto/sacrificio ha smosso coscienze.
RispondiEliminaGrazie Cavaliere...post che fà riflettere , lo giro anche su fb..serena domenica in armonia..
Dandelìon
Meno male che Amnesty c'e!
RispondiEliminaQuello dei diritti umani, è stato sempre un tema molto delicato. Si fa troppo o troppo poco!Perchè se da un lato c'è chi come Amnesty, lotta per i sacrosanti e inviolabili diritti dell'uomo, come individuo, dall'altro troppe persone,(e non mi riferisco al singolo cittadino),in un mondo di esclusiva capacità patriarcale, evitano ed omettono sul reale problema, che oggi tocca dei vertici esasperanti. Mi riferisco al solito gioco di potere di questo "collaborativo" sistema che governa tutti noi e che mira più che altro alla sopravvivenza di pochi eletti. A volte a fare di più sono le persone più comuni,(non tutte) che con i loro disagi capiscono meglio e in maniera empatica la situazione reale che circonda chi vive nel bisogno più totale. Le istituzioni serie, e minori, soffrono alla mercè e al menefreghismo di quelle più imponenti e corrotte. Mi piace il tuo post.
RispondiEliminaGrazie di essere passato a farmi un saluto, magari se ti va, dimmi che pensi di ciò che scrivo. A presto.
Vi ricordo che il post è tratto dal sito Unimondo.org.
RispondiEliminaHey!! ( si io lo avevo capito che era tratto da lì, c'è scritto ma i complimenti erano anche per te che ti sei interessato di questo argomento)! Volevo chiederti come si fa con quella licenza di cui mi parlavi! Grazie del suggerimento e del resto!
RispondiEliminaCome vedi anche in molti post nel mio blog,spesso non sono mie opere;ma riprese da altri blog e siti che utilizzano queste famose licenze.Tra l'altro anche il mio blog utilizza una di queste licenze,che secondo me sono il futuro del copyright e inoltre permette la libera circolazione dei post.
RispondiEliminaPuoi trovare inforamazioni in questi miei post:
http://websulblog.blogspot.com/2010/11/il-mio-blog-diventa-piu-socialeopen-e.html