Ė sopravvissuta all'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e alla pressione della terra che l'aveva sommersa per quasi 2000 anni, ma da stamattina la cosiddetta Scuola dei gladiatori non esiste più, letteralmente sbriciolatasi all'improvviso nella prima mattinata.
Con il suo cumulo di macerie, la Schola offre da oggi, ai molti turisti presenti, il triste ma istruttivo spettacolo dell'incuria e dell'indifferenza delle istituzioni italiane nei confronti del patrimonio culturale, perfino nei suoi pezzi più pregiati e famosi come gli Scavi archeologici di Pompei, Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Quella che tutti chiamavano la Scuola dei gladiatori era in realtà la Schola armaturarum, sede di una frateria militare scoperta negli anni venti, riportata alla luce e restaurata da Vittorio Spinazzola, nell'ambito di una più ampia operazione di messa in luce della Via dell'Abbondanza.
Da tempo la fabbrica della Schola era visitabile solo dall'esterno: l'accesso al complesso era infatti interdetto per le precarie condizioni statiche. Ma nonostante il rischio di crollo, nessuno si era mai curato di mettere in salvo i pregiati affreschi, con soggetti militari e figurine volanti, ora seppelliti nelle macerie del crollo.
Il crollo ha anche sconvolto la viabilità pedonale e turistica del sito archeologico, costringendo le istituzioni a prendere immediati provvedimenti, con la provvisoria messa in opera di itinerari alternativi.
L'evento, per quanto funesto, non ha stupito nessuno: l'area archeologica non riceveva manutenzione da mezzo secolo. Lo stato di abbandono e degrado era da tempo all'attenzione della cronaca locale e nazionale. Il grave crollo si aggiunge infatti a una sequenza di tanti piccoli episodi di degrado, vandalismi, furti, ampiamente documentati da servizi giornalistici, fotografici e video.
Con il suo cumulo di macerie, la Schola offre da oggi, ai molti turisti presenti, il triste ma istruttivo spettacolo dell'incuria e dell'indifferenza delle istituzioni italiane nei confronti del patrimonio culturale, perfino nei suoi pezzi più pregiati e famosi come gli Scavi archeologici di Pompei, Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Quella che tutti chiamavano la Scuola dei gladiatori era in realtà la Schola armaturarum, sede di una frateria militare scoperta negli anni venti, riportata alla luce e restaurata da Vittorio Spinazzola, nell'ambito di una più ampia operazione di messa in luce della Via dell'Abbondanza.
Da tempo la fabbrica della Schola era visitabile solo dall'esterno: l'accesso al complesso era infatti interdetto per le precarie condizioni statiche. Ma nonostante il rischio di crollo, nessuno si era mai curato di mettere in salvo i pregiati affreschi, con soggetti militari e figurine volanti, ora seppelliti nelle macerie del crollo.
Il crollo ha anche sconvolto la viabilità pedonale e turistica del sito archeologico, costringendo le istituzioni a prendere immediati provvedimenti, con la provvisoria messa in opera di itinerari alternativi.
L'evento, per quanto funesto, non ha stupito nessuno: l'area archeologica non riceveva manutenzione da mezzo secolo. Lo stato di abbandono e degrado era da tempo all'attenzione della cronaca locale e nazionale. Il grave crollo si aggiunge infatti a una sequenza di tanti piccoli episodi di degrado, vandalismi, furti, ampiamente documentati da servizi giornalistici, fotografici e video.
Autori:Vari
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E scandaloso, il ministro Bondi dice che non si dimette e, da una fotografia che ho visto su La Stampa, guarda le rovine con aria da ebete....questa sconcezza ben rappresenta il degrado di ogni genere che sta affondando la nostra povera Italia.
RispondiEliminaConosco molto bene la zona archeologica di Pompei,l'ultima visita l'ho fatta ad Agosto e la situazione non è delle migliori.Ci sono in tutta Italia,situazioni a rischio;ma l'attuale governo con la cultura non va d'accordo,visto anche i vari tagli.La nostra Italia sta morendo e molti non si rendono conto della situazione.
RispondiEliminapompei è il sito più visitato in Italia, attrattiva non solo turistica ma anche culturale, non è vero che mancano i soldi, perchè per iniziative di dubbio gusto li trovano, se si pensa al danaro che buttono via per improbabile promozioni all'estero
RispondiElimina@Carmine Volpe
RispondiEliminaInfatti bisogna gestire meglio il denaro pubblico per salvaguardare il nostro patrimonio
purtroppo i beni culturali dell'Italia non sono per nulla protetti,ne gestiti come si dovrebbe!E poi sempre il solito discorso del"scarica barile".....
RispondiElimina@Lufantasygioie
RispondiEliminaSono concorde con te
una grave perdita di un bene culturale di grande valore,per fortuna gli affreschi si sono salvati,ciao Cavaliere,a presto
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