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venerdì 12 dicembre 2025

L’università risponde a Bernini: non in nostro nome


Cara Ministra Bernini, ti presenti con il tuo sorrisetto da "salvatrice dell'università" nelle aule e nei corridoi delle nostre facoltà, e cosa succede? Gli studenti ti sommergono di fischi, urla, striscioni e cori di protesta. Ti senti offesa? Ti senti "vittima di violenza"? Ma per favore! Hai torto marcio, e lo sanno tutti. Quelle contestazioni non sono "vandalismo", sono la VOCE DI UNA GENERAZIONE CHE TU STAI DISTRUGGENDO!

Parliamo chiaro: le tue "riforme" sono un colpo di coda neoliberista che trasforma l'università pubblica in un parcheggio per ricchi e un mattatoio per i precari. Tagli ai fondi? Sì, miliardi sottratti alla ricerca mentre i dipartimenti chiudono e i laboratori imputridiscono. Precarietà eterna per i ricercatori? Contratti a termine infiniti, assegni da fame (1.500 euro al mese per un dottorando con PhD!), e zero prospettive di stabilizzazione. E non dimentichiamoci del "merito" all'italiana: i tuoi test Invalsi per l'accesso all'università che premiano chi ha i soldi per le ripetizioni private, non chi studia con la luce accesa fino a tardi in una cameretta condivisa.

Mentre gli studenti occupano aule e bloccano lezioni per difendere il loro futuro, tu che fai? Difendi i baroni universitari, i concorsi truccati e un sistema che allontana i giovani dalle STEM e dalle materie umanistiche. L'Italia è già agli ultimi posti in Europa per investimenti in ricerca (solo il 1,5% del PIL contro il 3% della Germania), e tu peggiori le cose con la tua ossessione per i ranking privati e le università "aziendalizzate". Risultato? Fughe di cervelli all'estero: 30.000 laureati under 35 che scappano ogni anno perché qui non c'è futuro!

E ora, contestata a La Sapienza, a Bologna, a Napoli: gli studenti non ti vogliono perché rappresentano la rabbia vera. Non sono delinquenti, sono ragazzi che pagano 3.000 euro di tasse universitarie all'anno per trovarsi con aule mezze vuote, prof demotivati e un mercato del lavoro che li considera "sottoccupati" a vita.

Ministra, smettila di piangerti addosso e guarda in faccia la realtà: le tue politiche sono un attacco frontale al diritto allo studio. L'università non è un'impresa, è un BENE COMUNE! Gli studenti hanno ragione a contestarti, e lo faranno sempre di più finché non molli la poltrona. 

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Autore: Anonimo

Licenza: pubblicato e concesso su richiesta dell'autore

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Immagine generata con intelligenza artificiale


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