Articolo da VeZ – Veneto ecologia Z Generation
Un taglio drastico, del 75%, alle risorse del fondo per migliorare la qualità dell’aria in Pianura Padana: è l’ipotesi prevista dal disegno di legge di bilancio 2026 attualmente in esame al Senato, e a denunciarlo è Legambiente nazionale e i suoi comitati regionali del Nord Italia, Veneto compreso: «La scelta del governo di ridurre drasticamente, già dal 2026 e per tutto il prossimo triennio, le risorse destinate al Fondo per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano, è una decisione grave e incomprensibile, soprattutto perché arriva nel momento in cui i territori più esposti all’inquinamento atmosferico stanno mostrando i primi segnali concreti di miglioramento grazie agli sforzi dei territori degli ultimi anni» commenta l’associazione.
La scure nella legge di bilancio 2026
Il taglio riguarderebbe il “Fondo per il finanziamento di specifiche strategie di intervento volte al miglioramento della qualità dell’aria nell’area della pianura padana” (capitolo 8404), le cui risorse, nell’ipotesi al vaglio del Parlamento, risultano quasi interamente ridotte per gli anni 2026, 2027 e 2028, con un incremento rimandato ai successivi 2029, 2030 e 2031. Un colpo mortale, secondo Legambiente, all’attuazione dei piani regionali della qualità dell’aria, che metterebbe a rischio il rispetto dei valori limite previsti dalle norme europee proprio quando – nonostante condizioni strutturalmente sfavorevoli, come la conformazione geografica chiusa e l’elevata densità antropica – le Regioni e le Città padane stavano dimostrando la volontà di un deciso cambio di passo per ridurre i livelli di inquinamento.
Quanti soldi c’erano e quanti ce ne saranno
Andando nel dettaglio, le cifre si trovano nella proposta redatta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per il bilancio del Ministero dell’Ambiente (qui la relazione completa).
Al capitolo 8404 troviamo le previsioni per il fondo di intervento per la qualità dell’aria nella Pianura Padana. Allo stato attuale (bilancio a legislazione vigente) per il triennio 2026-2028 sono previsti 320 milioni di euro: 105 milioni ciascuno per il 2026 e 2027, 110 milioni per il 2028.
Con l’applicazione della nuova legge di bilancio, per il triennio resterebbero soltanto 116 milioni di euro, con un taglio di 204 milioni, pari al 63% del fondo. Resterebbero solo 35 milioni di euro per il 2026, 20 milioni per il 2027 e 25 per il 2028.
Il taglio più significativo si avrebbe nel 2027 – da 105 a 20 milioni, un taglio dell’80% – e per il 2028 – da 110 a 25 milioni, un taglio del 76%. È probabilmente a quest’ultimo dato che fa riferimento Legambiente quando parla di un taglio del 75% del fondo.
Si mette a rischio un lento miglioramento dell’inquinamento
Il Veneto ad esempio, spiega l’associazione, sta registrando dati che potrebbero portare a un 2025 senza superamenti oltre i 35 giorni del limite dei 50 μg/m³ di PM10 nella maggior parte delle centraline, un risultato mai visto negli ultimi vent’anni, che si inserisce in una situazione comunque ancora grave, come certificano i dati dell’agenzia europea European Environment Agency (EEA) secondo cui tra le 10 città europee con la peggiore qualità dell’aria, 3 si trovano in Veneto: Vicenza, Padova e Verona.
Anche in Lombardia il trend, seppur fragile, è in miglioramento, mentre in Piemonte la qualità dell’aria ha iniziato lentamente a beneficiare delle misure adottate nell’area torinese. Anche l’Emilia-Romagna sta osservando una progressiva riduzione degli inquinanti, frutto di politiche integrate su mobilità, agricoltura ed efficienza energetica.
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Fonte: VeZ – Veneto ecologia Z Generation
Autore: vez
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Articolo tratto interamente da VeZ – Veneto ecologia Z Generation







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