Articolo da lffl linux freedom
Questa distribuzione non ha bisogno di presentazioni; da anni Ubuntu è uno dei sistemi operativi basati su Linux più diffusi e può vantare decine di derivate e progetti correlati (esiste addirittura una derivata basata sul kernel BSD, UbuntuBSD, di cui abbiamo parlato di recente qui). Sviluppato da Canonical e inizialmente basato su Debian (con cui ha ormai poco in comune al di là del gestore pacchetti), ogni sei mesi il progetto Ubuntu rilascia una nuova versione; di queste, una ogni quattro (a intervalli di due anni) è una LTS, ovvero una versione “long term support” che riceve aggiornamenti e supporto per 5 anni dal rilascio.
Proprio di una LTS si tratta in questo caso: Ubuntu 16.04 verrà ufficialmente supportato fino al 2021. Si tratta quindi di una versione di particolare importanza, dato che alcuni utenti (soprattutto nel ramo server) sceglieranno di utilizzarla per l’intera durata del supporto. Inoltre, proprio a causa della superiore stabilità rispetto alle versioni “normali”, questo sistema sarà per i prossimi due anni la scelta consigliata ai nuovi utenti per incorrere nel minor numero di problemi possibile.
Le cose di cui parlare sono molte, quindi cominciamo:
Il processo di installazione comincia con la creazione del supporto di avvio. Una volta scaricata l’immagine di installazione dal sito ufficiale (trovate il link in fondo alla pagina), si può masterizzarla su un DVD o usare un tool come Rufus per estrarla su una chiavetta USB, a seconda di come si è più comodi (e di cosa supporta il sistema su cui verrà installato il sistema). I nostri test sono stati svolti su una macchina virtuale, quindi abbiamo potuto utilizzare direttamente il file immagine.
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Fonte: lffl linux freedom
Autore: Giorgio Ghisotti
Licenza: Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Articolo tratto interamente da lffl linux freedom
Photo credit Kesäperuna (Own work) [CC BY-SA 4.0 or GPL], via Wikimedia Commons
Proprio di una LTS si tratta in questo caso: Ubuntu 16.04 verrà ufficialmente supportato fino al 2021. Si tratta quindi di una versione di particolare importanza, dato che alcuni utenti (soprattutto nel ramo server) sceglieranno di utilizzarla per l’intera durata del supporto. Inoltre, proprio a causa della superiore stabilità rispetto alle versioni “normali”, questo sistema sarà per i prossimi due anni la scelta consigliata ai nuovi utenti per incorrere nel minor numero di problemi possibile.
Le cose di cui parlare sono molte, quindi cominciamo:
Installazione di Ubuntu 16.04
Per chi avesse già una versione di Ubuntu precedente installata e volesse aggiornare il proprio computer, questa parte può essere ignorata; le istruzioni per l’upgrade le abbiamo coperte in un articolo separato (questo).Il processo di installazione comincia con la creazione del supporto di avvio. Una volta scaricata l’immagine di installazione dal sito ufficiale (trovate il link in fondo alla pagina), si può masterizzarla su un DVD o usare un tool come Rufus per estrarla su una chiavetta USB, a seconda di come si è più comodi (e di cosa supporta il sistema su cui verrà installato il sistema). I nostri test sono stati svolti su una macchina virtuale, quindi abbiamo potuto utilizzare direttamente il file immagine.
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Fonte: lffl linux freedom
Autore: Giorgio Ghisotti
Licenza: Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Articolo tratto interamente da lffl linux freedom
Photo credit Kesäperuna (Own work) [CC BY-SA 4.0 or GPL], via Wikimedia Commons
Interessante, mio marito è stato molto contento di questo post. Lui ha la vecchia versione sul suo portatile. Grazie Cavaliere, sempre utile, buona serata.
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