sabato 23 aprile 2016
William Shakespeare e la sua vita
Articolo da Wired
Stradford-Upon-Avon è il luogo che il 23 aprile 1564 diede i natali a William Shakespeare e dove, esattamente 52 anni dopo, il 23 aprile 1616, venne sepolto al termine di una vita artisticamente proficua e intensa.
Quest’anno si celebra il quattrocentesimo anniversario dalla sua morte, ed è l’occasione per ricordare la figura di un intellettuale rivoluzionario e multiforme, che ci ha lasciato 37 testi teatrali, tra commedie e tragedie, 147 sonetti e una serie di altri poemi.
Terzo di otto figli, non frequentò mai l’università e si sposò a 18 anni con Anne Hathaway, di 8 anni più grande, che tra il 1583 e il 1585 gli diede 3 figli.
Da quel momento, fino al suo arrivo a Londra nel 1592, non sappiamo più nulla, tanto che gli studiosi definiscono questo periodo come Lost years.
Nella city raggiunge i primi successi sia come attore che in qualità di drammaturgo, e negli anni contribuì a fondare la celebre Compagnia dei servi di Lord Ciamberlano. Qui, vennero rappresentati i più grandi successi che lo hanno reso celebre: dall’Amleto all’Otello, passando per Sogno di una notte di mezza estate fino a La tempesta.
Qualsiasi riflessione intorno alla figura di Shakespeare, tanto più oggi che celebriamo i 400 anni dalla morte, non può prescindere da una domanda sulla sua reale identità. Perché, se è vero che nella storia della letteratura esiste una questione omerica, è altrettanto vero che ve ne sia anche una shakespeariana.
Il tema ha radici profonde: i primi a dubitare della sua identità furono i contemporanei, scettici riguardo l’idea che un semplice attore di teatro, più volte definito negli scritti dei collaboratori un ignorante, possa aver prodotto opere tanto rivoluzionarie per la cultura europea.
Oggi spiccano due correnti: la cosiddetta scuola Stratfordiana, che fa propria la tradizione trasmessa da qualsiasi antologia scolastica, ovvero quella di un attore di umile famiglia che, grazie al proprio talento, è riuscito a diventare drammaturgo e poeta, e la seconda, definita Anti-Stradfordiana.
Quest’ultima suggerisce che qualcuno si sia celato sotto lo pseudonimo William Shakespeare, o lavorò in collaborazione con Will, il quale da solo non avrebbe mai potuto fare ciò che ha fatto. John Florio, Francis Bacon, Christopher Marlowe, negli anni sono stati fatti – anche a sproposito e con evidenti incongruenze cronologiche – i nomi più svariati.
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Fonte: Wired
Autore: Daniele Biaggi
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Articolo tratto interamente da Wired
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