mercoledì 10 dicembre 2014
Oggi è la Giornata Mondiale dei Diritti Umani
Articolo da Unimondo.org
La macchina celebrativa si è già messa in moto da tempo. Oggi, 10 dicembre, è la Giornata internazionale per la tutela dei diritti umani e le bandiere arcobaleno della pace sono pronte per essere sventolate in incontri pubblici, in manifestazioni e nelle numerosissime iniziative che si svolgeranno in tutto il mondo. Sì, perché l’ancoraggio della pace alla salvaguardia dei diritti umani è ormai un nesso incontrovertibile. O almeno lo è per una pace duratura. Non molti anni fa un premio Nobel per la pace espresse chiaramente dal palco di Oslo parole di incitamento alla protezione dei diritti umani per non creare una promessa “vuota” di pace: “Sono convinto che la pace è instabile laddove ai cittadini viene negato il diritto di parlare liberamente o di venerare il dio che preferiscono, di scegliere i propri leader o di riunirsi senza pericolo. Il risentimento represso si inasprisce, e la repressione dell’identità tribale o religiosa può produrre violenza”. Quel premio Nobel del 2009 è il presidente statunitense Barack Obama. Una concezione quella allora espressa, purtroppo solo a parole, che si collegava idealmente al preambolo di quel decalogo di disposizioni che ha fatto la storia della tutela internazionale dei diritti umani, delineando un primo percorso di tutela “ideale da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni”. Fu infatti la Dichiarazione universale dei diritti umani, proclamata in seno all’Organizzazione delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, a porre il valore della dignità umana che “costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo” al di sopra della sovranità degli Stati. Una data che fu registrata sui libri di storia per l’assoluta innovazione apportata al sistema dei rapporti tra individui-cittadini e Stato e che ancora oggi è segnalata sulle agende delle cancellerie degli Stati e di migliaia di organizzazioni al mondo.
Come si concilia l’affermazione di una tale concezione con l’assenza di una effettiva partnership globale che miri non solo a un pieno sviluppo, come promosso dall’ottavo degli Obiettivi del Millennio, ma vada nella direzione di una garanzia di “libertà dalla paura”, ossia di un’assicurazione sulla pace mondiale?
Non è solo il preambolo della Dichiarazione ad aver trovato un’adesione tanto diffusa quanto superficiale, ma anche molti dei suoi articoli.
Se è vero che i diritti umani preesistono al loro riconoscimento da parte del legislatore nazionale e internazionale, in quanto si nasce con diritti e libertà fondamentali (art. 1), come mai la protezione dei diritti umani di un individuo passa pressoché esclusivamente attraverso le strutture statuali? Nondimeno non è raro che il nesso tra diritti e doveri sia un leitmotiv ingurgitato da piccoli sui banchi di scuola, scalzando l’affermazione grandiosa che “i diritti umani siamo noi”, ossia che ciascun essere umano deve avere la consapevolezza dell’altissima responsabilità personale e sociale ricevuta, da spendere in termini di solidarietà e di servizio alla comunità.
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Fonte: Unimondo.org
Autore: Miriam Rossi
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Articolo tratto interamente da Unimondo.org
5 commenti:
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Uniamoci che forse diventeranno più forti questi diritti.
RispondiEliminaCiao e buona serata caro Vincenzo.
Tomaso
Diritti umani? ma esistono ancora?
RispondiEliminaricordiamolo sempre... anche nei paesi dove si da per scontato che ci siano
RispondiEliminabisognerebbe urlarlo e forse non basterebbe
RispondiEliminaCiao, passo solo per scusarmi della mia prolungata assenza e a lasciarti un saluto.
RispondiEliminaAntonella