Era una fresca limpida giornata d'aprile e gli orologi segnavano l'una.
Winston Smith, col mento sprofondato nel bavero del cappotto per non
esporlo al rigore del vento, scivolò lento fra i battenti di vetro
dell'ingresso agli Appartamenti della Vittoria, ma non tanto lesto da
impedire che una folata di polvere e sabbia entrasse con lui.
L'ingresso rimandava odore di cavoli bolliti e di vecchi tappeti
sfilacciati. Nel fondo, un cartellone a colori, troppo grande per essere
affisso all'interno, era stato inchiodato al muro. Rappresentava una
faccia enorme, più larga d'un metro: la faccia d'un uomo di circa
quarantacinque anni, con grossi baffi neri e lineamenti rudi ma non
sgradevoli. Winston 'avviò per le scale. Era inutile tentare
l'ascensore. Anche nei giorni buoni funzionava di rado, e nelle ore
diurne la corrente elettrica era interrotta. Faceva parte del progetto
economico preparazione della Settimana dell'Odio. L'appartamento era al
settimo piano, e Winston, che aveva i suoi trentanove anni e un'ulcera
varicosa sulla caviglia destra, saliva lentamente, fermandosi ogni tanto
per riposare.
Tratto da | 1984 di George Orwell (fonte: Wikiquote)
venerdì 14 giugno 2013
3 commenti:
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Big Brother is watching you!!!
RispondiEliminaIncipit indimenticabile!
RispondiEliminadevo ammettere che l'ho riconosciuto solo alla parte del cartellone, non ho mai finito di leggerlo...
RispondiEliminaun abbraccio