Secondo una recente analisi, è in progressivo aumento il fenomeno dell'emigrazione italiana; tutta colpa della crisi che ha fatto riesplodere questi esodi.
Soltanto nel 2012 è stato registrato un aumento del 30,1 % rispetto l'anno precedente, cosi l'emigrazione dalla penisola è passata dai 60.635 cittadini del 2011 ai 78.941 del 2012.
Ad andare all'estero sono più uomini che donne, sui trent’anni e perlopiù lombardi, poi seguono: veneti, siciliani, piemontesi, laziali, campani, emiliano - romagnoli, calabresi, pugliesi e toscani.
La Germania è la metà preferita d'approdo, seguita da Svizzera, Gran Bretagna, Francia, Argentina, Usa, Brasile, Spagna, Belgio e Australia.
Questi nuovi emigranti sono molto diversi dalle generazioni precedenti; spesso sono nei laureati (la cosiddetta "fuga dei cervelli"). Molti di questi giovani scoprono presto che il loro diploma o laurea non serve per trovare un posto e quindi si arrangiano a fare qualsiasi lavoro. In fondo proprio come i nostri nonni che partivano con la valigia di cartone in cerca di fortuna.
Tra il 1860 e il 1985 sono state registrate più di ventinove milioni di partenze dall'Italia, che toccarono tutte le regioni italiane. L'emigrazione italiana si divide in due grandi periodi: quello della "Grande Emigrazione" tra la fine del diciannovesimo secolo e gli anni trenta del 1900 (soprattutto verso l'America) e quello dell'emigrazione europea, che ha avuto l'inizio dagli anni cinquanta.
Questa è un’amara storia che si ripete; magari, questi stessi ragazzi sono nipoti o pronipoti di quei primi emigranti; in fondo non è cambiato nulla. Oggi si hanno più cose, ma si è poveri anche con un cellulare e uno scooter; ieri c'era la valigia di cartone, oggi il trolley, ma l'amarezza dell'abbandonare la propria terra natia e la speranza in un futuro migliore non cambiano mai.
Autore e ricerca storica a cura di Mariangela B.
Co-autore Cavaliere oscuro del web
Puntuale analisi dei nuovi esodi di lavoratori dal nostro Paese e commovente, precisa rievocazione dei drammi dell'emigrazione italiana del passato!
RispondiEliminatra questi ci metto anche mio figlio che partirà per la Germania....(purtroppo e spero per poco tempo )....
RispondiEliminaUna triste verità. Dalle mie parti molti neolaureati sono partiti. Il Veneto è in grave crisi.
RispondiEliminaprima erano solo i cervelli ora tutti...
RispondiEliminaTemi dolorosi ma sempre interessanti.
RispondiEliminaTriste realtà. Ne conosco tanti che sono andati via..un saluto.
RispondiEliminapurtrooppo e' così.... tanti anni fa si scappava al nord ...ora si scappa fuori dall'italia!!
RispondiEliminauna storia tristemente vera... anch'io sto pensando di mettere un po' di soldi da parte per andarmene... ho tanta paura per il mio futuro.
RispondiEliminaun abbraccio
Siamo all'assurdo che lo stato investe pochissimo e male, ma comunque spende soldini, per istruire i giovani, Poi quando sono laureati, grazie anche ai sacrifici dei genitori, non gli permette di sfruttare adeguatamente ciò che hanno appreso e loro emigrano.
RispondiEliminaBuona serata
enrico
Ciao Cavaliere, eccomi di ritorno.
RispondiEliminaChe tristezza dover constatare che non c'è futuro per i nostri figli o i nostri nipoti se vogliono vivere in questa Italia sofferente.
Sto studiando il fenomeno dell'emigrazione a scuola e il quadro che si sta delineando fa veramente paura.
RispondiEliminaBuona serata!
E' la cruda realtà, immagina da noi in Sicilia l'alto tasso di disoccupazione! Siamo ormai con le spalle al muro, la soluzione è emigrare all'estero.
RispondiEliminaBuon fine settimana Cavaliere...