Nel cuore della Spagna, la città di Valencia sta affrontando, una devastante alluvione che ha lasciato un segno profondo sulla comunità e sull'ambiente. Questo tragico evento è solo l'ultimo di una serie di inondazioni che hanno colpito l'Europa negli ultimi mesi, mettendo in evidenza la crescente frequenza e intensità di fenomeni meteorologici estremi legati alla crisi climatica globale.
Tra ieri e oggi, Valencia ha registrato precipitazioni senza precedenti, con oltre 400 millimetri di pioggia caduti in poche ore, trasformando le strade in fiumi e causando la morte di oltre 70 persone. La situazione è stata ulteriormente complicata dall'esondazione dei fiumi, come il Turia e il Magro, che hanno sommerso interi quartieri e isolato migliaia di persone.
Questa catastrofe non è un evento isolato. Settembre e ottobre hanno visto una serie di alluvioni in tutta Europa, con eventi significativi che hanno colpito la Polonia, la Romania, la Slovacchia, l'Austria, la Repubblica Ceca e la Germania a causa della tempesta Boris, che ha portato le precipitazioni più intense mai registrate in alcune aree di queste nazioni. In Italia, la regione dell'Emilia-Romagna ha subito la quarta alluvione in meno di un anno e mezzo, con inondazioni che hanno colpito l'area di Bologna.
Gli esperti collegano questi disastri alla crisi climatica, evidenziando che il riscaldamento globale sta aumentando la probabilità e la gravità di tali eventi. Il cambiamento climatico sta alterando i modelli meteorologici, portando a precipitazioni più abbondanti e improvvise, che superano la capacità di assorbimento del suolo e dei sistemi di drenaggio urbani.
In conclusione, mentre ci uniamo nel dolore per le vittime di queste tragedie, dobbiamo anche unirci per affrontare la crisi climatica che sta mettendo a dura prova il nostro pianeta. Solo così possiamo sperare di lasciare alle future generazioni un mondo più sicuro e sostenibile.
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... e c'è invece chi continua a voler bruciare petrolio e gas osteggiando in tutti i modi le energie rinnovabili.
RispondiEliminaIn primis l'Europa, che continua a finanziare i combustibili fossili.
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