Articolo da DinamoPress
Il 25 novembre noi donne rivendicheremo il nostro tempo, smetteremo di fare ciò che ci viene imposto per dedicarci a quel che desideriamo fare. Incontrarci, pensare assieme, prendere parola, occupare le strade, le piazze, appropriarci dello spazio pubblico e trasformarlo in uno spazio di accoglienza e di libertà di movimento per tutte. Metteremo in pratica la nostra utopia antipatriarcale. Per scongiurare la paura, per rendere visibile ciò che non siamo più disposte a sopportare e potenziare la nostra forza in ogni territorio. Per creare legami di solidarietà, reti di autotutela e cura tra di noi. Non vediamo nell'altra accanto a noi una rivale, come vorrebbe il patriarcato, ma piuttosto una compagna: diventiamo complici l'un l'altra creando una insolita alleanza.
Noi ci organizziamo: per questo il 25 novembre, qui e in tutto il mondo, ci riuniremo ed organizzeremo in molteplici e differenti forme: assemblee popolari, radio aperte, escraches, lezioni pubbliche, interruzione delle attività nei luoghi di lavoro, interventi artistici e politici nello spazio urbano.
Noi ci organizziamo e la nostra organizzazione è globale. Il 25 novembre confluiremo tutte assieme in una mobilitazione che connette Ciudad Juarez con Mosca, Guayaquil con Belfast, Buenos Aires con Seul e Roma. Questa articolazione nasce con lo sciopero delle donne, inaugura il nostro ottobre rivoluzionario e si proietta verso lo sciopero globale delle donne del prossimo 8 marzo.
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Fonte: DinamoPress
Autore: NiUnaMenos - traduzione a cura di DinamoPress
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Articolo tratto interamente da DinamoPress
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fondamentale ricordare queste cose spesso nascoste o dimenticate
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