mercoledì 7 settembre 2016
I rifiuti di plastica alla conquista dei nostri mari
Articolo da Tekneco
L’estate si sta chiudendo e per molti italiani ha voluto dire vacanze al mare. Stimolati anche dai panorami marini, quanti hanno prediletto pranzi e cene a base di pesce e frutti di mare? Gustando i piatti tipici della penisola, però, forse non viene in mente che quella “riserva” di cibo e biodiversità è aggredita da una specie aliena in via di moltiplicazione: i nostri rifiuti. Gli ultimi dati, freschi freschi (come il pesce) di Greenpeace non rassicurano di certo.
Cresce la produzione di plastica a livello globale – dalle 204 tonnellate prodotte nel 2002 si è giunti a 299 tonnellate del 2013 – e, in parallelo, aumenta in maniera esponenziale l’invasione dei mari e degli oceani da parte delle microplastiche: considerando che il 60-80% dei rifiuti presenti in mare è costituito da materiale plastico, i frammenti di plastica presenti nell’ecosistema marino (senza considerare i rifiuti di plastica presenti sulle spiagge o sui fondali) sono stimabili in un numero compreso dai cinquemila ai cinquantamila miliardi di unità con un peso di oltre 260 mila tonnellate.
Questi sono i risultati contenuti nel rapporto “La plastica nel piatto, dal pesce ai frutti di mare” presentato nei giorni scorsi da Greenpeace. Il report sottolinea i pericoli per l’ecosistema marino e per gli organismi che lo popolano legati all’inquinamento causato dalle microparticelle di plastica prodotte dall’industria – pensiamo alle microsfere contenute nei cosmetici e nei prodotti per l’igiene personale – o da quelle legate alla degradazione in mare di oggetti di plastica più grandi.
Gli esperti di Greenpeace mettono in luce i pericoli legati ai frammenti di plastica più piccoli che, a causa delle ridotte dimensioni – diametro o lunghezza inferiore ai 5 mm – vengono ingerite da un numero enorme di organismi come pesci, molluschi e crostacei e, di conseguenza, al termine della catena alimentare, rischiano di giungere sulle nostre tavole.
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Fonte: Tekneco
Autore: Letizia Palmisano
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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.
Articolo tratto interamente da Tekneco
4 commenti:
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Per fortuna in una delle mie passeggiate non ho visto questo impiastro! Mamma mia che vergogna l'inciviltà...
RispondiEliminaCose che fanno rabbrividire, è veramente una vergogna...
RispondiEliminaCiao e buona giornata caro Vincenzo.
Tomaso
Così gustosi i pesci—semifusi barbecue—che, quando azzanni ghiotto, fan fischietto
RispondiEliminaHo letto che c'è quasi un intero continente di plastica diffuso negli oceani...questo dovrebbe farci aprire gli occhi e magari... cambiare abitudini!!
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