lunedì 18 luglio 2016

Dossier sulla povertà in Italia


Articolo da Valigia Blu


Il tema delle marginalità sociali è stato una delle chiavi di lettura più utilizzate per spiegare l’esito delle ultime elezioni amministrative. In diverse città importanti, come Roma, Torino e Bologna, amministrazioni e leadership, che sembravano consolidate, sono state messe in forte discussione.

Le periferie, utilizzate in larga parte come metafora delle diseguaglianze sociali, sono divenute il simbolo di un punto di svolta politico e amministrativo. Le periferie estreme (ai limiti e oltre il Grande Raccordo Anulare) e quelle storiche (come Tiburtino, Tufello, Prenestino, Cinecittà) segnano la vittoria di Virginia Raggi a Roma, a Bologna, il candidato del Pd, Virgino Merola, sindaco uscente e poi rieletto, perde più consensi nelle sezioni delle aree più povere, a Torino, si è fatta strada la narrazione delle due città: la Torino che sfavilla e quella che soffre. Chiara Appendino, secondo le analisi del voto, sarebbe riuscita a essere credibile a tutti gli esclusi.

Già due anni fa, Luca Ricolfi, all’indomani delle elezioni europee, scriveva che i partiti erano incapaci di vedere sei milioni di deboli, di persone escluse dal mercato del lavoro, che per la loro bassa posizione sociale hanno scarso controllo sul proprio destino.

Proprio ieri, inoltre, è iniziata alla Camera la discussione del disegno di legge delega del governo sul contrasto alla povertà e all'esclusione sociale. Un primo testo che si pone grandi obiettivi ma che ha già avuto diverse critiche.

Povertà assoluta in Italia

Secondo l’Istat, nel 2015, ultimo dato disponibile, il 7,6% (cioè 4 milioni e 598mila cittadini) della popolazione italiana si trova in condizione di povertà assoluta (calcolata sulla valutazione monetaria di un paniere di beni e servizi ritenuti essenziali per evitare gravi forme di esclusione sociale). Si tratta, specifica l'Istituto di statistica, del "valore più alto dal 2005". Una situazione che riguarda un milione e 582mila famiglie residenti in Italia.

Dopo che nel 2012 era salita al 5,6%, l’incidenza di povertà assoluta è rimasta stabile intorno al 6% negli ultimi tre anni per le famiglie, mentre è in crescita in termini di individui (7,6% nel 2015, 5,9% nel 2012). Dati leggermente più alti rispetto a quelli del 2014, che avevano registrato una stabilizzazione della povertà assoluta, portando il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ad affermare: «L'Italia ha oggettivamente svoltato ma c'è ancora tanto da fare». A questa valutazione ottimistica, Chiara Saraceno, sociologa che da anni studia il tema della povertà, aveva risposto, intervistata su Vice Italia, che la "svolta" ci sarebbe stata «con la diminuzione della povertà» mentre invece «questa è solo una battuta d'arresto di un trend negativo [...]. Anche perché veniamo da tre anni di aumento costante, e negli ultimi due anni questi aumenti erano stati sensibili».

I fattori che incidono: diseguaglianza Nord-Sud, famiglie numerose, titolo di studio di basso livello e giovane età

L’impatto della povertà assoluta, inoltre, non è lo stesso su tutta la popolazione coinvolta. Sono diverse le cause che incidono sullo stato di miseria di una famiglia o di una persona: zona geografica di nascita o residenza, numero di persone nel nucleo familiare, stato sociale, titolo di studio, ecc.
Il fenomeno, ad esempio, è più diffuso al Sud, rispetto al Centro e Nord Italia. Sono infatti 744mila le famiglie nel Mezzogiorno (l’9,1% del totale) – che corrispondono a circa 2 milioni di persone (il 47% del totale) – in stato di povertà assoluta, certifica sempre l’Istat.

Sempre riguardo il territorio italiano, cambiano inoltre le aree di disagio tra Nord e Sud: “in media, l’incidenza della povertà assoluta è più alta nei Comuni di area metropolitana. I valori più alti si registrano nel Mezzogiorno per i grandi Comuni, al di sopra cioè dei 50mila abitanti (9,8%), le periferie di area metropolitana (8,4%, quasi il 3% in più rispetto al 2014) e per gli altri Comuni (8,8%). Nel Centro per i grandi Comuni e le periferie di area metropolitana (6,4%), mentre nel Nord per i Comuni di area metropolitana (9,8%)”.

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Fonte: Valigia Blu 

Autore: 
Angelo RomanoAndrea Zitelli

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Articolo tratto interamente da Valigia Blu



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