martedì 19 luglio 2016

Le compagnie del legno stanno esaurendo le foreste tropicali



Articolo da Salva le Foreste

Malgrado sia da molti considerato una risorsa naturale rinnovabile, il legname tropicale proveniente da foreste tropicali minerarie è abbattuto in tutto il mondo in una scala senza precedenti. Malgrado si tratti di taglio selettivo, ossia finalizzato al prelievo di alcuni alberi soltanto in un’area di foresta, secondo uno studio scientifico realizzato dalla University of East Anglia rivela che questo legname è tutt'altro che sostenibile o ecologico.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica PLoS ONE, rivela che una volta che gli alberi di legno duro tropicali prime - come il cedro del Brasile, l'Ipe (noce brasiliana), e i palissandri - sono stati abbattuti, la ricrescita non riesce a tenere il ritmo del prelievo commerciale: l’albero cresce lentamente,in centinaia di anni, mentre i piani di gestione forestale durano al massimo venti anni, così la volta successiva vengono abbattuti alberi sempre più giovani, fino a che intere specie rischiano di scomparire del tutto. 
“Specie a crescita lenta e di valore valore commerciali sono stati sfruttati in eccesso nel corso della storia umana - basta guardare l'industria baleniera o quella della della pesca - spiega l'autore principale dello studio, Dr Vanessa Richardson, dalla UEA's School of Environmental Sciences. "Eppure, il legname tropicali viene ancora considerati come una risorsa rinnovabile. Stiamo cominciando solo ora a vedere l’impatto dello sfruttamento delle specie arboree.
"La nostra ricerca dimostra che gli alberi di molte specie di legno di alto valore commerciale vengono abbattuti fino a quando le loro popolazioni sono crollate del tutto."
Il gruppo di ricerca ha studiato 824 siti forestali sparsi nello stato brasiliano del Pará, e hanno analizzato i dati provenienti da operazioni forestali legali, per un ammontare di circa 17,3 milioni di metri cubi di legname prelevato, che include  314 specie arboree del Pará. Si tratta di quasi la metà della produzione dell’Amazzonia brasiliana, pa più vasta riserva mondiale di legname tropicale maturo. 
Il team di scienziati ha scoperto che le compagnie del legno non sono in grado di ottenere profitti da una foresta dopo il primo prelievo, e sono continuamente costretti a prelevare alberi ad alto fusto da nuove aree di foreste primarie non sfruttate.

"La nostra analisi mostra che anche il cosiddetto prelievo sostenibile, nelle foreste tropicali ben raramente può essere definito come realmente sostenibile dal punto di vista della composizione della foresta all'indomani del prelievo - anche senza prendere in considerazione il rischio di incendi catastrofici, che è stato dimostrato essere maggiore nelle foreste già sfruttate.” insiste il Prof Carlos Peres. “Le licenze ambientali e la certificazione forestale devono tenerne conto di queste dinamiche e rivedere le quote volumetriche di tronchi prelevati sulla base della reale rigenerazione di ciascuna specie”.

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Fonte: Salva le Foreste


Autore: redazione Salva le Foreste

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Articolo tratto interamente da Salva le Foreste



1 commento:

  1. Ho nominato il tuo blog per i Libester Award; l'argomento sono i libri :-)

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