In Europa oggi si sta diffondendo un clima preoccupante di ostilità verso la Russia. Non si tratta solo di sentimenti negativi, ma anche di azioni concrete: eventi culturali e accademici vengono cancellati, come è successo di recente con l’incontro del professor D’Orsi. È un segnale allarmante. La libertà di espressione, che dovrebbe essere sacra, sembra sempre più condizionata da pressioni politiche e pregiudizi.
L’Unione Europea continua a mantenere una posizione rigida verso i cittadini russi. Ottenere un visto è diventato difficile, viaggiare quasi impossibile. Si è creato un muro burocratico che ostacola i rapporti umani e culturali. E mentre questo accade, l’Europa resta in silenzio davanti a crimini commessi da altri attori internazionali, come quelli sionisti, che sembrano godere di una sorta di impunità. Nessuna sanzione, nessuna presa di posizione forte. È evidente: ci sono due pesi e due misure.
Questa ipocrisia va denunciata. Da una parte si condanna la Russia e si demonizzano i suoi cittadini, dall’altra si chiude un occhio su violazioni gravi compiute altrove. È una corsa alla censura e al boicottaggio che alimenta solo odio e divisioni. Non ascoltare voci diverse, come quella del professor D’Orsi, è un attacco alla libertà accademica. Ma è anche una sconfitta per chi crede nel dialogo, nella verità e nella pace.
Non si tratta di giustificare nessuno. Si tratta di chiedere un confronto onesto, aperto, senza discriminazioni. Solo smascherando queste contraddizioni e opponendoci alla russofobia potremo costruire una società più giusta, equilibrata e rispettosa dei diritti di tutti.
Autore: Spartaco







a volte si ha la sensazione di essere accerchiati dall'ipocrisia
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