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martedì 4 novembre 2025

Il sapere come minaccia: la nuova censura scolastica



Articolo da Giap - Il blog di Wu Ming

di Girolamo De Michele *

L’intenzione della maggioranza di governo di proporre un Ddl unificato – cioè accorpando diversi disegni di legge – sul tema «antisemitismo a scuola», sotto l’egida di Maurizio Gasparri, può essere considerato l’ennesimo episodio di un attacco sistematico alla scuola in quanto tale. Senza dettagliare un lungo elenco, basta citare il provvedimento disciplinare contro Christian Raimo e la recente revoca dell’iscrizione alla piattaforma S.O.F.I.A. dei corsi di formazione docenti del progetto «La scuola non si arruola».

In apparenza la scuola è concepita come un punching ball sul quale chiunque, passando, può scaricare un paio di sganassoni senza tema di vederseli restituiti. In realtà, l’insieme – il combinato disposto, come si dice – di provvedimenti, circolari, dichiarazioni, episodi e provocazioni delineano una strategia intelligente: dopo aver dettagliato e spacchettato la scuola nelle sue specifiche sfaccettature, si colpiscono – o si tenta di colpire, magari per saggiare la reazione – le singole componenti.

Come minimo, mettere la scuola sulla difensiva e lasciarla arroccata a proteggere questo o quel punto è già un risultato, che denota strategia e una certa intelligenza: Valditara, insomma, non è Sangiuliano, e prima si smette di pensare all’attuale ministro come una macchietta o un anello debole, meglio è.

Anche perché l’attacco alla scuola è parte di una più generale strategia di attacco – meglio: di presa di possesso – nei confronti della cultura e delle sue istituzioni, grandi e piccole: in questo il ministro Giuli si sta dimostrando capace e attrezzato, al di là dei suoi vezzi linguistici che vengono buoni per solleticare l’inanità di certi suoi critici mai capaci di andare oltre lo sberleffo per vedere i segni di un progetto culturale.

Ma il discorso va allargato oltre l’orizzonte nazionale: l’attacco al mondo della conoscenza è uno dei punti programmatici di questa nuova destra, a volte persino sfacciata nel suo (neo) fascismo, che fa della propria battaglia contro la cultura e il sapere una delle casematte del regime di guerra globale che sostiene e implementa.

Si potrebbe anche dire che siamo ormai a una fase 2 di questo attacco: dopo aver creato, come nella celebre omonima fallacia, una serie di spaventapasseri – «woke», «gender», «cancel culture» – contro cui rivolgere i propri strali, vengono attaccate le istituzioni del sapere, con il dichiarato intento di fare terra bruciata del pubblico. Basterebbe leggere il libello di Charlie Kirk – giusto per capire chi era e qual era il suo disegno politico – contro l’università pubblica, nei cui campus sarebbero nati tutti quei «dangerous movements and bad ideas» che «oggi dividono l’America: da Hillary Clinton a Barak Obama, da Alexandria Ocasio Cortez ad Anthony Fauci [sic]» (cfr. Charlie Kirk, The College Scam. How America’s Universities are Bankrupting and Brainwashing away the Future of America’s Youth, p. 84).

In effetti la destra globale ha una buona ragione per attaccare il sapere e le sue istituzioni: dopo aver quasi ovunque sconfitto le pallide formazioni avversarie di “sinistra”, sempre caratterizzate da una versione annacquata del più moderato riformismo, assiste con sorpresa all’esplodere di un’opinione pubblica globale capace di bypassare la necessità di partiti o leader di riferimento, e reagisce di conseguenza, radicalizzando il proprio disegno di delimitare, privatizzare e neutralizzare il sapere.

Bene o male, ciò che accomuna le moltitudini che riempiono le piazze alle destre che governano è la consapevolezza che, come ci ricordava Michel Foucault, la conoscenza non è fatta per comprendere, ma per prendere posizione. Che è quello che hanno fatto docenti, studentesse e studenti, ma anche le stesse istituzioni universitarie; la stretta disciplinare e le iniziative sul genocidio di Gaza – un crimine collettivo – hanno una evidente correlazione: è la scuola che prende parola in prima persona, dimostrando di sapere da che parte stare.

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Fonte: Giap - Il blog di Wu Ming

Autore: Girolamo De Michele 

Licenza: This work is licensed under Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 International

Articolo tratto interamente da Giap - Il blog di Wu Ming

Immagine generata con intelligenza artificiale


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