mercoledì 31 agosto 2016
Un asteroide ha sfiorato la Terra
Articolo da Scientificast.it
La notte tra il 27 e il 28 agosto scorsi un asteroide di una trentina di metri di diametro ha sfiorato la Terra. Di questo oggetto, chiamato 2016-QA2, sappiamo in realtà molto poco: conosciamo approssimativamente le dimensioni, comprese tra i 15 e i 55 metri, e l’orbita percorsa nelle ultime ore: la prima osservazione di 2016-QA2 risale infatti a poche ore prima del passaggio ravvicinato. La minima distanza dalla Terra è stata di soli 85.000 km circa, il 20% della distanza media tra Terra e Luna.
Molte domande sorgono immediatamente spontanee dopo un evento di questo tipo. Ci potremmo chiedere, per esempio, come è stato scoperto, perché sia stato possibile identificarlo solo così poco tempo prima del suo arrivo e, soprattutto, se un evento del genere possa essere pericoloso per noi.
La scoperta di piccoli oggetti che intersecano l’orbita terrestre, collettivamente chiamati NEO (Near Earth Objects) è legata molto spesso al programma omonimo che ha come scopo l’identificazione di tutti gli oggetti che si avvicinano pericolosamente al nostro pianeta, ma succede che avvenga anche per caso. A oggi stimiamo di conoscere oltre il 90% degli oggetti di dimensione superiore al chilometro, ma questi sono solo una minoranza. Moltissimi oggetti hanno dimensioni di pochi metri, sufficienti a provocare danni anche ingenti. 2016-QA2 è stato scoperto da un telescopio brasiliano, SONEAR, che ha tra i suoi scopi proprio l’identificazione e il tracciamento di asteroidi.
Ci possiamo domandare perché sia stato possibile osservarlo solo poche ore prima del massimo avvicinamento: stiamo parlando di un sasso poco più grande di un campo da tennis, la cui magnitudine apparente (ovvero la sua luminosità vista dalla Terra) è decisamente piccola, confrontabile con le stelle meno luminose che possono essere viste con telescopi professionali.
Inoltre, oggetti di questo tipo si muovono molto velocemente: questa è la più importante “firma” che gli astronomi ricercano, un puntino luminoso che cambia posizione rispetto alle stelle sullo sfondo. Quando si tratta di puntini così poco luminosi è relativamente difficile identificarli. Quando la distanza dalla Terra diminuisce, la velocità apparente aumenta e anche la luminosità, rendendoli più facili da osservare.
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Fonte: Scientificast.it
Autore: Andrea Bersani
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Articolo tratto interamente da Scientificast.it
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