domenica 8 agosto 2021

Everyday Is The Right Day: la violenza domestica in India



Questo post, partecipa all'iniziativa lanciata da Daniele Verzetti il Rockpoeta, contro la violenza sulle donne.

Per maggiori dettagli:

https://agoradelrockpoeta.blogspot.com/2021/03/everyday-is-right-day-me-and-gun-tori.html

Partecipano a questa iniziativa, i seguenti blog/siti:

L'Agorà

Doremifasol, libri e caffè

Il blog di Gus

Postodibloggo

Web sul blog

Lilladoro

Myrtilla's house

Articolo da Global Voices

La recente morte [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] di Vismaya Nair, studentessa di medicina di 24 anni, nello stato del Kerala ha scatenato l'indignazione dell'opinione pubblica e ha riacceso il dibattito sul problema della dote e della violenza domestica in India. Benché illegale, questa pratica resta molto diffusa in India perché la dote rappresenta l'onore e lo status delle due famiglie. Ma dietro questa pratica si celano femminicidio, discriminazione, abusi e violenza domestica nei confronti delle donne. La tragica morte di Vismaya ha riacceso le proteste per chiedere una soluzione definitiva, che ponga fine a questa terribile usanza.

La dote in India

Non è semplice risalire alle origini dell'istituto della dote in India. Per dote si intende essenzialmente il complesso di beni o denaro corrisposti dalla famiglia della sposa alla famiglia dello sposo per il matrimonio. Le donne rinunciano a rivendicare qualsiasi diritto di eredità o proprietà nei confronti della famiglia di origine in cambio di una dote che sono spesso costrette ad accettare per lealtà alla propria famiglia o per timore di possibili ripercussioni. Le donne che rifiutano di offrire una dote spesso non possono sposarsi e sono ostracizzate dal resto della famiglia.

L'entità della dote è generalmente subordinata a fattori quali la religione, la casta, la zona di residenza, il grado di istruzione, la classe di appartenenza, il prestigio e le aspirazioni sociali ed è stabilita esclusivamente dallo sposo e dalla sua famiglia. In India la dote è stata vietata nel 1961, ma è comunque una pratica che stenta a morire. Far applicare la legge è una sfida. Stando ai dati, tra il 1960 e il 2008 nelle zone rurali dell'India sono stati celebrati 40.000. Di questi più del 95% prevedeva una qualche forma di dote.

Onde evitare possibili ripercussioni legali, spesso la dote si cela dietro il pretesto di dono volontario per garantire alla propria figlia gli agi di cui avrà bisogno nella sua nuova casa. Per questo motivo è un istituto che risulta difficile da regolamentare.

Dati e testimonianze dirette confermano che per gran parte delle donne in India il matrimonio vanifica l'accesso alle risorse e alle libertà ottenuto grazie all'istruzione. Le donne devono rimanere invisibili e, spesso su incoraggiamento della famiglia, rinunciano alle proprie scelte personali. Negli ultimi anni, la pratica della dote è permeata in comunità in cui fino ad allora non esisteva.

La dote porta via delle vite

Nell'estate del 1979, la neo-sposa Tarvinder Kaur, 24 anni, fu cosparsa di cherosene e data alle fiamme da sua suocera e sua cognata per non aver portato una dote sufficiente. Le fiamme l'hanno avvolta riducendola a un cumolo di cenere. Suo fratello, H.S. Bhandari, consumato dal dolore per il lutto, ha dichiarato a India Today: “Se solo ci fossimo resi conto prima della gravità della situazione. Pensavamo che fosse solo una questione coniugale, che si sarebbe risolta nel giro di qualche giorno. Ma lei era disperata. Voleva tornare a casa”.

Questo accadimento ha alimentato molte proteste. Molti gruppi per i diritti delle donne si sono riversati nelle strade per chiedere un processo imparziale e un risarcimento giusto. La triste storia di Tarvinder ha posto le basi per i movimenti degli anni '80 contro l'omicidio per dote e la violenza di genere che hanno poi portato alla promulgazione delle storiche leggi anti-dote in India. Queste leggi, figlie di una coscienza femminista nuova e in evoluzione, hanno contribuito a formulare una nuova visione, maggiormente orientata alla figura della donna. Ciononostante, la dote e la violenza di genere permangono, generando delusione, rabbia e sofferenza. 

Che cosa è successo a Vismaya?

Quarantadue anni dopo la morte di Tarvinder, il 21 giugno 2021 Vismaya, studentessa di medicina sposata da poco più di un anno con Kiran Kumar, impiegato statale di buona famiglia, è stata trovata morta nella sua casa di Kerala, nel sud dell'India. La sua dote comprendeva 100 sterline d'oro, un acro di terra e un'automobile dal valore di 1 milione di rupie indiane (circa 13.000 dollari). Vismaya è stata vittima di abusi sia fisici che psicologici da parte di Kiran per non aver soddisfatto le sue aspettative di dote, di cui sia i genitori di Vismaya sia la famiglia del marito erano a conoscenza.

Vismaya evidentemente sentiva l'esigenza di cercare di far funzionare le cose — era intimorita dai commenti della gente e non era in grado di prendere in mano la propria vita. Stretta in una morsa dalla sua famiglia di origine, che voleva che la giovane scendesse a compromessi, e dalla famiglia di suo marito, in cui la violenza era qualcosa di normale, Vismaya era esausta di lottare per sopravvivere. Le indagini hanno condotto all‘arresto di Kiran, a cui è stato negato il rilascio su cauzione

Sono moltissime le storie simili a quelle di Vismaya e Tarvinder che nel corso degli anni sono balzate agli onori della cronaca indiana. Dai dati forniti dal National Crime Records Bureau emerge un quadro raccapricciante: tra il 2018 e il 2019 si è registrato un preoccupante aumento, pari al 7,3%, dei casi di uxoricidio, con un'incidenza di gran lunga più elevata in contesti di emarginazione e povertà. 

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Fonte: Global Voices


Autore: scritto da 
Keerthana Ram tradotto da Chiara Amoroso


Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.


Articolo tratto interamente da 
Global Voices 


12 commenti:

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