sabato 15 maggio 2010

Schiavitù di Kahlil Gibran

Schiavitù

Gli uomini sono schiavi della Vita, ed è la schiavitù che riempie le loro giornate di infelicità e di dolore, e che sommerge le loro notti di lacrime e d'angoscia.Settemila anni sono trascorsi da quando venni per la prima volta alla luce, e da quel giorno in poi ho visto gli schiavi della Vita trascinarsi dietro a fatica le loro pesanti catene.Ho errato per l'Oriente e l'Occidente della Terra e ho vagato nella Luce e nell'Ombra della Vita. Ho veduto i cortei delle civiltà procedere dalla luce alle tenebre, ognuno trascinato all'inferno da anime umiliate, chine sotto il giogo della schiavitù. Il forte è incatenato e sottomesso ed il fedele sta inginocchiato in adorazione di fronte ai suoi idoli. Ho seguito l'uomo da Babilonia al Cairo e da Ain Dour a Baghdad, e ho rilevato le tracce delle sue catene sulla sabbia. Ho udito gli echi delle epoche mutevoli, ripetuti dalle eterne valli e praterie.Ho visitato i templi e gli altari, sono entrato nelle regge e mi sono seduto dinanzi ai troni. E ho veduto l'apprendista far da schiavo all'artigiano e l'artigiano far da schiavo al padrone, e il padrone far da schiavo al soldato, e il soldato far da schiavo al governatore, e il governatore far da schiavo al re, e il re far da schiavo al prete, e il prete far da schiavo all'idolo... E l'idolo non è altro che terra modellata da Satana ed eretta sopra un cumulo di teschi.Sono entrato nei palazzi dei ricchi e ho fatto visita ai tuguri dei poveri. Ho veduto il neonato suggere il latte della schiavitù dal seno di sua madre, ed il fanciullo apprendere la sottomissione insieme all'alfabeto.Le fanciulle indossano gli abiti della restrizione e della passività e le spose si ritirano in lacrime sui letti dell'obbedienza e della sottomissione legale. Ho accompagnato i secoli dalle sponde del Gange alle rive dell'Eufrate; dalla foce del Nilo alle pianure dell'Assiria; dalle agorà di Atene alle chiese di Roma; dai bassifondi di Costantinopoli ai palazzi di Alessandria... Eppure, ho veduto la schiavitù sopravanzare ovunque, in una gloriosa e imponente processione di ignoranza. Ho veduto la gente sacrificare giovinetti e vergini ai piedi di questo idolo, e chiamarlo Dio; mescere vino e profumi ai suoi piedi e chiamarlo Re; bruciare incenso dinanzi alla sua immagine e chiamarlo Profeta; inginocchiarglisi davanti, adorarlo e chiamarlo Legge; combattere e morire per esso e chiamarlo Patriottismo; sottomettersi al suo volere e chiamarlo Ombra di Dio sulla Terra; distruggere e demolire case ed istituzioni nel suo nome e chiamarlo Fraternità; lottare, rubare e lavorare per esso e chiamarlo Fortuna e Felicità; uccidere nel suo nome e chiamarlo Uguaglianza.Quest'idolo ha vari nomi, ma una sola realtà. Ha molti aspetti, ma è costituito di un solo elemento. In verità, è un'afflizione eterna che si trasmette di generazione in generazione.Ho incontrato la cieca schiavitù, che lega il presente degli uomini al passato dei loro genitori e li spinge a sottomettersi alle loro tradizioni e ai loro costumi, ponendo spiriti antichi in corpi nuovi.Ho incontrato la muta schiavitù, che vincola la vita di un uomo a quella di una sposa che egli aborrisce, e che pone il corpo della donna nel letto di un odiato marito, uccidendo lo spirito in entrambe le vite.Ho incontrato la sorda schiavitù, che soffoca l'anima ed il cuore, riducendo l'uomo alla vuota eco di una voce e all'ombra pietosa di un corpo.Ho incontrato la zoppa schiavitù, che pone il collo dell'uomo sotto il giogo del tiranno e sottomette corpi forti e menti deboli ai figli della Cupidigia, perché li usino come strumenti del loro potere.Ho incontrato la brutta schiavitù, che discende con lo spinto dei fanciulli dal vasto firmamento fino alla casa della Miseria, dove il Bisogno vive accanto all'Ignoranza e l'Umiliazione dimora a fianco della Disperazione. E i fanciulli crescono infelici, vivono come criminali e muoiono disprezzati e reietti come esseri di cui si voglia negare l'esistenza.Ho incontrato l'astuta schiavitù, che dà alle cose nomi diversi, che chiama intelligenza la scaltrezza, conoscenza la vanità, affettuosità la debolezza e vigliaccheria un deciso rifiuto.Ho incontrato la contorta schiavitù, che fa muovere per paura la lingua dei deboli, spingendoli a dire cose che non sentono, cosicché essi fingono di meditare sulla loro condizione mentre, in realtà, sono soltanto sacchi vuoti che persino un bambino può ripiegare o appendere.Ho incontrato la schiavitù ricurva, che induce una nazione a rispettare le leggi e le usanze di un'altra e a piegarsi ogni giorno di più.Ho incontrato la schiavitù perpetua, che incorona re i figli dei monarchi, senza tener conto del merito.Ho incontrato la nera schiavitù, che imprime per sempre il marchio della vergogna e del disonore sui figli innocenti dei criminali.Meditando sulla schiavitù, ci si accorge ch'essa possiede i perversi poteri della continuità e del contagio.Quando fui stanco di seguire le epoche dissolute e stufo di contemplare processioni d'uomini di pietra, m'incamminai da solo nella Valle dell'Ombra della Vita, dove il passato tenta di celarsi nella colpa e l'anima del futuro, ripiegata su se stessa, riposa troppo a lungo. Là, sulla sponda del Fiume del Sangue e delle Lacrime, che strisciava come una vipera velenosa e si contorceva come i sogni d'un criminale, stetti ad ascoltare gli atterriti sussurri dei fantasmi degli schiavi, e fissai il nulla.Quando giunse la mezzanotte e gli spiriti emersero dai loro nascondigli, vidi un pallido spettro morente cadere in ginocchio e fissare la luna. Mi avvicinai e gli chiesi: "Qual è il tuo nome?"."Mi chiamo Libertà", rispose quella spettrale ombra di un cadavere."Dove sono i tuoi figli?", chiesi ancora.E la Libertà, debole e in lacrime, rantolò: "Uno è morto crocifisso, un altro è morto pazzo e il terzo non è ancora nato".Si allontanò zoppicando e continuando a parlare, ma una nebbia scese sui miei occhi e delle grida si levarono dal mio cuore, impedendomi di vedere e di udire.

Kahlil Gibran

Tratto da: I Segreti del cuore


1 commento:

  1. Bellissimo il pezzo proposto. Gli uomini sono spesso schiavi della vita e il guaio è che non ne hanno la consapevolezza.
    grazie cav.
    passa una buona giornata

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