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venerdì 15 agosto 2025

Woodstock 1969: tre giorni di pace, musica e libertà

Woodstock Music and Art Fair


15 agosto 1969. Una data che non è solo storia, ma memoria viva. In una fattoria sperduta a Bethel, New York, centinaia di migliaia di giovani si ritrovarono per qualcosa che nessuno aveva mai visto prima. Non era solo un festival. Era un modo di essere, di vivere, di credere. Era Woodstock.

Libertà, fango e abbracci 

Non c’erano hotel, né comfort. Solo tende, sacchi a pelo, pioggia e tanto fango. Ma nessuno sembrava preoccuparsene. Si condivideva tutto: cibo, coperte, emozioni. Si ballava sotto la pioggia, si cantava con sconosciuti, ci si abbracciava senza chiedere il perché. Per tre giorni, il mondo sembrava un posto migliore. Nessuna guerra, nessun odio. Solo pace, musica e libertà.

La musica che ha cambiato tutto 

Sul palco si sono alternati artisti che oggi sono leggende. Ognuno ha portato la propria anima, e l’ha lasciata lì, tra il fango e le stelle:

  • Richie Havens ha aperto con “Freedom”, improvvisata, urlata, sentita.

  • Joan Baez, dolce e potente, ha cantato per la pace con il cuore di una madre.

  • Santana ha fatto vibrare la terra con “Soul Sacrifice”.

  • Janis Joplin ha graffiato l’anima con la sua voce cruda e vera.

  • The Who hanno suonato fino all’alba, con “My Generation” come manifesto.

  • Joe Cocker ha trasformato “With a Little Help from My Friends” in un abbraccio collettivo.

  • Crosby, Stills, Nash & Young hanno portato armonie che sembravano venire da un sogno.

  • Jimi Hendrix ha chiuso il festival con una versione dell’inno americano che faceva piangere la chitarra.

E poi ancora: Arlo Guthrie, Jefferson Airplane, Grateful Dead, Creedence Clearwater Revival, Sly and the Family Stone, Ten Years After… tutti parte di un momento che non si può replicare.

Un’eredità che ci parla ancora 

Woodstock è stato disordinato, caotico, a tratti surreale. Ma è stato vero. E in quella verità c’era tutto: la voglia di cambiare, di amare, di vivere senza maschere. Oggi, più che mai, ci ricorda che la libertà non è un lusso, è un bisogno. Che la pace non è un’utopia, ma una scelta. E che stare insieme, davvero, può essere rivoluzionario.

Autore: Mary B.

Licenza: pubblicato e concesso su richiesta dell'autore

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Photo credit Woodstock Whisperer, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons


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