Con la miseria empimmo questa sacca,
e vi mettemmo un pugnello di grano,
il piccone rintrona con la zappa,
e i figli nostri li abbiamo per mano.
Oggi non ci mancò vino nè pane;
la sera è chiara, l'organetto suona;
c'è un che di festa: ma senza campane.
O genti, se da voi avemmo torti,
ormai fu seppellito il bene e il male.
Dorma il padrone sul fresco guanciale
con la sua sposa, e non abbia rimorsi!
Addio campo! campo di spighe amare!
Il padre è vecchio, non farlo penare.
Padre, per noi non aver temenza,
che là o qua sarà sempre zappare;
sempre alla terra doversi specchiare,
questa è la sorte di nostra semenza.
La faccia nostra ha colore di campo!
Dammi il fagotto, padre che sei stanco;
torna alla casa ed abbi pazienza.
E nostra madre vestita di nero
raccomandare tante cose vuole:
d'aver coraggio, d'aver pensiero...
Ma ora piange, né può dir parole.
Ora nelle sue mani poverette,
dopo tanto pregare e faticare,
lacrime, per moneta, Iddio ci metta!
Ed ora andiamo: e tu suona compare.
Ugo Betti
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