"La tenue luce del crepuscolo dava alla terra rossa una sorta di nitore, ed era come se la profondità delle cose aumentasse, come se una pietra, un palo o una costruzione avessero contorni più netti e profondi che alla luce del giorno; e l'individualità di tali oggetti ne veniva stranamente accresciuta: un palo era più essenzialmente un palo, staccandosi dalla terra in cui era piantato e dal campo di mais sul quale si stagliava. E le piante erano individui, non la massa del raccolto; e il salice smunto era se stesso, libero e distinto da ogni altro salice. La terra contribuiva alla luce della sera. La facciata di legno grezzo della casa grigia, rivolta a ponente, aveva la luminosità della luna. Nell'aia davanti alla porta, il camion grigio di polvere si stagliava in quella luce magicamente, come nella prospettiva dilatata di uno stereoscopio. La sera cambiava anche le persone, calmandole. Sembravano elementi di una struttura inconscia. Obbedivano a impulsi che i loro cervelli registravano solo in parte. I loro sguardi erano rivolti all'interno, calmi, e anche i loro occhi erano nitidi nella sera, nitidi nelle facce impolverate."
John Steinbeck
Tratto da Furore di John Steinbeck
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.