sabato 29 agosto 2009
A Zacinto di Ugo Foscolo
photo credit sasix75 caricata su flickr licenza
A Zacinto
Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde col suo primo sorriso, onde non tacque le tue
limpide nubi e le tue fronde l'inclito verso di colui che l'acque cantò fatali,
ed il diverso esiglio per cui bello di fama e di sventura baciò la sua petrosa
Itaca Ulisse. Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia terra; a
noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura.
Ugo Foscolo
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