Articolo da Valigia Blu
Abbiamo già parlato dei
negoziati sul trattato TTIP in corso tra Unione europea e Usa.
L’aspetto più controverso è l’introduzione di clausole investitore-Stato
(investor-to-state dispute settlement ISDS), che consentono alle
aziende estere di citare lo Stato nel quale operano dinanzi ad un
arbitro internazionale per presunta riduzione dei profitti futuri.
Tali clausole sono basate sulle analoghe presenti nell’accordo CETA in
negoziazione tra UE e Canada (il Canada ha minor peso economico rispetto
all’Europa, per cui quest’ultima è riuscita a prevalere in più punti
dei negoziati, cosa che ovviamente non è detto che accadrà con gli Usa
che hanno un peso economico superiore).
Le clausole sono introdotte nei trattati per impedire che uno Stato con
un sistema giudiziario non all’altezza espropri illegittimamente i beni
di un investitore estero. Probabilmente gli Usa vedono l’Europa come una
sorta di repubblica delle banane con sistemi giuridici primitivi
(rapporto dell’USTR americano sugli obiettivi e benefici a seguito
dell’accordo TTIP:
"Dispute settlement with trading partners in T-TIP will give the
American public the confidence that we not only negotiate strong,
high-standard obligations, but that we also have the means to enforce
them"
ma per fortuna sia gli Usa che l’UE ormai dispongono di sistemi
giuridici maturi che prevedono la risoluzione delle controversie tramite
giudici terzi ed imparziali.
CRITICHE
Nonostante la Commissione si sia affannata nel presentare nel modo più
positivo possibile queste clausole, pubblicando una serie di risposte
alle critiche più pressanti, l’idea dell’opinione pubblica è decisamente
negativa, per il timore che un arbitrato possa stravolgere decisioni
politiche democraticamente prese.
I sindacalisti europei sono contro il TTIP e le ISDS, allo stesso modo
molte organizzazioni per la salute, gruppi in rappresentanza della
società civile, membri del Parlamento europeo (una risoluzione del
Parlamento, approvata il 12 marzo, consiglia di rigettare il TTIP poiché
non conforme alle norme europee in materia di protezione dei dati), e i
verdi.
Il Commissario alla Giustizia e Vice Presidente della Commissione,
Viviane Reding, ha messo in guardia contro il TTIP e lo stesso
Presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha espresso vivaci
preoccupazioni
"Io non sacrificherò la sicurezza in Europa, la salute, le norme
sociali e la protezione dei dati o la nostra diversità culturale
sull’altare del libero scambio. Né posso accettare che la competenza dei
giudici degli Stati membri dell’UE sia limitata dalle controversie
investitore-Stato."
Infine, anche il governo tedesco ha denunciato forti dubbi sulla
necessità di introdurre le clausole ISDS, in considerazione del fatto
che gli investitori americani sono sufficientemente tutelati dai
tribunali europei.
La Commissione europea si è vista costretta a sospendere i negoziati sul
punto (non sul trattato TTIP) avviando, nel marzo del 2014, una
consultazione pubblica sulle clausole ISDS. Nel discorso del Commissario
al commercio, e responsabile per l’Europa dei negoziati TTIP, Karel De
Gucht, appare chiaro che la questione non è “ISDS si, ISDS no”,
piuttosto: “che tipo di ISDS vogliamo?”.
Si tratta, quindi, di una consultazione sulla modalità di introduzione
di dette clausole, e non sull’opportunità o meno di introdurle in
Europa.
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Fonte: Valigia Blu
Autore: Bruno Saetta
Licenza:
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Articolo tratto interamente da Valigia Blu
martedì 26 agosto 2014
1 commento:
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Passo per un saluto veloce,scusandomi per tanta assenza anche dal tuo blog.
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