martedì 26 agosto 2014

TTIP: il punto della situazione

Articolo da Valigia Blu

Abbiamo già parlato dei negoziati sul trattato TTIP in corso tra Unione europea e Usa. L’aspetto più controverso è l’introduzione di clausole investitore-Stato (investor-to-state dispute settlement ISDS), che consentono alle aziende estere di citare lo Stato nel quale operano dinanzi ad un arbitro internazionale per presunta riduzione dei profitti futuri. Tali clausole sono basate sulle analoghe presenti nell’accordo CETA in negoziazione tra UE e Canada (il Canada ha minor peso economico rispetto all’Europa, per cui quest’ultima è riuscita a prevalere in più punti dei negoziati, cosa che ovviamente non è detto che accadrà con gli Usa che hanno un peso economico superiore). Le clausole sono introdotte nei trattati per impedire che uno Stato con un sistema giudiziario non all’altezza espropri illegittimamente i beni di un investitore estero. Probabilmente gli Usa vedono l’Europa come una sorta di repubblica delle banane con sistemi giuridici primitivi (rapporto dell’USTR americano sugli obiettivi e benefici a seguito dell’accordo TTIP:

"Dispute settlement with trading partners in T-TIP will give the American public the confidence that we not only negotiate strong, high-standard obligations, but that we also have the means to enforce them"

ma per fortuna sia gli Usa che l’UE ormai dispongono di sistemi giuridici maturi che prevedono la risoluzione delle controversie tramite giudici terzi ed imparziali.

CRITICHE

Nonostante la Commissione si sia affannata nel presentare nel modo più positivo possibile queste clausole, pubblicando una serie di risposte alle critiche più pressanti, l’idea dell’opinione pubblica è decisamente negativa, per il timore che un arbitrato possa stravolgere decisioni politiche democraticamente prese. I sindacalisti europei sono contro il TTIP e le ISDS, allo stesso modo molte organizzazioni per la salute, gruppi in rappresentanza della società civile, membri del Parlamento europeo (una risoluzione del Parlamento, approvata il 12 marzo, consiglia di rigettare il TTIP poiché non conforme alle norme europee in materia di protezione dei dati), e i verdi. Il Commissario alla Giustizia e Vice Presidente della Commissione, Viviane Reding, ha messo in guardia contro il TTIP e lo stesso Presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha espresso vivaci preoccupazioni

"Io non sacrificherò la sicurezza in Europa, la salute, le norme sociali e la protezione dei dati o la nostra diversità culturale sull’altare del libero scambio. Né posso accettare che la competenza dei giudici degli Stati membri dell’UE sia limitata dalle controversie investitore-Stato."

Infine, anche il governo tedesco ha denunciato forti dubbi sulla necessità di introdurre le clausole ISDS, in considerazione del fatto che gli investitori americani sono sufficientemente tutelati dai tribunali europei. La Commissione europea si è vista costretta a sospendere i negoziati sul punto (non sul trattato TTIP) avviando, nel marzo del 2014, una consultazione pubblica sulle clausole ISDS. Nel discorso del Commissario al commercio, e responsabile per l’Europa dei negoziati TTIP, Karel De Gucht, appare chiaro che la questione non è “ISDS si, ISDS no”, piuttosto: “che tipo di ISDS vogliamo?”. Si tratta, quindi, di una consultazione sulla modalità di introduzione di dette clausole, e non sull’opportunità o meno di introdurle in Europa.

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Fonte: Valigia Blu

Autore: Bruno Saetta


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Articolo tratto interamente da Valigia Blu


1 commento:

  1. Passo per un saluto veloce,scusandomi per tanta assenza anche dal tuo blog.

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