lunedì 24 ottobre 2016

Un'economia che ci consuma: la moralità ormai è merce



Articolo da Megachip.info
di Zygmunt Bauman
Vogliamo godere di una vita ricca, abbiente, il che ci ha orientati ad assumere come principale indicatore l'acquisto, lo shopping. Pare che tutte le strade che portano alla felicità portino ai negozi. 
Ciò sottopone il sistema economico, e più in generale il nostro pianeta, ad una pressione enorme. 
Ciò è disastroso per le nuove generazioni; è evidente che stiamo vivendo al di sopra dei nostri mezzi, sulle spalle dei nostri figli. Possiamo trovare delle alternative alla crescita della produzione e dei consumi per trovare soddisfazione, in definitiva per essere felici? 
Ciò è necessario se non vogliamo distruggere il nostro habitat e generare fenomeni catastrofici come le guerre. 
I livelli attuali di consumo sono già insostenibili dal punto di vista ambientale ed anche economico. L'idea della prosperità al di fuori delle trappole del consumo infinito viene considerata un'idea per pazzi o per rivoluzionari. 
Jackson dice che ci sono delle alternative: le relazioni, le famiglie, i quartieri, le comunità, il significato della vita.  Ci sono enormi risorse di felicità umana che non vengono sfruttate
La maggior parte delle politiche realizzate nel mondo dai governi va esattamente nella direzione opposta. Queste politiche raramente vanno al di là della prossima scadenza elettorale, raramente guardano a ciò che succederà fra 20 o 30 anni.
Assistiamo ad un processo di mercificazione e commercializzazione della moralità. I mercati sono abituati ad orientare i bisogni umani, bisogni che in passato non erano soddisfatti dal mercato. Questo è ciò che io indico con l'espressione 'commercializzazione della moralità'. 
Il nostro reale bisogno dovrebbe essere prenderci cura dei nostri cari. Credo che tutti noi qui in sala ci sentiamo in colpa perché non riusciamo a trascorrere abbastanza tempo con i nostri cari. 20 anni fa il 60% delle famiglie americane si ritrovava attorno allo stesso tavolo per cenare. 20 anni dopo solo il 20%. 

Le persone sono più occupate con il loro cellulare, il loro ipad e così via. La nostra vita quotidiana è profondamente cambiata, a causa anche delle tecnologie, che hanno sicuramente prodotto delle cose positive, ma hanno anche creato dei danni collaterali. 
Se oggi usciamo senza cellulari ci sentiamo nudi.  Il confine fra il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato alla famiglia è sfumato. Siamo sempre al lavoro, abbiamo l'ufficio sempre in tasca, non abbiamo scuse. Dobbiamo lavorare a tempo pieno. 
E più si sale nella scala gerarchica meno tempo per sé si ha. Si è sempre in servizio. 

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Fonte: Megachip.info 

Autore: 
Zygmunt Bauman
Licenza: Copyleft 


Articolo tratto interamente da Megachip.info


6 commenti:

  1. Caro Vincenzo, vedendo tutto questo! Mi viene spontanea una domanda?
    Cosa sarà un domani, queste prossime generazioni?
    Risposta non facile!!! Ciao e buona serata caro amico.
    Tomaso

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  2. sempre più isolati, sempre più soli e sempre più infelici, spegniamo il cellulare ogni tanto

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  3. Dice cose vere, altre non proprio, altre banali ... "E più si sale nella scala gerarchica meno tempo per sé si ha. Si è sempre in servizio.", non mi sembra proprio, c'è uno sfruttamento ai livelli bassi, gente impegnata, tra un lavoro e l'altro, ore e ore. Moralista "stiamo vivendo al di sopra dei nostri mezzi, sulle spalle dei nostri figli." (ma chi, noi tutti?), populista "La maggior parte delle politiche realizzate nel mondo dai governi va esattamente nella direzione opposta. Queste politiche raramente vanno al di là della prossima scadenza elettorale, raramente guardano a ciò che succederà fra 20 o 30 anni." (perchè allora questi politici vengono votati? non è che gli elettori sono peggio). Mi pare che in questo predicozzo, Baumann non metta il dito veramente nella piaga.

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  4. ... tristemente vero ... non posso che commentare sinteticamente così! inutile aggiungere parole ad un articolo che parla bene e si commenta altrettanto bene da solo! Per riprendere le parole del post, sicuramente oggi la "grande" tecnologia e il progresso hanno causato molti danni collaterali ... non so dire ora però se i danni sono più o meno dei benefici. Bel post. Saluti

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  5. Io osservo dei grandissimi cambiamenti e passi avanti tecnologici ma una bella regressione umana.

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  6. Apprezzo molto Bauman, anche questo suo intervento è lucidissimo e dovrebbe quantomeno porre degli spunti di riflessione a tutti noi: Temo che si inizierà a comprendere troppo tardi la questione della commercializzazione della moralità :P

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