giovedì 5 marzo 2015

Rallenta la crescita economica cinese


Articolo da China Files

Con un discorso di quasi due ore del premier Li Keqiang, si è ufficialmente aperta l'Assemblea nazionale del popolo. Poche modifiche rispetto al rituale e l'ammissione di essere di fronte a una grande sfida. Le previsioni di crescita si sono abbassate al 7 per cento. Significa che la Cina sta entrando in un periodo di transizione. I punti fondamentali del discorso del premier, ovvero come gestire la "nuova normalità".


Lo sviluppo economico cinese è entrato nella fase di 'nuova normalità'. Il nostro paese sta entrando in un periodo cruciale, bisogna vincere le sfide e risolvere i problemi”. Con un discorso di quasi due ore del premier Li Keqiang, si è ufficialmente aperta l'Assemblea nazionale del popolo, il più alto organo statale in Cina, quello che più assomiglia al nostro Parlamento. Una volta all'anno 2907 delegati sono chiamati ad approvare le finanziaria, le leggi e le decisioni chiave sui posti di comando. Sebbene l'Anp sia per il Partito l'evidenza dell'esistenza di una “democrazia socialista”, finora non ha mai votato contro nessuna risoluzione.

Quello che si è aperto oggi presenta poche modifiche rispetto al rituale. Appaiono per la prima volta camerieri maschi a servire il tè ai delegati, il presidente Xi Jinping ha applaudito solo alla fine del discorso e il presidente dell'Anp Zhang Dejiang ha sbagliato ad annunciare il numero dei delegati (2097 invece di 2907). L'Anp si chiuderà il 14 marzo, ma problemi e obiettivi del 2015 sono chiari sin dal discorso del premier di stamane. Eccoli per punti.

- La crescita rallenterà ancora assestandosi attorno al 7 per cento
La fase di rapida crescita economica è finita, ma finora è stata fondamentale per la stabilità sociale che a sua volta legittima l'esistenza e i metodi del Partito comunista cinese. La stagnazione è ciò che il Partito teme maggiormente.  Già a gennaio l'ufficio nazionale di statistica aveva comunicato che la crescita del 2014 era stata del 7,4 per cento, di 0,1 punti inferiore alle aspettative. È il ritmo di crescita più lento dal 1990, cioè da quando la Cina ha subito sanzioni internazionali a seguito del massacro di piazza Tian'anmen. Già allora alcuni economisti cinesi avevano affermato che la Repubblica popolare si trova al “punto di svolta di Lewis” ovvero il punto in cui un'economia in via di industrializzazione esaurisce la manodopera a buon mercato e non qualificata proveniente dalla campagna. Aumentano i salari, rallentano i tassi di crescita e le aziende devono diventare più efficienti per sopravvivere.

- Verranno creati 10 milioni di posti di lavoro nelle città (contro i 13,2 del 2014)
Il tasso di disoccupazione urbano sarà mantenuto attorno al 4,5 per cento, contro il 4,6 per cento dell'anno scorso. Li Keqiang ha dovuto però specificare che “una crescita economica al 7 per cento può assicurare un'ampia occupazione”. Fino al 2014, infatti, era convinzione del governo di Pechino che una crescita inferiore al 7,2 per cento sarebbe stata fatale per l'impiego. La “nuova normalità” necessita di una complessiva ristrutturazione economica e di più sicurezza sociale. Sono previsti aumenti alla pensioni e non meglio specificati aiuti ai gruppi svantaggiati quali i disabili, i vecchi e i bambini. Anche per questo si continuerà a lavorare al sistema di registrazione delle ong. Inoltre il numero di laureati continua a crescere. Quest'anno è prevista la cifra record di 7,49 milioni nuovi diplomati. Il premier ha incoraggiato gli studenti universitari ad aprirsi un proprio business assicurando che “il governo aiuterà le start up”.

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Fonte: China Files

Autore: Cecilia Attanasio Ghezzi

Licenza: Licenza Creative Commons

Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.

Articolo tratto interamente da China Files

3 commenti:

  1. Ogni potenza economica mondiale ha vissuto periodi di "crisi fisiologica"... chi più e chi meno.

    Ispy 2.0

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  2. Sono momenti difficili per tutte le potenze economiche, credo che anche la Cina, dopo quel bum economico avuto negli anni passati possa avere dei piccoli problemi ma sicuramente lo sapranno risolvere.
    Ciao e buona giornata caro Vincenzo.
    tomaso

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  3. Se loro rallentano e si preoccupano della stagnazione noi cosa dovremmo dire che al massimo arriviamo al 1% !!
    Felice giovedì Cavaliere.
    Paolo

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