martedì 23 gennaio 2024

La Turchia continua a bombardare in Rojava



Articolo da DinamoPress

Nel silenzio internazionale, la Turchia continua a bombardare la Siria. Nella DAANES, il nuovo anno si è aperto con i bombardamenti della Turchia. Colpite infrastrutture civili, villaggi. 6 civili feriti, fra cui 2 bambini. Non c’è acqua ed energia elettrica per 2 milioni di persone.

Negli ultimi giorni la Turchia ha commesso oltre cinquanta crimini di guerra sui territori della Siria del Nord e dell’Estʺ afferma in un tweet Farhad Shami, portavoce delle Syrian Democratic Forces (SDF). Tra il 12 e il 16 gennaio, i boati dei bombardamenti lanciati dall’aviazione turca hanno squarciato ancora una volta il silenzio dei cieli della Siria. Per quattro giorni la Turchia si è accanita su aree residenziali, postazioni delle Asayish (forze interne di sicurezza) e infrastrutture civili come impianti di gas ed elettricità. Bombe e droni hanno lasciato 2 milioni di persone senza acqua ed energia elettrica, mentre sei persone sono rimaste ferite: due sono bambini.

ʺErdoğan racconta al suo elettorato che sta colpendo obiettivi militari ma non è veroʺ dichiara Hassan Kocher, presidente del Consiglio Esecutivo della DAANES (Amministrazione Autonoma Democratica della Siria del Nord e dell’Est) in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa locale North Press. ʺLe sconfitte subite dalla Turchia sulle montagne sono disfatte per Ankara, che da tempo affronta un caos socio- politico non indifferente. Così lancia attacchi sul Rojava per distrarre il popolo turco dai problemi realiʺ dice Ruksen Muhammed, portavoce delle YPJ (Unità di Protezione delle Donne).

L’ultima aggressione aerea arriva dopo la morte di 9 soldati delle Forze Armate Turche (TAF), che sarebbero stati uccisi dai guerriglieri del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) sulle montagne del Kurdistan Iracheno dove da anni infiamma la guerrilla. ʺLotteremo fino alla fine contro il terrorismo del PKK dentro e fuori dai nostri confiniʺ ha scritto su X Hakan Fidan, ministro degli affari esteri per la Turchia in concomitanza ai recenti attacchi.

Ancora una volta, Fidan non perde occasione di puntare il dito contro le milizie delle YPG (Unità di Protezione Popolare) e delle YPJ appartenenti alle SDF (Syrian Democratic Forces), la coalizione a difesa della DAANES. Ankara accusa i due gruppi di essere estensioni del PKK; partito politico ritenuto terrorista dalla Turchia e dall’Occidente. ʺIl PKK non ha una base militare in Siria e qua non ha mai pianificato le sue azioniʺ spiega in una lunga intervista pubblicata su Al Monitor Mazloum Kobanî Abdî, comandante in capo delle SDF. Dalla DAANES smentiscono le dichiarazioni pronunciate da Ankara in merito alla guerrilla.


I CURDI: MERCE DI SCAMBIO PER GLI INTERESSI FRA TURCHIA ED OCCIDENTE.


ʺQuesta volta pare che gli attacchi siano il prezzo da pagare per l’entrata della Svezia nella Natoʺ asserisce Ilham Ahmed, ex co- presidente del Consiglio Esecutivo del Consiglio Democratico Siriano in un’intervista pubblicata su Rojava Information Center poco dopo le operazioni militari di Natale. Il 26 dicembre, la commissione parlamentare turca ha approvato la candidatura della Svezia all’Alleanza Atlantica. Nonostante la Svezia abbia ceduto a diverse richieste di Ankara- come l’esportazione di armi verso lo Stato turco, la modifica della legge anti- terrorismo e l’estradizione di rifugiati politici curdi che la Turchia afferma siano membri di organizzazioni terroristiche- resta ancora uno step da superare: la ratifica da parte della Grande Assemblea turca (Parlamento). Una questione che si lega anche alla compravendita di altri jet F-16 con gli Usa.

Il 5 gennaio, mentre i droni turchi si scagliano contro una centrale elettrica di Qamishlo- città sul confine turco- siriano- Erdoğan incontra il Segretario di Stato degli USA Blinken per discutere l’acquisto di altri aerei da guerra bloccato dal parere contrario del Consiglio Statunitense. Tanto basta per tenere ancora la Svezia con il fiato sospeso e usare la sua candidatura come merce di scambio. ʺL’America sta facendo calcoli sbagliati. Come accade sempre in nome dell’espansione della Nato, i curdi diventano l’agnello da sacrificare sull’altareʺ afferma Ahmed.

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Fonte: DinamoPress


Autore: 
Alessia Manzi


Articolo tratto interamente da DinamoPress 


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