venerdì 28 febbraio 2025

Ridefinisci la parola fallire...

 


"Ridefinisci la parola fallire. Non c’è fallimento nella vita se non quello del non tentare. Se vuoi qualcosa davvero, fai un tentativo. Se vuoi dipingere, prendi un pennello e fallo. Se vuoi cantare, canta. Un sacco di gente si spaventa. Hanno paura di fallire. Togli questa parola dal tuo vocabolario. Tu non fallisci. Tu hai fatto del tuo meglio."

Jane Fonda



Tagli alla cooperazione in Europa



Articolo da Info Cooperazione

Negli ultimi 12 mesi, diversi paesi europei hanno ridotto in modo significativo i loro stanziamenti per la cooperazione internazionale. Questo fenomeno è fortemente influenzato dall’ascesa di governi di destra patriotica e populisti in diversi paesi europei, che hanno ridefinito le priorità politiche nazionali spostando l’attenzione su sicurezza, difesa e gestione della migrazione a discapito della cooperazione internazionale. Inoltre, la narrazione promossa da figure come Donald Trump ed Elon Musk, e le ultime misure shock attuate dall’amministrazione americana, ha contribuito a legittimare una visione transazionale, dove gli aiuti esteri vengono percepiti come una merce di scambio piuttosto che come una responsabilità globale.

Le motivazioni dei tagli variano: dalla necessità di riequilibrare i bilanci nazionali, alle pressioni politiche interne, fino a strategie che privilegiano un approccio più nazionalista alla gestione degli aiuti allo sviluppo. Di seguito, vi proponiamo una carrellata della situazione nei principali paesi europei, ne emerge un quadro preoccupante destinato ad avere ripercussioni anche sull’aiuto dell’Unione Europea.

Paesi Bassi: cooperazione al servizio degli interessi nazionali

L’annuncio più recente in ordine di tempo è quello dell’Olanda che dimostra l’alto potenziale di contagio della narrazione di Trump. Il governo olandese ha annunciato alcuni giorni fa un taglio di 2,4 miliardi di euro agli aiuti allo sviluppo, destinando i fondi rimanenti solo a programmi che contribuiscano direttamente agli interessi nazionali. Verranno interrotti i finanziamenti per i diritti delle donne, l’uguaglianza di genere, la formazione professionale, lo sport, la cultura e i finanziamenti per il clima. Anche la cooperazione multilaterale e il sostegno a UNICEF subiranno forti riduzioni. I fondi verranno concentrati su commercio, sicurezza e gestione della migrazione.

Belgio: una riduzione del 25% nel prossimo ciclo legislativo

Anche il Belgio ha deciso di ridurre di un quarto il budget destinato alla cooperazione, che attualmente ammonta a 1,2 miliardi di euro annui. L’agenzia Enabel, che gestisce gran parte degli aiuti bilaterali, rischia di subire pesanti tagli. Questa decisione ha scatenato dure critiche, con molti parlamentari che accusano il governo di mettere a rischio vite umane. Inoltre, il Ruanda ha annunciato la sospensione della cooperazione con il Belgio, in risposta alla posizione di Bruxelles sul conflitto nella Repubblica Democratica del Congo.

Regno Unito: speranze infrante con il nuovo governo

Nonostante le promesse pre-elettorali del primo ministro Keir Starmer di riportare la cooperazione allo 0,7% del RNL, il primo bilancio del governo laburista ha mantenuto l’obiettivo dello 0,5% fino al 2030, con tagli per 700 milioni di sterline all’APS.

Francia: promesse disattese e nuovi tagli

Il presidente Emmanuel Macron aveva inizialmente sostenuto un ambizioso programma di aiuti, promettendo di portare la cooperazione allo sviluppo allo 0,7% del RNL entro il 2025. Tuttavia, a causa di un deficit pubblico in crescita di 3,2 trilioni di euro, la Francia ha annunciato un piano di austerità che include un taglio di 1 miliardo di euro agli aiuti pubblici allo sviluppo. Questo è il terzo taglio in due anni.

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Fonte: Info Cooperazione

Autore: redazione Info Cooperazione


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Articolo tratto interamente da Info Cooperazione


Oggi è Giornata mondiale delle Malattie Rare

 

Articolo da UnifiMagazine

Immunodeficienze primitive, sindrome nefrosica steroido-resistente e dolore episodico familiare: parlano Alessio Mazzoni, Letizia De Chiara e Francesco De Logu

Un giorno “raro” dedicato a patologie che, a uno sguardo più attento, potrebbero risultare poi non così infrequenti. Il 29 febbraio ricorre la Giornata mondiale delle Malattie Rare, evento internazionale che intende sensibilizzare sulla ricerca dedicata a particolari tipi di patologie e sulle difficoltà affrontate dai pazienti e dalle loro famiglie. Negli anni non bisestili, come appunto il 2025, tale ricorrenza cade il 28 febbraio.

Ma che cos’è una malattia rara? In Europa una patologia è definita così quando colpisce meno di una persona su duemila. Tuttavia, se prese nel loro complesso, le malattie rare colpiscono un numero considerevole di individui; numero destinato a salire nei prossimi anni, con lo sviluppo di nuove tecnologie che permettono di individuare e curare queste patologie.

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Fonte: UnifiMagazine

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Articolo tratto interamente da UnifiMagazine


Ci sono baci che si danno...


"Ci sono baci che si danno con uno sguardo

ci sono baci che si danno con la memoria.

Ci sono baci nobili

baci enigmatici, sinceri,

ci sono baci che si danno solo con l'anima."

Gabriela Mistral


Rispetto!




"Non incontrerai mai due volti
assolutamente identici.
Non importa la bellezza o la bruttezza:
queste sono cose relative.
Ciascun volto è il simbolo della vita.
E tutta la vita merita rispetto.
È trattando gli altri con dignità
che si guadagna il rispetto
per se stessi."



Tahar Ben Jelloun



L’America è un posto davvero razzista...


"L’America è un posto davvero razzista, tanto da essere pietoso. È come essere nel Sudafrica dell’apartheid, soltanto in modo più igienico: non ti sbattono così in faccia il loro razzismo. A parte questo è la stessa cosa. Io sono sempre stato molto attento al razzismo. Lo posso fiutare. Posso sentirlo dietro di me dovunque sia."

Miles Davis


Donne appassionate di Cesare Pavese



Donne appassionate

Le ragazze al crepuscolo scendono in acqua,
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti, lungo l’acqua remota.

Le ragazze han paura delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant’è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio,
sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai copi che passano. Il bosco
è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che i greto, ma piace alle scure ragazze
star sedute all’aperto, nel lenzuolo raccolto.

Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo
alle gambe, e contemplano il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna
ora stendersi nuda in un prato? Dal mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi,
a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Ci son occhi nel mare, che traspaiono a volte.

Quell’ignota straniera, che nuotava di notte
sola e nuda, nel buio quando muta la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più.
Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perché gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.

Cesare Pavese

La mia intera vita può essere riassunta in una frase...

"La mia intera vita può essere riassunta in una frase: niente è andato come avevo pianificato e va bene. Ho imparato che la vita non segue un copione perfetto, che ci saranno sempre colpi di scena, perdite e sorprese inaspettate. Ma in ogni deviazione ho trovato qualcosa di prezioso: crescita, amore, lezioni. Accettare l'inaspettato fa parte del viaggio, ed è questo che ci fa davvero andare avanti."

Keanu Reeves


Un giorno credi di essere giusto...


Un giorno credi di essere giusto

E di essere un grande uomo

In un altro ti svegli e devi

Cominciare da zero

Situazioni che stancamente

Si ripetono senza tempo

Una musica per pochi amici

Come tre anni fa

A questo punto non devi lasciare

Qui la lotta è più dura ma tu

Se le prendi di santa ragione

Insisti di più.

Edoardo Bennato

Tratto dal brano Un giorno credi di Edoardo Bennato

Oltre 160 operatori sanitari di Gaza detenuti e torturati nelle carceri israeliane



Articolo da Sindicalismo

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su Sindicalismo

Secondo un articolo del quotidiano britannico The Guardian, si tratta di medici, infermieri e personale sanitario di alto livello che affermano di essere stati sottoposti per mesi ad abusi fisici.

Si ritiene che almeno 160 operatori sanitari di Gaza, tra cui più di 20 medici, siano ancora trattenuti nei centri di detenzione israeliani, mentre l'Organizzazione mondiale della sanità ha espresso profonda preoccupazione per il loro benessere e la loro sicurezza.

Lo ha riferito il quotidiano britannico The Guardian, citando la ONG medica palestinese Healthcare Workers Watch (HWW), che ha confermato che 162 membri del personale medico sono ancora detenuti in Israele, tra cui alcuni dei medici più anziani di Gaza, e che altri 24 risultano dispersi dopo essere stati prelevati dagli ospedali durante il conflitto.

Da parte sua, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma di aver verificato che 297 operatori sanitari di Gaza sono stati arrestati dall'esercito israeliano dall'inizio degli attacchi, ma l'organizzazione non ha dati aggiornati su quanti siano stati rilasciati o siano ancora detenuti.

HWW afferma che i suoi dati mostrano che il numero è più alto e che è stato verificato che 339 operatori sanitari di Gaza sono stati arrestati dall'esercito israeliano.

Il Guardian e l'Arab Reporters for Investigative Journalism (ARIJ) hanno inoltre ascoltato la testimonianza dettagliata di sette medici senior che hanno dichiarato di essere stati prelevati da ospedali, ambulanze e posti di blocco a Gaza, trasferiti illegalmente oltre confine in strutture carcerarie gestite da Israele e sottoposti a mesi di torture, percosse, fame e trattamenti disumani prima di essere rilasciati senza accusa.

"Francamente, per quanto io parli di ciò che ho vissuto durante la detenzione, è solo una frazione di ciò che è realmente accaduto", ha affermato il dottor Mohammed Abu Selmia, direttore dell'ospedale Al-Shifa, che è stato trattenuto per sette mesi nelle carceri israeliane prima di essere rilasciato senza accusa.

“Mi riferisco alle percosse che mi hanno dato, ai colpi con il calcio dei fucili e agli attacchi dei cani. C'era poco o niente cibo, nessuna igiene personale, niente sapone nelle celle, niente acqua, niente bagno, niente carta igienica... Ho visto persone morire lì... Sono stato picchiato così duramente che non potevo usare le gambe o camminare. Non passa giorno senza che io venga torturato."

Si sa che due dei medici più illustri di Gaza, il dottor Iyad al-Rantisi, consulente ostetrico e ginecologo presso l'ospedale Kamal Adwan, e il dottor Adnan al-Bursh, primario del reparto di ortopedia dell'ospedale al-Shifa, sono morti durante la detenzione.

L'ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (UNOCH) ha affermato che Israele deve inoltre rilasciare immediatamente il personale medico detenuto arbitrariamente e "porre fine a tutte le pratiche che equivalgono a sparizioni forzate, torture e altri maltrattamenti".

Ai sensi della Convenzione di Ginevra, l'insieme del diritto internazionale che disciplina la condotta delle parti in conflitto, i medici devono essere protetti, non devono essere attaccati o perseguitati durante un conflitto e devono essere autorizzati a continuare a fornire assistenza medica a coloro che ne hanno bisogno.

L'esercito israeliano non ha fornito alcuna prova che giustifichi gli attacchi contro gli ospedali presumibilmente utilizzati da Hamas. Tanto meno lo ha fatto per quanto riguarda la detenzione, la tortura e l'omicidio di operatori sanitari.

La distruzione delle infrastrutture sanitarie a Gaza e la detenzione del personale medico fanno parte del genocidio che si sta consumando nella Striscia dall'ottobre 2023, con l'obiettivo di seminare terrore e paura tra la popolazione, privandola di ospedali e professionisti in un momento cruciale, tra bombardamenti, omicidi di massa ed epidemie di malattie derivanti dalla distruzione del sistema di depurazione delle acque, delle fognature e delle infrastrutture di base.

I racconti dei medici sono simili a quelli di altri ex detenuti palestinesi sul loro periodo in Israele, che descrivono abusi e torture sistematici.

All'inizio di questo mese, un soldato israeliano è stato condannato a sette mesi di prigione per maltrattamenti sui detenuti, la prima condanna del genere in Israele.


Con informazioni da The Guardian


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Fonte: Sindicalismo

Autore: Agencias Confederales

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Articolo tratto interamente da Sindicalismo


Giornalista pro-Palestina continua la lotta per la libertà di parola dopo il rilascio dalla prigione di Montreal

Yves Engler


Articolo da Peoples Dispatch

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Engler è stato preso in custodia dalle autorità canadesi per cinque giorni dopo aver criticato un commentatore filo-israeliano sui social media.

Il giornalista e attivista pro-Palestina Yves Engler è stato rilasciato dal carcere di Montreal il 20 febbraio, dopo aver trascorso cinque giorni nella prigione di Bordeaux. Engler è stato arrestato in seguito alle sue critiche su X agli scritti anti-palestinesi della commentatrice pro-Israele Dahlia Kurtz.

Kurtz ha apertamente chiesto la deportazione degli attivisti pro-Palestina, tra le altre dichiarazioni d'odio. Il 21 dicembre dell'anno scorso, Kurtz ha ripubblicato un'immagine di individui mascherati che reggevano uno striscione con lo slogan "DEPORTAZIONI DI MASSA ORA". "Chi è con loro?" ha chiesto, accanto a un'emoji che indicava che stava alzando la mano.

L'estate scorsa, Engler aveva scritto su X: "La razzista Dahlia sostiene l'uccisione di bambini palestinesi. 20.000 non sono abbastanza, vuole che venga versato ancora più sangue palestinese". Sei giorni dopo, il 5 luglio 2024, Kurtz ha twittato con citazione il post di Engler, scrivendo: "Ciao, @EnglerYves. Ti sto avvisando in questo messaggio solo che mi stai molestando. Stai minacciando e mi stai facendo temere per la mia sicurezza. Devi fermare queste molestie e la comunicazione con me. Fermati subito".

Secondo Engler, le accuse di Kurtz contro di lui hanno portato al suo arresto da parte delle autorità canadesi. Engler ha scritto in un post del blog di aver "ricevuto una telefonata da un agente di polizia di Montreal di cognome Crivello". 

"Mi ha chiesto di recarmi in una stazione di polizia del centro, dove sarò accusato di molestie e comunicazione indecente", ha continuato. "Crivello ha detto che mesi fa è stata presentata una denuncia contro di me da uno studio legale per conto della personalità razzista dei media Dahlia Kurtz. Crivello ha detto che avevo descritto Kurtz come un sostenitore del 'genocidio' e 'fascista' su Twitter. Colpevole come accusato".

Dopo il suo rilascio, Engler scrisse su X: "Abbiamo vinto il primo round in questa battaglia per sopprimere il discorso sulla Palestina. Ma è scandaloso che un autore abbia trascorso cinque giorni in prigione per ottenere il diritto di scrivere sulla persona che ha mosso accuse contro di lui".

"La corona dovrebbe immediatamente ritirare tutte le accuse contro di me, scusarsi e risarcirmi per la mia prigionia. Ovviamente non sto trattenendo il fiato nell'attesa che il sistema faccia la cosa giusta", ha detto Engler.

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Fonte: Peoples Dispatch

Autore: Peoples Dispatch

Articolo tratto interamente da Peoples Dispatch

Photo credit No machine-readable author provided. GrantNeufeld~commonswiki assumed (based on copyright claims)., CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons


Scoppiano proteste dei lavoratori in tutto il Bangladesh


Articolo da The Red Herald

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I media del Bangladesh hanno riferito la scorsa settimana di diverse proteste dei lavoratori in tutto il paese. La situazione per la gente e la classe operaia non è migliorata dopo la cacciata di Sheikh Hasina e l'instaurazione del governo di Muhammad Yunus, nonostante lui si sia descritto come portatore di un cambiamento radicale. I licenziamenti, i mancati pagamenti e le chiusure delle fabbriche di abbigliamento sono stati molto comuni dall'agosto 2024 e ogni settimana ci sono nuove proteste dei lavoratori.

In tal senso, la scorsa settimana sono scoppiate nuove proteste. Mercoledì 19 febbraio, i lavoratori dell'abbigliamento hanno organizzato una protesta chiedendo la reintegrazione dei lavoratori licenziati, il ritiro dei casi repressivi e la riapertura della loro fabbrica. Diverse centinaia di lavoratori hanno bloccato la strada Dhaka-Narayanganj per ore e causato gravi interruzioni del traffico. Questa è stata la seconda protesta di questo tipo in tre giorni, poiché i lavoratori avevano precedentemente bloccato le strade principali a Chashara per tre ore lunedì. Queste proteste sono scoppiate dopo che alcuni lavoratori hanno protestato all'interno della fabbrica chiedendo il pagamento dei loro salari ed erano stati accusati dalla polizia di vandalismo. Sabato 22 febbraio, i lavoratori di due fabbriche di abbigliamento hanno protestato anche a Savar bloccando le strade regionali per chiedere i loro salari non pagati e la riapertura delle loro fabbriche.

I lavoratori esternalizzati hanno anche bloccato le strade a Dhaka chiedendo la regolarizzazione dei posti di lavoro per tutti i dipendenti che lavoravano in progetti di esternalizzazione in istituzioni governative e autonome sabato 22 febbraio. Poiché erano fermi nelle loro richieste e dichiaravano che non avrebbero abbandonato le strade, la polizia è intervenuta e li ha duramente attaccati usando idranti e granate stordenti, causando il ferimento di due lavoratori.

Il governo di Muhammad Yunus affronta queste proteste come era solito fare con il governo precedente: con repressione e ignorando le preoccupazioni e le esigenze del popolo bengalese e della classe operaia. Al loro fianco, i lavoratori non si piegano, ma affrontano la situazione e si ribellano.


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Fonte: The Red Herald

Autore: G.D.

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Articolo tratto interamente da The Red Herald


Dove si collocano le mestruazioni nella politica sanitaria globale?



Articolo da LSE Inequalities

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Le mestruazioni sono una realtà biologica regolare per milioni di persone in tutto il mondo e un problema di salute pubblica globale. Ma quando discutiamo delle mestruazioni come un problema politico, di cosa stiamo parlando esattamente? Fran Amery, Melanie Channon, Josephine McAllister e Jennifer Thomson indagano.


Le mestruazioni sono un problema di fondamentale importanza per la salute globale. Il ciclo è una realtà biologica regolare per milioni di persone in tutto il mondo, infatti circa 800 milioni di persone hanno le mestruazioni ogni giorno. Riflettendo questa realtà, negli ultimi dieci anni circa, il ciclo è stato oggetto di campagne di sensibilizzazione pubblica e di discorsi politici: il 28 maggio è stato celebrato come Giornata dell'igiene mestruale dal 2014; gli sforzi per l'attivismo mestruale stanno aumentando in tutto il mondo; e i governi stanno finalmente prendendo provvedimenti contro la povertà mestruale, con molti che hanno promulgato modifiche alla cosiddetta "tassa sugli assorbenti" e alcuni che ora forniscono prodotti gratuiti per il ciclo in contesti educativi e altrove.

Ma quando parliamo delle mestruazioni come di una questione politica, di cosa stiamo parlando esattamente? Le mestruazioni sono un problema per la salute e la scienza medica; ma sono anche influenzate dallo stigma sociale e hanno enormi conseguenze ambientali a seconda dei prodotti che utilizziamo.

Quando parliamo delle mestruazioni come di una questione politica, di cosa stiamo parlando esattamente?

Nell'ambito della sanità pubblica globale, gli enti e le istituzioni a livello ONU, come l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Banca Mondiale e il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), hanno un'influenza significativa. Spesso prendono l'iniziativa nel decidere quali obiettivi stabilire, dove allocare i fondi e come presentare le questioni in contesti politici più ampi. Ma per una questione complessa e intersezionale come le mestruazioni, può essere difficile sapere quali misure adottare e quali popolazioni prendere di mira. Ciò può portare a un lavoro isolato e controproducente.

In questo contesto, la nostra ultima ricerca esamina come le mestruazioni sono costruite e inquadrate nella politica sanitaria globale a livello ONU. Ciò che scopriamo è, nella migliore delle ipotesi, una costruzione frammentaria delle mestruazioni come questione politica.

Come le mestruazioni vengono inquadrate in un contesto di politica pubblica

L'attenzione dedicata alle mestruazioni nella ricerca, nelle politiche e nella pratica nell'ultimo decennio ha acceso vari dibattiti su come questa condizione dovrebbe essere intesa e inquadrata.

Nei primi anni 2000, le mestruazioni hanno raggiunto per la prima volta l'agenda dello sviluppo internazionale come una questione di gestione dell'igiene quando le esigenze delle ragazze adolescenti a scuola hanno iniziato a essere riconosciute, in particolare dal settore idrico, sanitario e igienico (WASH). È emerso il concetto di gestione dell'igiene mestruale . Questo si è concentrato in gran parte sulle infrastrutture fisiche e sui prodotti necessari per "gestire" le mestruazioni in modo sicuro ed efficace, come i servizi igienici e gli assorbenti. Questo approccio ha ricevuto molte critiche: discutere delle mestruazioni come una questione di igiene suggerisce implicitamente che si tratti di qualcosa di sporco?

Questo approccio ha ricevuto molte critiche: parlare delle mestruazioni come di una questione igienica implica implicitamente che si tratti di qualcosa di sporco?

Gradualmente, la discussione si è spostata oltre questa ristretta costruzione delle mestruazioni come questione di igiene verso una prospettiva di salute più olistica . Il concetto di salute mestruale riconosce che anche il benessere mentale e sociale in relazione al ciclo mestruale sono importanti. Negli ultimi anni, sono stati avanzati ulteriori argomenti per comprendere le mestruazioni come una questione di diritti e giustizia, che comprende sia la gestione dell'igiene mestruale che la salute mestruale e ne riconosce l'intersezionalità.

Dove si colloca oggi la mestruazione nella politica sanitaria mondiale?

Nonostante queste varie argomentazioni su come dovrebbero essere interpretate le mestruazioni, finora sono state condotte poche ricerche per esplorare come le mestruazioni siano effettivamente affrontate nella politica sanitaria globale.

Per affrontare questo problema, abbiamo esaminato documenti politici chiave, siti web, comunicati stampa, dichiarazioni e video di sei organizzazioni a livello ONU (OMS, UNICEF, UNFPA, UN Women, UNCSW e Banca Mondiale) per scoprire dove le mestruazioni siano presenti nella politica sanitaria globale odierna, come vengono intese da queste organizzazioni influenti e chi sono le loro popolazioni target. Esaminando un'ampia gamma di risorse, siamo stati in grado di comprendere come le mestruazioni siano costruite nel loro discorso, anziché concentrarci esclusivamente sui loro risultati politici finali.

Abbiamo trovato varie costruzioni delle mestruazioni, dimostrando la necessità di una maggiore chiarezza e coesione tra queste organizzazioni. Nelle risorse che abbiamo analizzato, le mestruazioni sono prevalentemente ancora costruite come un problema di igiene che colpisce solo le ragazze adolescenti(!), dimostrando l'influenza continua del settore WASH sul discorso politico sulle mestruazioni. Abbiamo scoperto che gli assorbenti monouso venivano enfatizzati come una "soluzione" rispetto ad altri prodotti mestruali, con poca considerazione per il loro impatto ambientale o il valore di essere in grado di fare una scelta informata.

Una prospettiva sul corso della vita era assente da molte delle risorse, mentre le questioni rilevanti per le persone anziane (ad esempio, la peri/menopausa) e le persone transgender e non binarie che hanno le mestruazioni erano ampiamente trascurate. Inoltre, abbiamo scoperto che queste organizzazioni politiche raramente affrontano il dolore mestruale e le malattie correlate alle mestruazioni (incluse condizioni come l'endometriosi) nonostante la loro natura prolifica. Nei luoghi in cui ci si aspetterebbe di trovare un riferimento alle mestruazioni, come nelle pagine web dell'OMS sulla salute, le mestruazioni erano assenti mentre erano presenti altri argomenti come la contraccezione o l'aborto.

Infine, abbiamo riscontrato una mancanza di consapevolezza delle mestruazioni come questione chiave da parte del settore della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi, compreso l'UNFPA, nonostante la ricerca sostenga la necessità di considerare le mestruazioni come parte integrante della salute sessuale e riproduttiva.

La necessità di una comprensione collettiva più coesa delle mestruazioni

Nel complesso, la nostra ricerca mostra come le mestruazioni siano ancora comprese in modi diversi da diversi attori politici. Ciò riflette il fatto che si tratta di una questione complessa, con molti problemi diversi che devono essere affrontati attraverso vari spazi politici.

Tuttavia, è necessaria una comprensione collettiva delle mestruazioni a livello di politica internazionale per incoraggiare la collaborazione tra diversi settori ed evitare un lavoro isolato o controproducente. È necessario dare maggiore considerazione alle mestruazioni nel corso della vita: non sono solo le ragazze adolescenti ad avere le mestruazioni! Le politiche e i materiali di comunicazione futuri dovrebbero affrontare i notevoli silenzi e le lacune che abbiamo trovato, in particolare quelli sull'inclusività di genere, sulle malattie e condizioni correlate alle mestruazioni e sulla giustizia ambientale. Nel frattempo, il settore della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi dovrebbe assumersi una maggiore responsabilità delle mestruazioni come un problema che merita attenzione.

Ciò significa che le mestruazioni non possono più essere costruite in modi diversi? No, le mestruazioni sono rilevanti per molti ambiti diversi della politica e c'è una crescente consapevolezza che, in quanto ambito multiforme, richiede una risposta multisettoriale. Ma una comprensione chiara e coesa delle mestruazioni potrebbe essere vantaggiosa, riducendo il rischio che le politiche evitino o omettano le questioni legate alle mestruazioni sulla base del fatto che il panorama è troppo confuso. In definitiva, questo renderà più facile chiedere conto ai decisori politici e sostenere obiettivi chiari. Punto.

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Fonte: LSE Inequalities  

Autore: Fran Amery - Melanie Channon - Josephine McAllister - Jennifer Thomson

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Articolo tratto interamente da LSE Inequalities


Credo che se sono diventato un certo tipo di scrittore...

"Credo che se sono diventato un certo tipo di scrittore, lo devo alla passione antifascista. La mia sensibilità al fascismo continua ad essere assai forte, la riconosco ovunque ed in ogni luogo, persino quando riveste i panni dell'antifascismo, e resto sensibile all'eternamente possibile fascismo italiano. Il fascismo non è morto. Convinto di questo, sento una gran voglia di combattere, di impegnarmi di più, di essere sempre più deciso e intransigente, mantenere un atteggiamento sempre polemico nei confronti di qualsiasi potere. Quando tra gli imbecilli ed i furbi si stabilisce una alleanza, state bene attenti che il fascismo è alle porte."

Leonardo Sciascia


Le bollette italiane sono le più care d’Europa



Articolo da Pressenza

Le bollette italiane sono le più care d’Europa: il 30% più alte di quelle della Germania e il doppio di quelle della Spagna. “Da ormai tre anni, denuncia la CGIL, mentre le grandi aziende del settore energia registrano bilanci stellari, circa 2,2 milioni di famiglie italiane sperimentano il dramma della povertà energetica. Si tratta quasi dell’8% della popolazione del Paese. A essere specialmente colpiti sono gli anziani: il 47% di loro è a rischio o in povertà energetica. Per di più, complice anche la fine del mercato tutelato, la spesa media annuale di una famiglia tipo è destinata ad aumentare ulteriormente, sfiorando i 3mila euro l’anno.”

Sono circa 13.200 i possibili contratti del libero mercato di energia tra i quali una famiglia dovrebbe scegliere il più adeguato alle proprie esigenze. E in molti casi, oltre al costo di luce o gas, questi contratti obbligano ad acquistare servizi accessori: assicurazioni, canoni di manutenzione delle caldaie, servizi di telemedicina oltre costi occulti in caso di recesso anticipato e cambi tariffe. Costi e servizi accessori che spesso nulla hanno a che vedere con l’erogazione del gas o dell’elettricità. E’ l’amara constatazione che arriva dalla Caritas di Roma, che denuncia con forza le ipocrisie e i paradossi del “mercato libero” nei contratti, “le cui offerte economiche sono consultabili sul Portale ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che risultano incomprensibili ai più e soprattutto quasi mai effettivamente convenienti.” Anche per gli anziani, i disabili e i percettori di redditi bassi, i clienti “ vulnerabili” che sono rimasti gli unici ad aver diritto al mercato “tutelato”, la situazione appare critica: al momento, per il complesso meccanismo della formazione del prezzo, stanno pagando circa il 18% in più rispetto ai clienti non vulnerabili approdati al Servizio di Tutele Graduali (STG). I vulnerabili adesso hanno tempo fino al 30 giugno 2025 per accedere al STG cercando di risparmiare così qualche centinaio di euro su base annua. Al momento, il libero mercato si sta traducendo in grandi profitti per le imprese e in un crescente rischio di povertà per le famiglie. Un rischio più volte segnalato, che oggi è diventato realtà.

E come se non bastasse, denuncia la Caritas di Roma, il mercato si è arricchito di offerte con vendite abbinate: nella bolletta il cliente trova costi di assicurazioni improbabili o ancora servizi di telemedicina dal costo di 150 euro annui, più o meno l’equivalente su base annua del bonus sociale. Tutto questo non è tollerabile. Alle offerte del libero mercato poco convenienti si aggiungono i costi di servizi accessori non richiesti che erodono i tentativi di calmierare il costo della bolletta. Una situazione che, come spesso accade, sta mettendo in crisi soprattutto le famiglie più fragili e gli anziani, che sempre più si rivolgono ai centri di ascolto parrocchiali per chiedere un aiuto per il pagamento delle bollette.” La Caritas di Roma dal 2022 ad oggi si è attivata con iniziative come la “Bolletta sospesa” e “Fondo famiglia” in aiuto di oltre 200 mila euro per consentire il pagamento delle bollette ed evitare i distacchi per morosità e ha diffuso un Manuale operativo dei diritti per accompagnare le parrocchie (e non solo) nella tutela delle famiglie fragili.


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Fonte: Pressenza
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Articolo tratto interamente da Pressenza