giovedì 27 febbraio 2025

27 febbraio 1933 – Incendio del Reichstag: l'edificio del parlamento tedesco a Berlino, il Reichstag, viene incendiato

Reichstagsbrand


Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera

L'incendio del Reichstag fu un incendio doloso al palazzo del Reichstag a Berlino avvenuto il 27 febbraio 1933. L'evento è considerato cruciale per l'affermazione del nazionalsocialismo in Germania.

Alle 21:14 della sera del 27 febbraio 1933 una stazione dei pompieri di Berlino ricevette l'allarme che il palazzo del Reichstag, sede del Parlamento tedesco, stava bruciando. L'incendio sembrò essersi originato in diversi punti, e quando arrivarono la polizia ed i pompieri, una grossa esplosione aveva mandato in fiamme l'aula dei deputati. Alla ricerca di indizi, la polizia trovò Marinus van der Lubbe, mezzo nudo, che si nascondeva dietro l'edificio.

Adolf Hitler ed Hermann Göring arrivarono poco dopo, e quando fu loro mostrato Van der Lubbe, un lavoratore olandese invalido indicato come simpatizzante comunista, Göring dichiarò immediatamente che il fuoco dovesse esser stato appiccato dai comunisti e fece arrestare i capi del partito. Inoltre vennero arrestati e processati i comunisti bulgari Georgi Dimitrov, Blagoj Popov e Vasil Tanev. Hitler si avvantaggiò della situazione per dichiarare lo stato di emergenza ed incoraggiare il vecchio presidente Paul von Hindenburg a firmare il decreto dell'incendio del Reichstag, che aboliva la maggior parte dei diritti civili forniti dalla costituzione del 1919 della Repubblica di Weimar.

Secondo la polizia, Van der Lubbe aveva sostenuto di aver appiccato il fuoco per protestare contro il sempre maggiore potere dei nazionalsocialisti. Sotto tortura, il comunista olandese, mentalmente squilibrato, confessò ulteriori dettagli, e fu portato in giudizio unitamente ai leader del Partito Comunista all'opposizione.

Gli storici generalmente concordano che Van der Lubbe, talvolta descritto come un mezzo matto o un provocatore, fu in qualche modo coinvolto nell'incendio del Reichstag. Tuttavia, l'estensione del danno rende molto improbabile che costui avesse agito da solo (qualora fosse stato coinvolto). Considerando la velocità con cui il fuoco invase l'edificio, è quasi certo che una sola persona non avrebbe potuto appiccare un incendio di così vaste proporzioni, e così repentinamente letale, tanto da essere stato certamente pianificato in anticipo; la reputazione di Van der Lubbe di essere uno sciocco assetato di fama ed i commenti oscuri di alcuni ufficiali nazisti, oltre a numerosi altri fatti, fanno dunque ritenere alla grande maggioranza degli studiosi che la gerarchia nazista fosse coinvolta nella vicenda, al fine di ottenerne quel guadagno politico che avrebbe cambiato il destino dell'Europa, e che in effetti ottennero.[1]

Con i propri capi in prigione e senza accesso alla stampa, i comunisti vennero pesantemente sconfitti alle successive elezioni, ed a quei deputati comunisti (ed anche ad alcuni socialdemocratici) che furono eletti al Reichstag non fu permesso, dalle SA, di prendere il loro posto in parlamento. Hitler fu sospinto al potere con il 44% dei voti e costrinse i partiti minori a dargli la maggioranza dei due terzi per il suo decreto dei pieni poteri, che gli diede il diritto di governare per decreto e sospendere molte libertà civili.

 

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Photo credit SconosciutoUnknown author, Public domain, da Wikimedia Commons


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