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sabato 13 dicembre 2025

I mezzi di comunicazione di massa...


"I mezzi di comunicazione di massa, la stampa, la radio hanno portato all'asservimento di corpi e anime ad un’autorità strategica mondiale. E in ciò sta la principale fonte di pericolo per l'umanità. Le moderne democrazie, che mascherano regimi tirannici, utilizzano i mezzi di comunicazione come strumenti di disinformazione e di stravolgimento delle coscienze degli uomini per alimentare la paura di massa in funzione delle guerre preventive."

Albert Einstein


Tempesta Byron a Gaza: il fallimento umanitario che il mondo continua a rimandare


Articolo da Mundiario

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su Mundiario

Le piogge torrenziali hanno distrutto migliaia di negozi e lasciato le famiglie senza un riparo sicuro in una Gaza devastata, dove la carenza di rifornimenti e il blocco degli aiuti stanno moltiplicando l'impatto della tempesta. Questa emergenza rivela un collasso umanitario duraturo.

La tempesta Byron ha devastato Gaza con una forza che, in qualsiasi altro luogo minimamente preparato, sarebbe stata dura ma gestibile. Lì, tuttavia, è stata letale. In sole 24 ore, otto persone sono morte, tra cui tre bambini, e oltre 27.000 tende sono state rese inagibili. Le autorità segnalano oltre 4.300 richieste di aiuto, un volume enorme per le squadre di soccorso che lavorano quasi esclusivamente a mano, perché l'ingresso dei macchinari pesanti rimane bloccato. Per capire perché una tempesta provochi una tragedia di questa portata, bisogna guardare oltre le nuvole: l'impatto è così devastante perché si abbatte su un territorio deliberatamente reso inabitabile.

Dopo oltre due anni di distruzione sistematica, oltre il 90% degli edifici nella Striscia di Gaza è danneggiato o demolito. Centinaia di migliaia di persone vivono tra queste rovine, affidandosi a teloni, strutture di legno improvvisate e strutture recuperate dalle macerie. Quando il vento si alza, le persone sostengono i pali a mani nude per impedire che le tende vengano abbattute. È un'immagine che raffigura molto più di una tempesta: è una metafora di una vita sostenuta dal puro sforzo umano di fronte a un ambiente in rovina.

Infrastrutture sotto assedio

Le morti per ipotermia – tra cui la piccola Hadil al-Masri di nove anni e il piccolo Taim al-Jawaja – non sono attribuibili esclusivamente al freddo, ma anche alla quasi totale assenza di beni di prima necessità. Le Nazioni Unite stimano che siano necessari oltre 300.000 rifugi dignitosi. Tuttavia, legname, pannelli di rinforzo, pompe idrauliche e attrezzature di soccorso rimangono bloccati. La motivazione ufficiale è quella di impedire che questi materiali cadano nelle mani delle milizie palestinesi. Il risultato pratico è che la popolazione civile paga con la propria vita la paralisi delle decisioni prese lontano dal fango e dal vento.

In città come Beit Lahiya, dove il crollo di una casa ha causato cinque morti, i video mostrano i residenti che scavano con pale e una semplice smerigliatrice angolare nel tentativo di raggiungere le persone intrappolate. È un esempio che riassume la situazione: non ci sono risorse per affrontare le emergenze prevedibili, e questo aggrava ogni tragedia, trasformandola in una catastrofe ancora più grande.

L’impatto sulla salute e la domanda che non possiamo evitare

Oltre alla distruzione e al freddo, c'è un crescente rischio per la salute. L'OMS avverte di un aumento di infezioni respiratorie, influenza, epatite e malattie diarroiche, causato dalla mancanza di acqua pulita e servizi igienici. È un circolo vizioso: la distruzione facilita le malattie; le malattie esacerbano la vulnerabilità; la vulnerabilità rende mortale persino la pioggia.

La domanda fondamentale è semplice ma impellente: quanta distruzione può assorbire una popolazione prima che il mondo riconosca che l'emergenza umanitaria richiede più di semplici dichiarazioni e visite diplomatiche? Le tempeste sono inevitabili; la negligenza no. Le soluzioni consistono nel consentire l'ingresso di materiali per la ricostruzione, garantire corridoi di aiuti sicuri e istituire meccanismi che diano priorità alla sopravvivenza della popolazione civile rispetto a considerazioni politiche o militari.

La tempesta Byron passerà, come tutte le tempeste. Ciò che non scomparirà da sola è il profondo deterioramento che ne moltiplica i danni. E finché la comunità internazionale non agirà con la stessa forza che pretende dagli altri, Gaza rimarrà un territorio in cui una semplice pioggia diventa un brutale promemoria di tutto ciò che non si sta facendo per prevenirla. @mundiario


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Fonte: Mundiario

Autore: Víctor García Marrero

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

Articolo tratto interamente da Mundiario

Video credit EMERGENCY caricato su YouTube


Pollice su e giù della settimana









 

Tutto è ormai una corsa



"Tutto è ormai una corsa. Si vive senza più fare attenzione alla vita. Si dorme e non si fa caso a quel che si sogna. Si guarda solo la sveglia. Siamo interessati solo al tempo che passa, a farlo passare, rimandando al poi quel che si vorrebbe davvero. Sul «poi», non sull’«ora», si concentra l’attenzione. Nelle città in particolare la vita passa senza un solo momento di riflessione, senza un solo momento di quiete che bilanci la continua corsa al fare. Ormai nessuno ha più tempo per nulla. Neppure di meravigliarsi, di inorridirsi, di commuoversi, di innamorarsi, di stare con se stessi. Le scuse per non fermarsi a chiederci se questo correre ci fa più felici sono migliaia e, se non ci sono,. siamo bravissimi a inventarle."
 
Tiziano Terzani

Tratto da | Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani

I miei genitori mi hanno insegnato a non giudicare mai gli altri

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"I miei genitori mi hanno insegnato a non giudicare mai gli altri in base a chi amano, al colore della loro pelle o alla loro religione. Perché rendere la vita difficile a qualcuno quando potresti usare la tua energia per fare del bene? Non dobbiamo condividere le stesse opinioni degli altri, ma dobbiamo essere rispettosi. Quando senti qualcuno fare commenti d'odio, difendilo. Fai notare quanto sia uno spreco odiare e potresti aprire loro gli occhi."

Taylor Swift

Photo credit Paolo V, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons


Sedevano sorseggiando il tè di Heinrich Heine



Sedevano sorseggiando il tè


Sedevano sorseggiando il tè

e parlavano molto d'amore.

I Signori facevan gli estetici,

le Dame eran dolci e sensibili.


«L'amor dev'esser platonico»,

sentenziò il magro consigliere.

Ride ironica la consigliera,

e intanto sospira: «Ahimè!»


Spalanca la bocca il canonico:

«L'amor - dice - non sia brutale

perché ciò la salute danneggia.»

Sussurra la ragazza: «Ma come?».


Aggiunge, assai mesta, la contessa:

«L'arnor è certo una passione!»

e porge intanto, molto cortese,

una tazza al signor barone.


C'era a tavola ancora un posto,

e tu, mia cara, l'hai mancato.

Chissà con che grazia, tesoro,

del tuo amore avresti parlato.


Heinrich Heine



Si è scritto molto sulla fine del mondo...



"Si è scritto molto sulla fine del mondo. Centinaia di libri (e non pochi film) danno corpo ad apocalissi a tinte fosche e drammatiche, in cui l’uomo viene spesso dipinto come vittima inerme e innocente di forze ostili a lui superiori. […] Cercherò di spiegare come i veri pericoli da cui occorre guardarsi non siano quelli sbandierati da visionari e sedicenti esperti digiuni di scienza, ma quelli che siamo noi stessi a creare. […] Ma è di gran lunga più comodo credere a Nostradamus o ai Maya che prendere atto del clima che cambia o delle risorse che cominciano a scarseggiare."

Mario Tozzi