Articolo da Openpolis
Il lockdown ha avuto un impatto considerevole su molti aspetti del mondo del lavoro tra cui anche i salari. Sono 12 i paesi europei in cui in media nel 2022 non sono ancora tornati ai livelli del 2019 e tra questi c’è anche l’Italia.
La pandemia ha avuto un impatto notevole sul mondo del lavoro.
Molte persone hanno infatti perso il proprio impiego nel periodo di
lockdown oppure hanno dovuto ridurre il numero di ore lavorate (secondo
la banca centrale europea,
si tratta del calo maggiore mai registrato). In questo scenario, i
salari non hanno costituito un’eccezione: la massa salariale totale,
anche in conseguenza di queste dinamiche, ha subito una riduzione. Molti degli effetti negativi fortunatamente sono stati contenuti grazie a interventi statali volti ad aiutare le famiglie tramite indennità, ma anche a bloccare i licenziamenti. Nonostante ciò, l’impatto è stato visibile.
Oggi che l’emergenza sanitaria è finita e che tutte le attività,
anche non essenziali, hanno ripreso il loro corso, anche il mondo del
lavoro si è normalizzato. La massa salariale è aumentata, il tasso di
disoccupazione è diminuito e quello di occupazione ha superato i livelli
precedenti al lockdown. Tuttavia ha gravato su tutto il continente una
forte spinta inflazionistica che ha avuto un duro impatto sui bilanci familiari, come abbiamo raccontato in un recente approfondimento, a cui però non sempre è corrisposto un incremento dei redditi.
A ben vedere infatti non sempre, o non ancora, i salari lordi sono tornati alla situazione pre-Covid. Come evidenzia anche l’Ocse,
il riallineamento non si può ancora dire completato. L’Italia è uno dei
12 paesi in cui nel 2022 (l’ultimo anno per cui sono disponibili i
dati) i salari medi annui risultavano più bassi rispetto al 2019.
Sono forti le disparità salariali tra stati membri
Tra 2019 e 2022 l’entità dei salari medi lordi dei cittadini europei è
cambiata, come abbiamo accennato, anche a causa del lockdown e del suo
impatto sul mondo del lavoro. Osservando i dati dell’Ocse possiamo
rilevare che le disparità di reddito medio lordo tra i paesi europei risultano più evidenti nel 2022 rispetto al 2019.
Lo stato in cui si registravano i valori più elevati (il Lussemburgo) ha
registrato un incremento del proprio salario medio annuo pari al 5,3%.
Mentre la Grecia, il paese membro con il dato più basso, ha riportato un
calo del 5,9%. La distanza tra questi due stati si è ampliata e oggi in
media i lussemburghesi guadagnano 3 volte rispetto i greci. Una
differenza di oltre 52mila dollari che nel 2019 era di meno di 47mila.
DA SAPERE
I
dati si riferiscono ai salari medi nel 2022, nei paesi europei membri
dell’Ocse (escludendo quindi Romania, Bulgaria, Croazia, Malta e Cipro).
Il valore è in dollari convertiti in Ppps (purchasing power parities,
una misura che permette di appianare le differenze tra diverse valute)
con valore di riferimento al 2021. Per calcolare i valori nazionali,
l’Ocse divide la massa salariale totale per il numero medio di impiegati
dell’economia totale, che viene poi convertito in unità di full-time
equivalenti (calcolati in base alle ore mediamente dichiarate da un
impiegato full-time). Non sono disponibili i dati dell’Irlanda.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(consultati: martedì 23 Aprile 2024)
Il Lussemburgo è quindi il paese Ue con i salari
medi annui più elevati: quasi 80mila dollari nel 2022. Seguono Belgio,
Danimarca, Austria e Paesi Bassi con valori superiori ai 60mila dollari.
Ultimi invece i paesi dell’Europa centro-orientale e meridionale, in
particolare Grecia, Slovacchia e Ungheria con cifre inferiori ai 30mila
dollari l’anno. L’Italia, con un valore pari a circa 45mila, è
undicesima in Europa.
È importante sottolineare che le differenze salariali possono
dipendere da numerosi fattori tra cui anche la prevalenza di lavoratori
in specifici settori. Per esempio l’incidenza del lavoro nel settore
tecnologico rispetto a quello manuale.
Il valore che l’Ocse utilizza per rilevare le differenze tra paesi sono i dollari convertiti in Ppps (purchasing power parities,
una misura che permette di appianare le differenze tra diverse valute).
Per calcolare i valori nazionali, l’organizzazione per la cooperazione e
lo sviluppo economico divide la massa salariale totale per il numero
medio di impiegati dell’economia totale, che viene poi convertito in
unità di full-time equivalenti (calcolati in base alle ore mediamente
dichiarate da un impiegato full-time).
Fonte: Openpolis
Autore: redazione Openpolis
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Articolo tratto interamente da Openpolis